Digitale terrestre: le associazioni consumatori minacciano azioni legali, ma DGTVi rassicura ‘I disservizi saranno risolti in qualche giorno’

di Raffaella Natale |

Italia


Antenne paraboliche

“Bilancio positivo” per il viceministro Paolo Romani il passaggio di Roma alla televisione digitale terrestre. Una procedura che “si è conclusa nei tempi previsti e che ha riguardato 500 impianti per oltre 200 comuni, per un totale di 4,5 milioni di persone”. “Un miracolo della tecnologia – ha commentato – reso possibile anche grazie alla collaborazione dei cittadini”.

Ma non tutti condividono l’entusiasmo di Romani.

Giorgio Merlo, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai, ha dichiarato che “Il passaggio al digitale terrestre è un evento importantissimo che avrà ricadute positive sul sistema dell’emittenza e sui servizi di cui potranno beneficiare gli spettatori. Peccato, però, che per moltissime famiglie la questione si stia trasformando in un incubo“.

Aggiungendo, “in alcune regioni come il Piemonte dopo due mesi ci sono situazioni che vanno dal tragico al grottesco”.

“Nel Lazio, a Roma in particolare, il giorno dello switch-off invece è stato in moltissimi casi quello del turn-off, quello dello spegnimento totale con grandissimi disagi. Migliaia e migliaia di famiglie – ha proseguito – si sono ritrovate con lo schermo nero, senza segnale, costrette a resettare i decoder con tutti i problemi del caso”.

“Immaginiamo le difficoltà per tutte le persone, magari di una certa età, non abituate alla gestione di decoder e marchingegni tecnologici. Sinceramente -ha concluso Merlo – ci saremmo aspettati maggiore attenzione e in fin dei conti maggior professionalità nei confronti dei cittadini”.

 

Dall’Udc Roberto Rao ha parlato di “odissea” per i cittadini del Lazio e accusato: “Come nei cinque precedenti passaggi definitivi al digitale, ha prevalso l’approssimazione tecnica e la mancanza di informazione“.

 

Per ovviare ai disagi, la Regione sta distribuendo 1,3 milioni di copie gratuite della Guida pratica al digitale terrestre.

 

Anche le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e il Codacons ha addirittura annunciato un ricorso d’urgenza al tribunale per bloccare lo switch-off.

“I problemi riguardano soprattutto la risintonizzazione dei canali, operazione che sembra meno facile di quanto annunciato – ha spiegato il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – in particolare i maggiori disagi sono segnalati dagli anziani e da coloro che non hanno acquistato un nuovo televisore ma hanno preferito munirsi di decoder. Difficoltà riguardano anche le antenne, che in numerosi casi hanno richiesto l’intervento di un antennista per il loro riposizionamento, con costi (tra antenne, decoder o nuovo televisore) non indifferenti per la cittadinanza”.

 

Tra le lamentele ricevute in questi giorni dal Codacons, vi sono quelle relative alla piattaforma Tivusat, la piattaforma di Rai, Mediaset e LA 7 che, in teoria, dovrebbe essere utilizzata per chi, avendo il segnale tv debole, non riesce a ricevere i canali del digitale terrestre. Peccato che le smart card – in base alle segnalazioni giunte all’associazione – siano introvabili e che il call center per avere informazioni, l’199 309 409 sia una “bufala mangiasoldi“.

Il numero unico, infatti, costa 14,26 centesimi di euro al minuto.

Peccato – ha attaccato il Codacons – che sia impossibile mettersi in contatto con un operatore, qualunque opzione si scelga, salvo non si abbia già la smart card, quelle che appunto non si trovano. Eppure l’opzione 3, stando alla voce automatica, dovrebbe servire a chiedere assistenza“.

 

Il Codacons ha chiesto all’Authority delle Comunicazioni di intervenire e verificare la regolarità di questo call center.

 

Ma a far discutere è anche la posizione dei canali nel telecomando in base al sistema Lcn (logical channel numbering), cioè all’ordinamento automatico. Il comitato di redazione di Rainews 24 protesta per la “retrocessione dal numero 16 al numero 42″ e l’Usigrai parla di “penalizzazione” del canale all news. In base all’intesa tra i soci di DGTVi, ora al vaglio dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni, i canali dall’1 al 9 sono infatti riservati alle ex Tv analogiche (tre Rai, tre Mediaset, poi La7, Mtv e Rete A-All Music); dal 10 al 19 spazio alle emittenti locali, in base alla graduatoria stilata dai vari Corecom; dal 20 in poi, a vari blocchi tematici: al numero 20 c’è Tv 2000, al 21 Retecapri (che però non ha ancora aderito all’accordo), poi i canali per bambini, i semigeneralisti (come Rai 4, Iris o RaiSat), lo sport e le news.

