Antitrust: ridotte a 10 mila euro le multe inflitte a Telecom Italia e Vodafone per pubblicità ingannevole

di Antonietta Bruno |

Italia


Antitrust

Telecom Italia e Vodafone ‘graziate’ dall’Antitrust. Dopo il ricorso al Tar del Lazio avanzato dalla due società – condannate  rispettivamente tre anni fa a sanzioni per 43.100 euro e 33.100 euro (la prima per avere trasmesso due messaggi pubblicitari diffusi in collaborazione con le società Zero 9 e M-platform mentre la seconda per essersi legata a due messaggi pubblicitari diffusi sempre attraverso la rivista ‘For men magazine’ e uno spot televisivo), l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso per la riduzione delle ammende portandole entrambe a 10 mila euro.

 

La rideterminazione delle multe inflitte per ‘pubblicità ingannevole e comparativa’ poichè, in entrambi i casi, il contenuto dei messaggi risultava essere ingannevole in ordine alle caratteristiche, alle condizioni economiche ed alle modalità di fruizione dei servizi a sovrapprezzo e di suonerie per cellulari pubblicizzate, potendo, per tale motivo, pregiudicare il comportamento economico dei consumatori, è stata decisa a seguito della remissione della pratica dal Tar all’Authority.

 

Telecom Italia, nello specifico, ha più volte ribadito di considerare il provvedimento illegittimo, anche nella parte attestante la violazione delle norme in materia di pubblicità ingannevole, e per la quale già il 3 agosto del 2007 presentò ricorso in appello dinnanzi al Consiglio di Stato per l’integrale annullamento del provvedimento. Inoltre, la stessa società di telecomunicazioni ha sostenuto di non avere fornito alcun contributo alla realizzazione del messaggio, non avendo “ideato, realizzato, o diffuso tali comunicazioni promozionali”. Si sarebbe, insomma, trattato di iniziative autonome e unilaterali di Zero 9 S.r.l. e M-Platform S.r.l., di cui Telecom Italia non era a conoscenza, realizzate senza alcuna autorizzazione avente ad oggetto l’utilizzo del proprio logo.

 

Simili contestazioni, sono arrivate puntuali anche da Vodafone dichiaratasi sin da subito “estranea ai fatti rispetto al messaggio pubblicitario giudicato ingannevole”, essendo questo stato “ideato e diffuso da Dada in totale autonomia e nel proprio esclusivo interesse”.

 

Secondo la multinazionale insomma, le accuse mosse difetterebbero dei “presupposti per l’individuazione di una responsabilità editoriale, essendosi Dada sottratta all’obbligo di sottoporre preventivamente il messaggio alla valutazione di Vodafone, che non lo ha mai visionato, né espressamente approvato, né fatto proprio”.

 

Ora l’epilogo, con la decisione dell’Antitrust che ha accolto solo parzialmente le motivazioni delle due Società, riducendo le rispettive ammende a 10 mila euro, salvo anche eventuale nuovo ricorso straordinario che le due potrebbero, ora, presentare direttamente al presidente della Repubblica.