Social gaming: Zynga vale 7 miliardi e alimenta i timori di una nuova bolla

di Alessandra Talarico |

Anche se c'è ancora incertezza sul se e come questi fondi verranno raccolti, sul mercato privato si è già scatenata la corsa per accaparrarsi i titolo del gruppo, che lo scorso anno ha messo a segno un'acquisizione al mese.

Stati Uniti


Farmville

Zynga, la società produttrice di giochi per Facebook come Mafia Wars e FarmVille, è in trattative in vista di una raccolta fondi da 250 milioni di dollari, nell’ambito di un accordo che porterebbe il valore della società, nata tre anni fa, tra i 7 e i 9 miliardi di dollari.

La notizia, riportata dal Wall Street Journal, è il segno dell’entusiasmo crescente degli investitori verso le società del Web 2.0. Un entusiasmo forse eccessivo e che sta facendo temere una nuova bolla speculativa attorno a società, non ancora quotate, che contano tantissimi utenti ma danno poche certezze in fatto di redditività (leggi articolo).

Zynga, che ad aprile ha presentato i documenti per avere l’autorizzazione a emettere nuove azioni che portavano il valore della compagnia a 4 miliardi di dollari, ha lanciato di recente il suo nuovo gioco, CityVille, che ha raccolto 16 milioni di utenti nel primo mese. Ciò che rende Zynga attraente, tuttavia, non è tanto il successo dei suoi giochi, quanto la sua capacità di sfruttare il social gaming per fare soldi.

In FarmVille e CityVille, che tendono a creare anche una certa dipendenza tra gli adepti (ne contano il primo 96 milioni e il secondo 51 milioni), le persone spendono soldi veri per acquistare beni virtuali funzionali al gioco, come i semi per le colture nel primo, o il denaro virtuale per costruire gli edifici nel secondo.

In tutto, i giochi prodotti da Zynga vantano 275 milioni di utenti attivi al mese, per un fatturato che – secondo una fonte – lo scorso anno si sarebbe aggirato attorno agli 850 milioni di dollari e un utile di 400 milioni.

Gli osservatori ritengono che Zynga non abbia bisogno di finanziamenti perché abbastanza redditizia di suo, ma la società ha già raccolto 360 milioni da diverse venture capital, senza contare una somma non meglio precisata investita da Google, e potrebbe sbarcare in Borsa nel giro di uno-due anni. Ipotesi che sembrerebbe confermata dall’assunzione, lo scorso anno, di  Dave Wehner della banca d’investimenti Allen & Co: una mossa in cui molti hanno visto i primi presupposti per la preparazione all’IPO.

Anche se c’è ancora incertezza sul se e come questi fondi verranno raccolti, sul mercato privato si è già scatenata la corsa per accaparrarsi i titolo del gruppo, che lo scorso anno ha messo a segno un’acquisizione al mese, assumendo – in un periodo di forte crisi – 800 persone, per giungere a un totale di 1.500 dipendenti.
Larry Albukerk, amministratore delegato della società d’investimenti californiana EB Exchange Funds – che ha già piazzato titoli ‘caldi’ come quelli di Facebook, LinkedIn e Twitter in accordi per decine di milioni di dollari – ha affermato di aver già ricevuto chiamate per Zynga da più di 100 manager e investitori professionisti e sostiene che Zynga, dopo Facebook, è attualmente la compagnia più ‘hot’ sulla piazza.