Cellulari e salute: la FCC cambia posizione sui livelli SAR. I test spettano ai produttori

di Alessandra Talarico |

In Italia cresce l'allarme sulle 'batterie che esplodono', dopo il ferimento a un occhio di un ragazzo, provocato da una batteria made in China.

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Bimbi e cellulari

Senza emettere un apposito comunicato, ma attraverso una semplice informativa pubblicata sul suo sito internet, la Federal Communications Commission americana ha rivisto la propria posizione in merito alla sicurezza dei telefonini, con una mossa che ha fatto arrabbiare non poco le associazioni dei consumatori, che accusano la Commissione di voler ridimensionare i timori relativi alle emissioni radio.

Secondo la FCC, le precedenti disposizioni sulle emissioni SAR dei cellulari erano ‘confuse’ e non mostravano con chiarezza se un cellulare è più sicuro di un altro. L’Ente ha quindi deciso di far ricadere sui costruttori l’obbligo di condurre i test sul livello di emissioni SAR, cioè il valore che misura la quantità di potenza da radio frequenze assorbita dal corpo quando è esposto ad un campo elettromagnetico. Devono essere, insomma, i produttori a testare il funzionamento dei telefonini, per stabilire il livello di emissioni in ogni possibile condizione e per tutte le bande di frequenza.

 

Le associazioni, ma anche scienziati e alcuni legislatori, sostengono invece che debba essere il regolatore a stabilire la sicurezza dei cellulari, non gli stessi produttori, che hanno troppo interesse in gioco e finora hanno tralasciato, nei loro test, di verificare l’impatto delle emissioni sui più giovani.

 

La Federal Communications Commission ha imposto un limite SAR medio di 1,6 watts per chilogrammo di tessuto corporeo, ma le informazioni relative ai livelli di radiazione non sono facilmente reperibili all’acquisto di un cellulare. Recentemente, quindi, la città di San Francisco ha votato un’ordinanza che obbligherà i venditori di telefonini a mettere in bella evidenza il valore SAR per fornire maggiore trasparenza e informazione ai consumatori, per i quali questa è un’aria di interesse e preoccupazione.
In base alla nuova legge – contro cui ha fatto ricorso la CTIA, che riunisce i produttori wireless americani – le grandi catene di distribuzione dovranno rendere evidenti i livelli SAR da febbraio, gli altri negozi a partire dal 2012.
 

Secondo la FCC, tuttavia, usare un cellulare con un limite SAR basso, non è sinonimo di maggiore sicurezza, così come usarne uno con livelli più alti non necessariamente implica una maggiore esposizione alle emissioni.

 

“Mentre i valori di SAR sono uno strumento importante per giudicare la massima esposizione possibile alla radiofrequenza di un particolare modello di telefono cellulare, un unico valore SAR non fornisce informazioni sufficienti per effettuare un confronto affidabile tra i singoli modelli”, ha spiegato la FCC, sottolineando che “…i valori SAR raccolti dalla FCC hanno il solo scopo di garantire che il cellulare non superi i livelli massimi d’esposizione, anche quando si opera in condizioni che comportino il più alto livello possibile di assorbimento di energia RF per utente”.

 

In Italia, intanto, è scattato l’allarme sulle ‘batterie che esplodono’, a seguito di un incidente occorso nei giorni scorsi a un ragazzo cui l’esplosione di una batteria non originale – prodotta in Cina – ha causato il ferimento di un occhio.

Adiconsum ha lanciato a tale proposito una campagna di educazione sociale nelle scuole, per mettere in guardia i più giovani soprattutto sugli acquisti via internet, che potranno essere convenienti ma nascondono non poche incognite, non solo per quanto riguarda l’hitech, ma anche altri settori, come la moda.