Privacy: proseguono le denunce contro Google. E mentre l’Australia attacca, la Turchia ‘per ragioni legali’ impedisce l’accesso ad alcuni servizi

di Antonietta Bruno |

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Dopo Italia, Spagna, Francia e Germania, anche l’Australia, secondo il sito web del Guardian, avvia una sua indagine sulle possibili violazioni della privacy da parte di Google. Infrazioni, che nel particolare, riguardano le rilevazioni di dati sensibili e privati captati dalla ‘google cars‘ attraverso connessioni internet senza fili (Wi-Fi) non protette.

 

Continua a creare tensione, dunque, l’idea della campagna di mappatura delle strade delle varie metropoli, e a preoccupare il materiale attestato in circa 600 gigabyte di dati personali intercettati dagli operatori di Google e che verranno ora condivise con i governi europei.

Questa, infatti, la decisione presa dal colosso informatico Usa accusato di non avere rispettato i dettami della privacy e intimato a sospendere qualsiasi trattamento dei dati incriminati in suo possesso. ‘Vizi’ di una procedura contestato in tutto il mondo e riconosciti dalla stessa società informatica che ha ammesso di aver registrato ‘involontariamente’ le attività online degli utenti di reti pubbliche wi-fi con le antenne delle sue auto che dal 2007 girano le strade di tutto il mondo per creare le mappe fotografiche consultabili su Street View.

 

Sulla stessa problematica, interviene anche la Turchia eliminando, tra i servizi offerti da Google, traduzioni e scambio di documenti. A prevederlo, la presidenza delle Telecomunicazioni (Tib), che ha diffuso un comunicato nel quale si spiega la decisione di impedire l’accesso ad alcuni indirizzi di Google ‘per ragioni legali’. Gli utenti di internet in Turchia avevano di recente manifestato difficoltà ad accedere a docs.google.com, translate.google.com, books.google.com, google-analytics.com e tools.google.com. Secondo l’Autorità per le telecomunicazioni, il fatto che alcune applicazioni di Google risultino completamente inaccessibili o impieghino molto tempo a caricare può danneggiare alcuni siti, portali o anche singoli computer.

 

“Lasciando da parte lo status giuridico, prima di tutto ci stanno danneggiando“, ha detto l’avvocato Mehmet Ali Koksal commentando il comunicato emesso dalla Tib e aggiungendo che il Congresso legale sull’Informazione tecnologica, dove parteciperanno membri dell’Autorità delle Telecomunicazioni, si terrà a Izmir da mercoledì a venerdì prossimo. “Abbiamo creato una pagina di Google e stiamo portando avanti le nostre operazioni da là – ha aggiunto – Ora non possiamo dire di più“. Secondo Koksal, il bando messo a punto dalla Tib non punisce Google, ma solo gli utenti.