IPocalypse. Dalla Germania Bitkom lancia l’allarme: ‘Europa in ritardo rispetto ad America e Asia nel passaggio all’IPv6’

di Raffaella Natale |

Per la fine dell’anno non ci saranno più indirizzi disponibili con lo standard IPv4.

Europa


IPv6

La mancanza di indirizzi internet è “particolarmente problematica per l’Europa“, che registra un notevole ritardo anche nello sviluppo del nuovo standard IP.

 A dirlo è questa volta la tedesca Bitkom (Federal Association for Information Technology, Telecommunications and New Media).

Per la fine del 2011 – ha commentato August-Wilhelm Scheer, presidente di Bitkom – non ci saranno più indirizzi disponibili in formato IPv4″.

La situazione è più difficile per l’Europa, dove il passaggio all’IPv6 sta procedendo con molta fatica, che registra un rallentamento rilevante rispetto ad Asia e America.

 

Un indirizzo IP è una sequenza di numeri che consente di identificare univocamente un dispositivo collegato a internet.

L’Icann (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha già lanciato l’allarme per sostenere la necessità del passaggio al nuovo standard IP.

“La grande riserva di indirizzi si esaurirà nelle prossime settimane”, ha avvertito Lorenzo Colitti, ingegnere di Google che sta curando il passaggio della web company al nuovo standard. “Bisogna far qualcosa e l’IPv6 sembra l’unica soluzione a lungo termine“.

 

Al momento internet funziona con lo standard IPv4 che prevede l’esistenza di 4 miliardi di indirizzi gestiti dall’Icann, adesso ne restano disponibili solo il 5%. E’ ormai da diversi anni che l’Icann chiede l’adozione del nuovo standard IPv6 che riserva 128 bit per gli indirizzi.

Il protocollo IPv4, in uso dal 1981, ha infatti una disponibilità limitata ed è, dunque, quanto mai urgente passare al nuovo protocollo IPv6 – standardizzato già da 10 anni – e che, come spiega Wikipedia, gestisce invece “fino a circa 3,4 × 1038 indirizzi (280.000.000.000.000.000 indirizzi unici per ogni metro quadrato della superficie terrestre)”.

 

Con l’attuale standard, ha ribadito Bitkom, si rischia che dispositivi elettronici differenti debbano condividere lo stesso indirizzo internet, invece d’avere numeri identificativi unici, con la conseguenza di rendere più difficile la navigazione.

I sistemi gestirebbero male le connessioni multiple su indirizzi condivisi, in quanto le applicazioni non riuscirebbero a fare le differenza tra utenti.

 

La Bitkom s’è rivolta ai fornitori d’accesso tedeschi, chiedendo di affrontare urgentemente il problema. L’associazione ha sottolineato i rischi per la sicurezza, visto che oggi quasi tutti i dispositivi prevedono il collegamento internet, da quelli delle abitazioni, alle automobili agli apparecchi medici (pacemakers).