Number portability: Vodafone e Telecom Italia chiedono ad Agcom di difendere la possibilità di controfferte ‘chiare e vantaggiose’

di Alessandra Talarico |

Italia


Call center

La decisione del Consiglio di Stato di congelare la sentenza con cui il TAR Lazio, dando ragione a Telecom Italia e Vodafone, aveva bloccato gli effetti della delibera con cui l’Agcom fissava a 3 giorni il tempo massimo per esaudire una richiesta di portabilità del numero mobile, è stata accolta con grande soddisfazioni dalle associazioni dei consumatori, che si sono battute negli ultimi anni contro questa anomalia tipica del mercato italiano delle telecomunicazioni.

 

Se infatti in Europa il tempo medio per cambiare operatore mantenendo il proprio numero è di 8 giorni, in Italia si può attendere anche per un mese. Un tempo decisamente fuori misura e assolutamente non compatibile con l’obiettivo stesso della number portability che è quello di consentire agli utenti di usufruire di tariffe telefoniche ritenute più convenienti.

 

Una sentenza che rappresenta un segnale importante per i diritti dei consumatori: il TAR Lazio è infatti spesso intervenuto per bloccare le delibere dell’Autorità, senza tenere conto degli effetti che i suoi pronunciamenti avrebbero prodotto sugli utenti.

 

Diverse le difficoltà incontrate dagli utenti italiani desiderosi di cambiare operatore mobile: l’ingiustificata richiesta di compilare più volte i moduli per l’attivazione della procedura, la dilatazione irragionevole dei tempi di gestione delle pratiche, la mancata collaborazione con gli utenti e gli operatori recipient per risolvere i problemi di natura tecnica, la richiesta di effettuare ricariche. E a questo, si sommano i tentativi di retention ingannevole più volte sanzionati dall’antitrust: il cliente che chiede di cambiare operatore, infatti, viene spesso allettato con offerte che, così come descritte dai call center sembrano imperdibili, ma che poi non vengono applicate o comunicate formalmente.

 

Molti di questi, basandosi sulle parole degli operatori dei call center, rinunciano a cambiare numero, salvo poi constatare che i vantaggi proposti via telefono non si traducono in risparmi sulla bolletta, anzi.

 

Riportare a tre giorni il tempo massimo per esaudire una richiesta di portabilità dovrebbe quindi contribuire anche ad arginare questo fenomeno.

 

Proprio a questo proposito, Telecom Italia ha chiesto all’Agcom di riconoscere al cliente “la possibilità di ricevere offerte economiche migliorative, con modalità certe e trasparenti, in modo da rendere sempre più competitivo il mercato e favorire una scelta libera e consapevole da parte del consumatore”.

 

Sia Telecom Italia che Vodafone hanno sottolineato di non aver mai messo in discussione la tempistica stabilita dall’Agcom, quanto, appunto, la possibilità di proporre ai clienti offerte tali da convincerli a non cambiare operatore.

“Offerte e controfferte, proposte in modo chiaro e trasparente, sono alla base di qualunque mercato libero e competitivo e ampliano la libertà e la convenienza per i consumatori”, sottolinea anche Vodafone che auspica che anche la regolazione della telefonia fissa possa “garantire certezza e minori ostacoli al passaggio dei clienti”.

 

Richieste sacrosante, quelle dei due operatori, purché gli aggettivi ‘chiaro’ e ‘trasparente’ siano stampati a caratteri cubitali presso ogni call center che cerca di propinare agli utenti offerte personalizzate o piani tariffari agevolati che poi restano solo sulla carta.