mPayment: stentano a decollare in Italia i pagamenti mobili. Transazioni 2009 ferme a poche decine di mln di euro

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Si è tenuto oggi presso l’Aula Carlo de Carli del Politecnico di Milano, il Convegno “Mobile Payment in Italia: finalmente ai blocchi di partenza!”, occasione per fare il punto sullo stato dell’arte del mercato italiano dei pagamenti mobili.

Nell’ambito del convegno sono stati presentati i risultati del primo Rapporto dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment, che ha analizzato ed evidenziato quelli che sono gli elementi non sufficientemente esplorati nello scenario di adozione e che vanno affrontati per facilitare la diffusione di questi modelli.

 

Il rapporto analizza innanzitutto le due declinazioni principali di Mobile Payment: i Mobile Remote Payment (i servizi che consentono di effettuare un pagamento a distanza tramite rete cellulare, quali ad esempio il pagamento dei parcheggi o la ricarica di una smart card per il video on demand su Tv digitale terrestre) e i Mobile Proximity Payment (quelli, cioè,  in cui il pagamento viene effettuato in prossimità, ossia vi è una vicinanza fisica tra acquirente e prodotto/servizio acquistato, quali ad esempio la spesa presso un punto vendita della grande distribuzione o il pagamento del biglietto su un mezzo di trasporto. Le tecnologie che abilitano questi servizi sono le tecnologie a corto raggio come RFId, nella declinazione più rilevante NFC, QrCode o Bluetooth).

 

L’analisi ha incluso anche il Contactless Payment – ossia il pagamento tramite carte con tecnologie contactless – e il Mobile Proximity Marketing & Service – ossia il Marketing legato al cellulare come strumento di comunicazione di prossimità.

 

Dallo studio emerge quindi che il Mobile Payment in Italia è ancora in fase embrionale, sia in termini di diffusione tra gli utenti sia in termini di volume transato.

Nel 2009 il valore delle transazioni, escludendo i contenuti digitali per Mobile come ad esempio, giochi, informazioni, musica  o suonerie, non ha superato le poche decine di milioni di euro ed è stato generato, principalmente, proprio dalle donazioni e dalle ricariche del credito telefonico.

 

L’Sms continua ad essere la piattaforma più usata (77% dei servizi analizzati), mentre sono triplicati rispetto al 2008 i servizi che utilizzano la connessione dati, raggiungendo il 24% del totale dei servizi. La connessione dati include sia il Mobile Internet (cioè browsing da telefono cellulare su siti ottimizzati per il Mobile, pari al 17% del totale servizi e al 68% dei servizi che richiedono connessione dati), sia le applicazioni (cioè applicazioni java o specifiche per alcuni cellulari – come ad esempio per Nokia o iPhone – installabili sul cellulare, pari al 12% del totale dei servizi e al 48% dei servizi che richiedono connessione dati).

Questa crescita rilevante rispecchia il fenomeno del Mobile Internet che si sta affermando grazie alla diffusione di cellulari evoluti (smartphone) e alla riduzione delle tariffe di navigazione per l’utente (ad esempio tariffe flat, promozioni).

 

Sono quindi in crescita, secondo lo studio, le applicazioni di Mobile Remote Payment offerte sul mercato, dal pagamento del parcheggio tramite un Sms, al pagamento dei biglietti sul Mobile site di Trenitalia.

A dicembre 2009, nel nostro paese, sono state identificate 26 applicazioni di Mobile Remote Payment, 1 solo progetto sperimentale di Mobile Proximity Payment, 7 applicazioni di Contactless Payment e qualche sperimentazione di Mobile Proximity Marketing & Service.

I servizi di Mobile Remote Payment passano da 69 nel 2008 a 78 nel 2009 (+13%). I principali servizi di Mobile Remote Payment offerti sono il pagamento della sosta (42%), il pagamento nel settore dell’intrattenimento (17%) e le ricariche telefoniche (14%).

 

A fronte di una notevole effervescenza nel mercato – molteplici piattaforme con caratteristiche differenti – lo studio rileva in Italia una mancanza di standardizzazione, che è anche in parte la causa della limitata diffusione di alcune applicazioni troppo specifiche e settoriali, e la totale assenza di offerte attive nel Mobile Proximity Payment, dove si contano solo sperimentazioni.

 

Uno dei motivi del mancato decollo di questi servizi in Italia potrebbe essere la confusione che ancora circonda queste tecnologie, che molti ancora associano alle classiche carte di credito, quando invece i sistemi contactless sono usati più che altro per i piccoli pagamenti, come l’acquisto del giornale, del caffè o degli snack ai distributori automatici.

Nel giro di due-tre anni, assicurano però i ricercatori dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment, grazie alla crescente diffusione degli smartphone, un quarto degli italiani potrà utilizzare  il cosiddetto mobile payment contacless. (a.t.)

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