Terremoto in Giappone: servizi tlc interrotti in diverse regioni. Internet regge e Google offre aiuto nelle ricerche

di Alessandra Talarico |

La società di Mountain View ha messo a diposizione il suo servizio Google Person Finder, mentre si registrano i primi attacchi di tipo blackhat SEO, utilizzati dai cybercriminali per dirottare gli utenti verso siti contenenti minacce pericolose.

Giappone


Terremoto in Giappone

Le due potentissime scosse che hanno fatto tremare il Giappone hanno inevitabilmente avuto ripercussioni anche sui sistemi di telecomunicazioni. I tre maggiori operatori mobili del Paese – NTT DoCoMo, KDDI e Softbank Corp – hanno infatti reso noto che i loro servizi sono stati interrotti in diverse regioni.

Le connessioni mobili – ha affermato il portavoce di NTT DoCoMo Atsuko Suzuki – sono deboli in tutto il Paese in particolare, ha aggiunto il portavoce di Softbank Makiko Ariyama, nelle regioni di Tohoku, Kanto e Tokai. Le tre società stanno verificando eventuali danni alle strutture.

Due scosse di magnitudo 8,8 della scala Richter hanno colpito il Paese alle 14:46 ora locale, con epicentro a 130 chilometri ad est della costa di Honshu a una profondità di 24 chilometri. Si è trattato del settimo più potente terremoto mai registrato nella storia. I grattacieli di Tokyo hanno ondeggiato e la popolazione è scesa in strada per cercare rifugio. Un primo bilancio provvisorio parla di 19 morti, mentre la Japan metereological agency ha lanciato l’allerta tsunami nelle prefetture di Iwate, Ibaraki, Miyagi e Fukushima, prevedendo onde anomale fino a 10 metri di altezza nelle prefetture di Miyagi e Ibaraki.

L’allerta tsunami è stata estesa all’intero Oceano Pacifico, all’Alaska e le Hawaii, e sarebbero a rischio anche l’Australia e il Sud-America. In Asia analoghi allarmi sono stati diramati dalla Russia per la Siberia e le isole Curili, a Taiwan, nelle Filippine e in Indonesia. Altrettanto è avvenuto in Oceania, dove in particolare evacuazioni di massa sono state intraprese alle Marianne.
A Tokio sono rimasti senza energia elettrica circa 4 milioni di abitazioni e due impianti nucleari nella prefettura di Fukushima sulla costa del Pacifico hanno bloccato in automatico le attività.

La rete internet, per fortuna, ha retto e le web company come Google sono subito scese in campo per aiutare nella ricerca dei dispersi. Come aveva già fatto un anno fa per le catastrofe verificatisi in Cile e ad Haiti, la società di Mountain View ha messo a diposizione il suo servizio Google Person Finder: all’indirizzo japan.person-finder.appspot.com è possibile ottenere informazioni sui numerosi dispersi ed effettuare eventuali segnalazioni utili per le ricerche.

A poche ore dalla tragedia, erano oltre 3.000 i post registrati dal servizio, mentre il numero di tweet provenienti da Tokyo è schizzato a circa 1.200 al minuto.

Come sempre più spesso accade, infine, si sono attivati anche gli hacker pronti a sferrare attacchi di tipo blackhat SEO, per dirottare gli utenti verso siti illegittimi contenenti minacce pericolose. Uno dei siti che appare utilizzando la parola chiave “most recent earthquake in Japan” conduce infatti a varianti FAKEAV, rilevate da Trend Micro come Mal_FakeAV-25.

Gli esperti consigliano quindi a chi volesse tenersi aggiornato sulla situazione in Giappone, di utilizzare sono fonti di informazione affidabili.