NGN. Franco Bernabè: ‘Le telco pronte a partire ma l’eccesso di regolazione frena gli investimenti’

di Alessandra Talarico |

A margine della presentazione della relazione annuale, Bernabè ha ribadito che le reti mobili non rischiano il collasso e che le telco sono come dei ciclisti trattenuti per la sella.

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Franco Bernabè

La gara per assegnare le frequenze del dividendo digitale esterno agli operatori mobili sarà effettuata nei tempi previsti, ossia entro il 30 settembre, così come previsto dalla legge di Stabilità. Lo ha ribadito il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, sottolineando che  il disciplinare di gara sarà pubblicato “entro il 25 giugno”, mentre in settimana verrà definito il disciplinare per il beauty contest del dividendo digitale interno, per l’assegnazione di 5 nuovi multiplex di frequenze televisive per il digitale terrestre.

 

Oggi alle 15:00, si è riunito al Ministero dello Sviluppo Economico, il Comitato dei ministri per il bando di gara sull’assegnazione dei nuovi spazi agli operatori telefonici. Del comitato fanno parte il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dell’Economica e il Ministero della Difesa. All’incontro è stato invitato il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che stamani ha presentato la sua relazione annuale. Una relazione che fa il punto sulle luci e le ombre del mercato italiano, e che – in alcuni punti – non ha trovato d’accordo il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè, che ha ribadito quanto già dichiarato nei giorni scorsi in un’intervista al Corriere della Sera, e cioè che il pubblico ostacola gli investimenti dei privati sulla rete di nuova generazione.

Calabrò ha usato una metafora ciclistica per definire la situazione delle telco italiane: “gli operatori di telecomunicazione – ha detto Calabrò – stanno in surplace, come i ciclisti nelle gare su pista”, ma per Bernabè questa definizione andrebbe ridefinita: “noi siamo pronti a partire – ha sottolineato il presidente di Telecom Italia – ma siamo trattenuti per la sella”.

Riguardo gli investimenti nella fibra ottica, ha detto Bernabè, “noi abbiamo i nostri piani, ma un eccesso di regolamentazione ci impedisce di partire”.
Ogni progetto di investimenti sulle reti di nuova generazione (NGN) “…deve essere fatto con gli strumenti giusti” e se la Cassa Depositi e Prestiti deve intervenire,“lo deve fare con la modalità giusta”.

 

Il manager ha indicato come esempio di investimento virtuoso quello effettuato da F2i in Metroweb: si è trattato – ha spiegato – di un investimento “fatto in modo imprenditoriale, rispettoso del mercato, che noi appoggiamo e riteniamo di grande utilità”.

Bernabè ha quindi ribadito il sostegno di Telecom Italia al Tavolo Romani, purchè, ha ribadito, non si cambino le condizioni a cui era stato prospettato, ovvero “di condividere le infrastrutture passive in modo neutrale rispetto all’architettura di rete e rispettando il principio di sussidiarietà. Se queste condizioni ci sono, siamo favorevoli al Tavolo Romani”, ha aggiunto.

Bernabè ha quindi espresso disaccordo anche in merito a un’altra affermazione fatta da Calabrò già lo scorso anno, in merito al prossimo collasso delle reti mobili: “noi e tutti gli altri operatori – ha detto – stiamo investendo per far fronte alla crescita del traffico e confidiamo che le reti mobili reggano, nonostante la forte concorrenza nel settore e quindi la riduzione delle risorse necessarie agli investimenti”.