Terminazione fissa: richiamo Ue all’Agcom

di Alessandra Talarico |

Bruxelles chiede di accelerare sulla simmetria. Agcom ha fatto sapere di 'tenere in debita considerazione le valutazioni Ue, che saranno tra gli elementi alla base dell'elaborazione del provvedimento'.

Unione Europea


Corrado Calabrò

La Commissione europea ha espresso il proprio parere in merito allo schema di provvedimento in materia di tariffe di interconnessione fissa che l’Agcom ha elaborato a marzo e ha chiesto all’autorità italiana di giungere alla  piena simmetria tra le tariffe di terminazione di Telecom Italia e quelle dei suoi concorrenti già quest’anno, non nel 2012 come invece previsto nella bozza posta a consultazione.

Il provvedimento posto al vaglio della Ue prevede che le tariffe 2011 per i servizi di interconnessione di Telecom Italia sottoposti a regolamentazione non subiscano variazioni rispetto al 2010. Inoltre, per quanto riguarda la garanzia della piena simmetria, l’Autorità ha stabilito che questo risultato si raggiunga nel 2012, provvedendo in primo luogo a definire le tariffe di interconnessione in tecnologia IP.
In tal modo, l’Autorità intendeva incentivare tutti gli operatori ad accelerare la transizione verso architetture di interconnessione in tecnologia IP, che risultano più efficienti a beneficio degli operatori stessi e, quindi, dei loro clienti.
 

La Commissione ritiene tuttavia che la proposta elaborata dall’Agcom non segua il principio di orientamento ai costi, così come previsto dalle direttive comunitarie e già lo scorso anno aveva invitato l’Autorità italiana a “fissare le tariffe degli operatori alternativi al livello di un operatore efficiente e in maniera da essere equivalenti al livello della tariffa definita per la terminazione di Telecom Italia”.

 

La terminazione è il servizio grazie al quale un operatore “consegna” la chiamata ad un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore.
Nel 2006, per incoraggiare l’ingresso dei nuovi operatori nel mercato della telefonia fissa in Italia, Agcom aveva imposto misure regolamentari sia all’incumbent sia agli operatori alternativi – come ad esempio Fastweb, Wind, BT Albacom – data la posizione dominante di ciascun operatore sulla propria rete.
Sugli operatori alternativi, tuttavia Agcom, ha proposto l’imposizione di obblighi regolamentari più leggeri rispetto all’operatore dominante, attuando i cosiddetti “obblighi regolamentari asimmetrici”.
In sostanza, gli operatori alternativi sono stati autorizzati a far pagare tariffe di terminazione più alte per quattro anni, fino al raggiungimento della simmetria con le tariffe di Telecom Italia.
Alla base della decisione, il fatto che i new entrant non godono delle stesse economie di scala dell’operatore storico ed è dunque giusto consentire loro di applicare tariffe di terminazione più alte dell’incumbent.

 

L’Agcom, dal canto suo, ha dichiarato a Key4biz di “aver preso atto delle valutazioni espresse dalla Commissione” e fa sapere che, “…nello stesso spirito di collaborazione che ha contraddistinto i precedenti confronti con Bruxelles, terrà questi elementi in debita considerazione nell’elaborazione della proposta, che sarà poi sottoposta a consultazione pubblica”.

 

La decisione della Commissione è basata sull’Articolo 7 della Direttiva Quadro sulle comunicazioni elettroniche (2002/21/EC) che conferisce alla Commissione il compito di assicurare l’applicazione dei principi di diritto della concorrenza in modo conforme da parte delle Autorità nazionali di regolamentazione in questo settore. Gli Stati membri dovranno recepire il nuovo articolo entro il 25 maggio.

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