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Dopo la chiusura dei contenziosi in Brasile e Argentina, Telecom Italia ha annunciato il raggiungimento di un’intesa tra la controllata ETI (Euro Telecom International NV), il Governo boliviano e l’operatore telefonico Entel Bolivia per porre fine alla controversia sorta nel 2007 a seguito dell’espropriazione della partecipazione detenuta da ETI in Entel Bolivia.
Alla fine di marzo del 2007, il presidente boliviano Evo Morales, ha emesso un decreto con l’ordine di vendere allo stato boliviano parte o tutta la sua quota del 50% in Entel Bolivia, acquisita da Telecom Italia nel 1995 attraverso la controllata ETI. Il governo Morales accusava Telecom di aver commesso irregolarità nella gestione e nell’amministrazione della società, istituendo una commissione ministeriale volta a ‘recuperare’ Entel, visto che ETI non avrebbe rispettato gli impegni presi in termini di investimenti e avrebbe effettuato nel 2005 una riduzione di capitale di Entel, giudicata illegittima.
 Con un secondo decreto, il governo boliviano ha quindi trasferito, a titolo  gratuito, la quota del 47% di Entel gestita da due fondi privati e annullato  altri provvedimenti, tra cui quelli del 1995 relativi alla privatizzazione di  Entel, “togliendo di mezzo con un colpo solo – spiegava Telecom Italia – e sempre con effetto retroattivo, la base normativa con cui dodici anni prima  veniva avviata la privatizzazione di Entel” e collocando “nei fatti,  l’operazione sul capitale fuori dal contesto legale in vigore nel 2005”.
  
Telecom Italia definì questa operazione un vero e proprio “esproprio“, basato su accuse “infondate e pretestuose” dal momento che ETI aveva di fatto portato a termine tutti gli impegni presi col governo boliviano al momento della privatizzazione, realizzando investimenti pari a 720 milioni di dollari. Importo superiore all’impegno contrattuale di 610 milioni di dollari assunto da ETI con il governo boliviano all’atto della privatizzazione.
Sulla base degli accordi internazionali per la protezione degli investimenti stranieri, il gruppo italiano aveva quindi presentato una richiesta di arbitrato contro lo Stato boliviano davanti al Centro internazionale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti, che dipende dalla Banca mondiale, richiedendo un risarcimento danni per l’espropriazione. Risarcimento che è stato stabilito nella cifra di 100 milioni di euro.
 “Il procedimento – ha spiegato quindi Telecom Italia – sarebbe entrato  nella fase dibattimentale nel corso del mese corrente. A seguito dell’emissione  di un Decreto Supremo del Presidente della Repubblica di Bolivia e del pagamento  a ETI di un importo pari a 100 milioni di dollari, si è invece proceduto alla  sottoscrizione di un accordo transattivo che prevede anche la rinuncia delle  parti a qualsiasi altra pretesa reciproca e la chiusura immediata di tutti i  contenziosi”.
 L’indennizzo, oltre a risarcire il gruppo italiano per la perdita del valore  della partecipazione, copre tutte le spese legali e consentirà di evitare le  lungaggini legate all’ottenimento di un lodo favorevole, permettendo al contempo  di mantenere le relazioni commerciali tra Entel Bolivia e il Gruppo Telecom  Italia.
L’operazione – conclude la nota della società italiana – ha un effetto positivo per circa 30 milioni di euro sul bilancio consolidato del gruppo.


