Donne e TV. L’adesione di Cinzia Curti (Presidente di Italica TV)

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Donne e Tv

Per la campagna Donne e Tv, lanciata da Key4biz a sostegno dell’appello alle istituzioni di Gabriella Cims, pubblichiamo oggi l’adesione Cinzia Curti, Presidente di Italica TV.   

 

   

 

Ho subito deciso di aderire alla campagna Donne e Tv (divulgando la notizia quanto più possibile) perché trovo sia una causa giusta e importante. 
Nel corso degli anni, specialmente chi si occupa come me di comunicazione e produzione video, ha dovuto sempre più assistere ad uno “sprofondamento” di valori, rispetto e dignità. La pubblicità ha da sempre puntato al risveglio degli istinti primordiali: fame, sete, sonno, sesso, edonismo. Poi tutto ciò si è via via travasato anche nei programmi e nei varietà fino ad arrivare al massimo del voyerismo: i cosiddetti reality
La dignità e il rispetto sono venuti sempre meno e purtroppo non solo il rispetto fisico e apparente, ma anche e soprattutto quello etico e morale. Sarebbe a mio avviso interessante organizzare un confronto tra gli editori televisivi e il mondo pubblicitario per chiederci verso quale direzione stiamo andando: non ci si può nascondersi dietro la frase “ma fa audience!

  

Gli editori (in generale e quelli televisivi in particolare) hanno anche degli obblighi e delle responsabilità morali, come era ben chiaro a chi avviò la RAI, televisione che ancora oggi avrebbe il ruolo di servizio pubblico (che non è solo quello di trasmettere le partite di calcio): un medium deve far crescere ed educare il proprio pubblico e non al contrario “abbassare” il livello ad un minimo comun denominatore, con i livellamenti verso il basso che vediamo. 
Del resto, la barzelletta che la cultura non fa ascolti, non la beve più nessuno. La dimostrazione è che quando la cultura si sposa in modo corretto con la divulgazione si ottengono comunque gli ascolti: programmi come Quark, Ulisse, La macchina del tempo, Impero ecc.. sono lì a dimostrarlo.

  

La mercificazione sempre più spudorata e a volte persino superflua e fastidiosa dei corpi per lo più femminili sta solo a dimostrare prima di tutto la mancanza d’idee e di spessore di chi li programma e in seconda battuta di chi li guarda.

  

Tutto ciò scatena inoltre delle reazioni devastanti soprattutto nel pubblico più giovane e senza la possibilità di senso critico di valutazione. Assistiamo quindi a dei tristi fenomeni quali l’abbruttimento degli interessi delle ragazze per le quali l’importante è fare la velina, essere magra, eccitante ed attraente anche a costo di immensi sacrifici o dolori, come anoressie o interventi chirurgici testimoniano. Alle scuole medie vi è un pienone di Lolite, sceme come delle capre, ma determinate a sedurre sessualmente chiunque respiri perché è solo così che ci si sente “donne giuste e ammirate“. Nel pubblico maschile, se è possibile, la confusione è ancora peggiore. Nella migliore delle ipotesi, l’abbondanza di così tanta pelle esposta e facilmente disponibile, li porta a considerare il sesso talmente normale e comune al punto tale da non averne quasi più né il gusto, né l’interesse (meglio una partita alla playstation con l’amico del cuore). Oppure l’idea comune è quella delle donne tutte prostitute, facilmente disponibili (e interessate ai soldi e allo status sociale) per cui l’importante è far credere di essere importanti, avere soldi e belle macchine e se è necessario mentire, rubare e truffare chi se ne importa: l’importante è accaparrarsi la più bella del vicinato! 

  

E se non ci stanno? 
Va beh! Nessun problema: le si violenta, tanto sono li per quello, per soddisfare gli uomini!
Una volta, neanche tanto tempo fa, si lottava per la parità di dignità, per il diritto allo studio e la massima ambizione era quella di dimostrare che eravamo dotate di cervello, che potevamo fare le ricercatrici, vincere i Premi Nobel, volevamo essere delle intellettuali: donne sì, ma con il valore aggiunto di un cervello. Ora il resto non conta, bastano due tette enormi (anche siliconate, vanno bene lo stesso).
Che tristezza!

  

Forse penserete che abbia un po’ esagerato, ma purtroppo temo che non sia così e che questa sia solo la punta più evidente di un iceberg molto più grosso e più complesso che non possiamo e non dobbiamo più ignorare perché prima o dopo investirà tutti (anzi la chiglia del Titanic è stata già investita e noi continuiamo a ballare imperterriti nel salone delle feste).
Ben venga quindi sapere che non sono la sola a voler lottare con i “mulini a vento”. Grazie per aver iniziato questa battaglia. Io ci sono e come me molte altre donne.

 

 

 

 

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