 

A DGTVi, il consorzio di broadcaster coinvolti nel passaggio alla nuova tecnologia, sono sufficientemente sereni: “La parte tecnica – ha sottolineato il presidente, Andrea Ambrogetti – è andata esattamente come ci aspettavamo: tutte le emittenti hanno spento il segnale analogico e l’hanno riacceso in digitale. Già a fine mattinata tutti i segnali erano in onda: sono oltre 200, tra nazionali e locali, i programmi che è possibile vedere”. E la Rai fa sapere che la conversione degli impianti, in particolare quelli di Monte Mario e Monte Cavo, è stata realizzata “entro i tempi previsti e con successo“.

 

Numerose, però, sono le segnalazioni ricevute in queste ore dalle associazioni dei consumatori, da parte di cittadini, soprattutto anziani, che non riescono a vedere la tv anche dopo aver risintonizzato i decoder: operazione che andrà con ogni probabilità ripetuta più volte nei prossimi giorni.

 

Disservizi che in ogni caso “saranno risolti presto, al massimo nel giro di qualche giorno”, ha detto ancora Ambrogetti: “Siamo al sesto switch-off e sapevamo a che cosa andavamo incontro, tanto più perché si tratta del più grande passaggio del genere mai realizzato in Europa. La parte tecnica è andata esattamente come ci aspettavamo: tutte le emittenti hanno spento il segnale analogico e l’hanno riacceso in digitale. Già a fine mattinata tutti i segnali erano in onda: sono oltre 200, tra nazionali e locali, i programmi che è possibile vedere”.

 

C’è poi “la parte relativa alle reazioni degli utenti e ai problemi che ciascuno prova ad affrontare: il più importante – ha ammesso Ambrogetti – riguarda la risintonizzazione dei decoder, tema centrale anche delle telefonate che stanno arrivando in queste ore al numero verde messo a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico. E’ un’operazione che stanno affrontando tutti: siamo certi che le difficoltà nella giornata di oggi e in parte nei prossimi giorni potranno essere risolto”.

 

C’è però chi lamenta problemi di ricezione anche dopo la risintonizzazione: “I disservizi – ha precisato Ambrogetti – potrebbero essere legati alla condizione delle antenne, che funzionano male. Del resto, in tutta Europa si calcola intorno al 3-4% il numero degli interventi sulle antenne in caso di passaggi di questo genere: se si tiene conto che a Roma le famiglie coinvolte sono 2,3 milioni, è chiaro che stiamo parlando di un numero importante di interventi e situazioni vicine alla fatiscenza. Evidentemente è anche un’occasione di modernizzazione”.

 

L’operazione di switch-off, che dovrebbe essere completata entro domani, riguarda 4 milioni di abitanti (182 comuni in modo totale e 98 parzialmente) con 495 impianti convertiti alla nuova tecnologia.

Poi toccherà alla provincia di Frosinone, dal 19 al 21 novembre, poi a quella di Rieti, dal 23 al 24 novembre, e infine all’area meridionale della provincia di Latina e alle isole Ponziane, dal 25, al 30 novembre. Rimarrà esclusa invece per ora l’area della provincia di Viterbo.

 

Al call center (numero verde 800 022 000) sono arrivate, fino al pomeriggio di ieri, 46 mila chiamate, quasi tutte legate a problemi di risintonizzazione dei canali e “andate a buon fine grazie all’aiuto in linea. Nessuna segnalazione, invece, di problematiche tecniche”.

 

Intanto, per agevolare questa importante fase di transizione, il ministero ha realizzato una serie di iniziative di natura organizzativa, finanziaria e di comunicazione, predisponendo un programma di interventi favore dei cittadini.

Contributo statale

In primo luogo è stato disposto il contributo statale, dell’importo di 50 euro, per l’acquisto di un decoder digitale interattivo, rivolto ai cittadini in regola con l’abbonamento alla Rai, con reddito pari o inferiore a 10.000 euro e di età pari o superiore a 65 anni (da compiersi entro il 31.12.2009), utilizzabile presso tutti i rivenditori che aderiscono all’iniziativa. I potenziali aventi diritto, attestati dall’Agenzia delle Entrate, sono circa 130.000. I cittadini non devono fornire prova documentale delle condizioni di reddito necessarie per l’erogazione del contributo. E’ sufficiente che forniscano il codice fiscale al rivenditore che provvederà tramite accesso telematico a verificare il possesso dei requisiti (residenza, reddito, età, abbonamento Rai). In caso positivo il rivenditore acquisirà copia di un documento di identità, della ricevuta dell’abbonamento Rai  e provvederà ad effettuare uno sconto immediato di 50 euro sul costo di un decoder accreditato.

 

Complessivamente per l’iniziativa 2009, il numero dei decoder venduti con il contributo statale è stato di 16.711 unità – presso 279 rivenditori accreditati – cui bisogna sommare i decoder erogati nel biennio 2004 – 2005 pari a 270.833. Pertanto, ad oggi ci sono circa 300 mila famiglie dotate di decoder grazie al contributo statale.

 

“Si ricorda – ha evidenziato il ministero – che in questa fase di transizione eventuali problemi di ricezione sono normalmente superabili tramite le opportune operazioni di sintonizzazione del decoder. La sintonizzazione potrà ritenersi definitiva solo al termine della transizione nell’area tecnica di interesse”.

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