Brevetti. Android sempre più sotto attacco. Eric Schmidt: ‘Ci portano in tribunale perchè non sanno innovare’

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Oracle chiede al gruppo 6,1 miliardi di danni, mentre si moltiplicano le cause per violazione di brevetto contro i produttori di smartphone Android, che potrebbero decidere di abbandonare l'Os.

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L’industria smartphone sta usando i brevetti in una battaglia che, secondo Google, finirà per danneggiare prima di tutto i consumatori. Il 31 ottobre, a meno di un accordo stragiudiziale tra le parti, il gruppo di Mountain View affronterà Oracle in tribunale. Il gruppo informatico lo accusa di aver utilizzato, senza pagare la licenza, il suo software Java per sviluppare il sistema operativo Android. Oracle chiede il risarcimento di danni per 6,1 miliardi di dollari. Al processo dovrebbe comparire anche il co-fondatore e attuale Ceo della società, Larry Page.

Kent Walker, consulente Google, ha sottolineato come l’ondata di cause legali montate attorno all’utilizzo dei brevetti sia una sorta di ‘arma impropria’ utilizzata per frenare l’innovazione nel settore hi-tech, che quindi si trova ad affrontare un ‘problema significativo’.

Per mettersi a riparo da queste cause, Google aveva tentato di acquisire il portfolio brevetti di Nortel, che invece è andato a un consorzio che ha visto uniti due altri acerrimi nemici – Apple e Microsoft, oltre a varie altre società – che hanno sotterrato l’ascia di guerra pur di accaparrarsi il bottino di 6 mila brevetti. Ora, il gruppo concorre all’asta per i circa 8 mila brevetti di InterDigital, così da poter gareggiare ad armi pari coi rivali.

Il conflitto con Oracle, infatti, non è che la punta dell’iceberg: più Android guadagna terreno sui concorrenti nel settore dei tablet e degli smartphone, più viene attaccato per violazione di brevetto in una serie di azioni che, secondo gli esperti, mirano a frenarne lo sviluppo.
Interval Licensing, Gemalto, Microsoft e Apple hanno già intentato cause legali contro l’Os di Google e alcune si sono concluse con una sconfitta: il 18 luglio, l’International Trade Commission, in un giudizio non ancora definitivo, ha dato ragione a Apple che aveva fatto causa al produttore taiwanese HTC. Secondo l’ITC, gli smartphone Android di HTC violerebbero alcuni brevetti Apple relativi ai sistemi di rilevamento e trasmissione dei dati.

Microsoft che ha attaccato Motorola, Barnes & Noble (per l’eReader Nook) e Foxconn per il loro utilizzo di Android – è giunto, ad aprile, a un accordo inedito sempre con HTC. Senza precisare quali tecnologie siano state coinvolte, il gruppo di Redmond ha ottenuto il pagamento di 5 dollari per ogni smartphone Android venduto dal produttore taiwanese. Un risultato non di poco conto per Microsoft, che potrebbe ottenere da questo accordo introiti superiori a quelli generati dal suo stesso sistema operativo Windows Phone 7.

E Microsoft potrebbe anche non fermarsi qui: secondo quanto appreso da Reuters, la società starebbe negoziando un simile accordo anche con Samsung per una remunerazione di 15 dollari per ogni smartphone Android venduto dal produttore coreano.

Queste azioni potrebbero avere ripercussioni sullo sviluppo dell’Os, che in breve tempo – è stato lanciato nel 2007 – ha conquistato la vetta del settore e controlla attualmente il 38,9% del mercato, contro il 18,2% di Apple. Dopo il giudizio dell’ITC a favore di Apple, il titolo di HTC ha perso in Borsa più del 10% e altri produttori, come ZTE e Huawei potrebbero essere sul punto di riconsiderare la loro strategia su Android, proprio alla luce di questi attacchi.

“La minaccia di azioni legali sarà chiaramente messa in conto dai diversi costruttori, anche se le alternative sono poche, vista la debolezza degli altri sistemi operativi”, ha sottolineato Leslie Griffe de Malval di IT Asset Management.

Secondo il presidente di Google, Eric Schmidt, le cause legali sono dettate dal fatto che i concorrenti “non sapendo rispondere con l’innovazione rispondono con i processi”, ma in realtà, dicono in molti, dietro queste azioni si nasconde anche la debolezza di Google in termini di tecnologie.

“Nelle battaglie sui brevetti, è essenziale saper attaccare per difendersi”, ha detto ancora Leslie Griffe de Malval.

In base ai dati pubblicati all’inizio del mese dall’istituto IFI Patent Services relativi alle 50 aziende che dispongono di più brevetti negli Usa nel 2010, mentre Samsung e Microsoft compaiono ripetitivamente in seconda e terza posizione e Apple in 46esima, Google non compare proprio.

Proprio per questo ora Google cercherà in tutti i modi di aggiudicarsi il pacchetto di InterDigital (leggi articolo Key4biz).

“Comprare brevetti per attaccare gli altri non è corretto”, ha affermato Walker, sottolineando che la società fornirà supporto tecnico e legale alle società che utilizzano Android per i loro dispositivi e che sono state citate in tribunale da aziende come Microsoft e Apple o dai cosiddetti ‘patent troll’.

“Andrà tutto bene, abbiamo le risorse per riequilibrare la situazione”, ha concluso Walker.