Apple Vs Flash. Anche Microsoft con Steve Jobs: ‘Flash presenta diversi problemi, ma pronti a lavorare con Adobe per risolverli’

di Alessandra Talarico |

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Botta e risposta tra Apple e Adobe su Flash: dopo la lettera aperta nella quale Steve Jobs motivava il suo no alla tecnologia – definendola lenta, inadatta agli smartphone e ‘chiusa’ –  Adobe ha affidato la sua replica al CTO Kevin Lynch, che si è detto convinto del fatto che se Apple fosse disponibile a collaborare, si potrebbe realizzare una versione di Flash adatta a dispositivi quali l’iPod, l’iPhone e l’iPad. Nel merito della questione, intanto, potrebbe entrare l’Antitrust Usa, che dovrebbe chiarire se le nuovi condizioni contrattuali imposte da Apple agli sviluppatori possano ostacolare la concorrenza nel nascente mercato delle applicazioni mobili.

 

Attualmente i video in formato Flash non sono supportati sui dispositivi Apple, che preferisce formati come HTML5, ma è anche vero che Flash non è più il programma maggiormante diffuso per la creazione di animazioni complesse e multimediali, superato, secondo dati TechCruch, da H.264. Questo formato è utilizzato nel 66% dei video diffusi su internet, contro il 26% di Flash (FLV e Flash VP6), mentre lo scorso anno, le percentuali rispettive erano del 31% contro 69%.

 

A sorpresa, intanto, anche Microsoft sembra aver dato il proprio sostegno alla causa di Apple, sua storica rivale: Dean Hachamovitch, general manager per Internet Explorer, ha infatti affermato che il futuro è di HTML5, le cui specifiche “…comprendono il supporto di video, senza precisare un formato in particolare”.

E’ vero anche, ha aggiunto, che “Flash presenta diversi problemi soprattutto in termini di affidabilità, sicurezza e performance”.

 

Certo, ha sottolineato ancora il dirigente Microsoft, si può lavorare con Adobe per migliorare le performance di Flash, ma per i contenuti mobili è preferibile il formato HTML5, che offre strumenti più semplici, leggeri e aperti per organizzare contenuti e informazioni.

Spiega Aanarav Sareen sull’Huffington Post che “…gran parte del codice generato da Flash per la creazione di un video è inutile”, ne è prova il fatto che, per uno stesso video, Flash CS4 produce un “file Html con 312 linee di codice”, mentre con HTML5, “ne bastano due righe”.

 

Anche se il No di Apple e il sostegno di Microsoft alla crociata anti-Flash appaiono come uno smacco, Adobe non si dice per niente demotivata: la società ha deciso di puntare la propria attenzione ai dispositivi di Google, RIM, Palm, Microsoft, Nokia e altri.

La versione 10.1 del Flash player – adattata ai dispositivi Android – sarà disponibile per maggio.

 

Da giugno in poi, ha aggiunto Lynch, “…arriverà una grande varietà di dispositivi Flash-enabled, in grado di garantire ai consumatori un’ampia ventaglio di scelta”.

 

Il Ceo di Adobe Shantanu Narayen aveva commentato immediatamente la presa di posizione di Apple, definendo ‘una cortina fumogena’ le motivazioni addotte da Jobs per giustificare il rifiuto di Flash.

“Quando si ricorre al linguaggio delle licenze per limitare lo sviluppo, questo non ha niente a che vedere con la tecnologia”.

 

La lettera di Jobs è stata pubblicata in seguito all’annuncio di Adobe di voler bloccare gli strumenti che consentono agli sviluppatori di trasformare il codice Flash per l’utilizzo sui dispositivi Apple. La decisione di Adobe è stata comunque dettata dal fatto che Apple ha apportato delle modifiche ai termini delle licenze che i programmatori devono firmare se vogliono sviluppare applicazioni per i prodotti Apple. Sottoscrivendole, gli sviluppatori si impegnano a non utilizzare strumenti di conversione automatica: in questo modo, però, sono costretti a creare due applicazioni: una per i dispositivi Apple, una per tutti gli altri.

 

Jobs aveva anche affermato, nella sua lettera aperta, che Flash è stata la maggiore causa di crash del sistema sui Mac.

Narayen ha risposto che, se problemi ci sono stati, “hanno sicuramente a che fare col sistema operativo Apple”.

 

La lettera di Jobs ha scatenato i commentatori online, molti dei quali hanno sottolineato che le limitazioni imposte da Apple sui suoi prodotti vanno ben al di là di quelle imposte da Adobe per Flash.