NGN: Passera (Intesa Sanpaolo) al WSJ: ‘250 mld per rafforzare infrastrutture e uscire da crisi, ma Telecom Italia si allei ai competitor’

di Alessandra Talarico |

Paolo Romani, intanto, propone una ‘società delle infrastrutture di rete’ per unire gli operatori nella realizzazione dell’infrastruttura e farli poi competere sui servizi.

Italia


Corrado Passera

Il sottosegretario allo sviluppo economico, Paolo Romani, è intervenuto stamani sul tema della rete NGN, sottolineando che il governo proporrà, nell’ambito del tavolo di confronto con gli operatori, la realizzazione non tanto di una società della rete quanto quella di una “società delle infrastrutture di rete”, in modo tale da “mettere cavi doppi e fibra spenta” tutti insieme e poi lasciare che ogni giocatore faccia la sua partita sul campo comune.

La rete, ha ribadito Romani, deve essere “una sola” pertanto gli operatori sono in un certo senso ‘obbligati’ a mettersi tutti insieme intorno a un tavolo.

“E’ ovvio – ha aggiunto – che Telecom Italia faccia resistenza, ma posso immaginare che con una proposta senza precondizioni, possa accettare di sedersi al tavolo”.

Sull’opportunità che l’ex monopolista italiano, che il 13 giugno incontrerà l’Agcom sempre nell’ambito del confronto per la realizzazione della rete in fibra ottica, si unisca agli altri operatori per accelerare l’infrastrutturazione digitale del Paese, è intervenuto in un’intervista al Wall Street Journal anche Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, la banca che possiede importanti partecipazioni nei maggiori gruppi industriali italiani, da Alitalia a Telecom Italia.

Anche se Passera è riuscito a guidare il maggiore istituto di credito italiano attraverso la crisi senza ricorrere ad aiuti dal governo o a nuove iniezioni di capitale, il bel Paese si trova attualmente nella più grave recessione dal secondo dopoguerra, con un PIL previsto in crescita dell’1% quest’anno dopo un calo del 5,1% nel 2009.

Il 70% degli asset di Intesa Sanpaolo sono in Italia e la banca ha linee di credito con famiglie e aziende per 500 miliardi di euro, circa un terzo del PIL italiano. Per queste partecipazioni, Intesa Sanpaolo è considerata, sottolinea il quotidiano, una “banca di sistema”, un titolo ‘informale’ tradizionalmente attribuito a Mediobanca di Enrico Cuccia, che era riuscito a cucire un insieme di partecipazioni incrociate in aziende italiane che gli hanno permesso di tirare le fila dell’economia italiana per decenni.

 

Abilità che Passera ha raccolto è che è diventata evidente nel 2008, quando il banchiere ha contribuito a formare il consorzio di investitori per ‘salvare’ Alitalia.

Come fare, dunque, per riportare in vita la “moribonda economia italiana”?

Per Passera la ricetta è semplice: bisogna fare sistema, convincendo governo e investitori privati a spendere in infrastrutture.

“E’ necessario – ha dichiarato Passera al WSJ – un investimento di circa 250 miliardi di euro in 5 anni per rafforzare strade, aeroporti e telecomunicazioni”.

Passera ha quindi negato che la manovra finanziaria da quasi 25 miliardi varata dal governo sia un ostacolo agli investimenti in infrastrutture: “Una buona gestione della spesa pubblica è del tutto compatibile con una certa quota di investimenti a lungo termine”, ha affermato, sottolineando che la maggior parte dei finanziamenti potrebbe venire dal settore privato, a patto che il governo metta in piedi un “meccanismo…di garanzie pubbliche”.

 

Un esempio di come le infrastrutture italiane abbiano perso terreno rispetto agli altri Paesi europei è la rete a banda larga, che risulta lenta e a macchia di leopardo, basata per la gran parte sul rame e non sulla fibra ottica.

“L’ex monopolio statale Telecom Italia – spiega il WSJ – ha recentemente annunciato investimenti per 7 miliardi di euro nelle infrastrutture, inclusa la fibra ottica, ma molti analisti hanno messo in dubbio la capacità del gruppo di finanziare una nuova rete”, schiacciata com’è da un debito di 33 miliardi  di euro.

 

Per poter rispettare il suo piano d’investimenti, secondo Passera, Telecom non dovrebbe far altro che unirsi ai competitor, piuttosto che cercare di finanziare da sola una rete in fibra ottica.

“Dovremmo concentrare i nostri sforzi in una rete moderna ed efficace, poiché la concorrenza a questo livello non è il modo migliore possibile per investire il denaro”, ha affermato ancora Passera.