Dal Cloud nuova spinta all’occupazione. Aumenta la richiesta di figure professionali legati alla ‘nuvola’

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Da gennaio a oggi, secondo i dati sull’occupazione di Michael Page International, +20% di richieste per figure professionali riconducibili all’implementazioni di progetti cloud con aumenti retributivi del 10%.

Italia


Cloud computing

Con un indotto di oltre 700 miliardi di euro di fatturato e 2.4 milioni di posti di lavoro in più in Europa, stimati nell’arco dei prossimi 5 anni, il Cloud Computing sarà un attore determinante per la crescita economica globale negli anni a venire, tanto da essere considerata la nuova rivoluzione industriale, in grado di modificare l’intero paradigma dell’informatica attuale.

Da gennaio 2011 a oggi, secondo i dati sull’occupazione di Michael Page International, leader europeo nel recruitment specializzato in ambito middle e top management, emergono già i primi effetti positivi sul mercato del lavoro in Italia: primo fra tutti, l’aumento (+20%) delle richieste di nuovi inserimenti da parte delle aziende di figure riconducibili al “sistema cloud” e all’implementazione di progetti dedicati, su tutti i livelli, sia sul fronte dei fornitori che quello dei fruitori di questa nuova soluzione tecnologica.

Il concetto di cloud non è nuovo. Magari senza saperlo ognuno di noi utilizza già la nuvola sotto forme più diverse. L’dea di base è semplice: dati, software e servizi possono essere separati dal server aziendale o dal pc personale per essere depositati all’esterno, in enormi data center appositi, accessibili via internet, rappresentata come una nuvola.

“Il Cloud Computing, la novità più concreta degli ultimi anni nell’infomation tecnology, rivoluzionerà l’intero comparto, mobilitando anche il lavoro – conferma Angela Battaglia, Manager della divisione Technology di Michael Page – Tutte le grandi aziende del mondo ICT si sono mosse in direzione della “nuvola”, per diventare fornitori di questi servizi, e questa è forse la più importante conferma delle potenzialità di questa tecnologia. Altre aziende (chiamate clienti amministratori) hanno scelto di amministrare ciò che viene proposto dai grandi provider, customizzando e configurando l’offerta con l’aggiunta di software ad hoc. Ma il vero cambiamento dovrebbe essere al livello delle medie e piccole imprese che potrebbero vedere alla loro portata strumenti che prima erano a disposizione solo delle aziende più ricche.”

I vantaggi sono notevoli, e per approfondire con completezza questo argomento è utile analizzare le dinamiche sul piano aziendale. Con questa tecnologia in azienda ogni dipendente potrà accedere in ogni momento e in ogni luogo al proprio terminale (non servirà più un vero e proprio computer) e, attraverso un browser abilitato, potrà avere accesso a tutti i programmi e dati che gli servono per lavorare e tutto il lavoro sarà sincronizzato sui server del fornitore del servizio. I benefici sono sostanziali: tagli ai costi in termini di hardware, di licenze software e di supporto, venendo a mancare la necessità di aggiornamento dei programmi (che saranno sempre aggiornati in cloud) e avendo delegato tutto il sistema IT fisico al provider.

Con le grandi potenzialità, però, viaggiano di pari passo dubbi e rischi che è fondamentale tenere ben presenti.
“Se allo spauracchio di avere interi reparti IT decimati – aggiunge Angela Battaglia – vengono contrapposte le previsioni che parlano di un giro d’affari da 800 miliardi di dollari nei prossimi due anni e la costituzione di numerosissime nuove imprese specializzate in quest’ambito, meno convincenti sono le risposte in quanto a sicurezza, affidabilità e potenziali problemi di violazione della privacy di cui bisognerà tener conto.”

Fatto sta che il Cloud Computing è già realtà e sempre più aziende si affidano ad esso per il proprio business. Se poi anche le criticità verranno chiarite, è facile prevedere un’esplosione nell’uso di questa tecnologia e, di pari passo, nella richiesta di figure lavorative ad essa collegate.

Secondo l’Osservatorio Michael Page International, dall’inizio del 2011 la percentuale di crescita di figure professionali è del 20% per tutti e tre i livelli del sistema del Cloud (i Grandi System Integrator, i Clienti amministratori, le PMI e grandi aziende) con aumenti retributivi che oscillano tra il 10% ed il 15%. In particolare le figure più ricercate risultano essere, sul fronte dei Grandi System Integrator, il System Engineer con competenze software, hardware e infrastrutturali, che può contare su una retribuzione media annua che va dai 35 ai 40 mila euro, i Data Center Architect che può contare su una retribuzione che oscilla tra i 40 e i 45 mila euro annui e i Responsabili Data Center, che guadagnano dai 45 ai 60 mila euro annui.
I clienti amministratori ricercheranno, invece, figure che possano dare un valore aggiunto ai suddetti servizi, creando pacchetti ad hoc per il cliente finale. Su questo fronte il profilo maggiormente richiesto è l’Application Manager, con competenze manageriali e background tecnico in ambito applicativ, la cui retribuzione media annua oscilla tra i 50 mila e i 70 mila euro.
Per quanto riguarda le aziende, sia le PMI che le Enterprise, saranno determinanti i ruoli dei CIO, figura ricercata maggiormente in aziende medio grandi, con competenze strategiche e di organizzazione, la cui retribuzione varia dagli 80 ai 120 mila euro, l’IT Manager, figura molto ricercata dall’inizio del 2011, capace di selezionare i giusti fornitori, per efficienza, qualità, sicurezza e prezzo e al tempo stesso operativo e molto vicino alle esigenze quotidiane dell’azienda e utente finale. Retribuzione: dai 55 ai 75 mila euro annui. Ed infine molto richiesta dalle aziende risultano essere Tecnici Esperti di questa tecnologia, per non lasciarsi sfuggire quella che si annuncia come la “rivoluzione delle nuvole e la cui retribuzioni va dai 35 ai 50 mila euro l’anno.

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