Deutsche Telekom e France Telecom uniscono gli asset britannici. Nasce JV con 30 mln di clienti

di Alessandra Talarico |

Gran Bretagna


Deutsche Telekom

Deutsche Telekom e France Telecom uniranno le rispettive attività britanniche – T-Mobile Uk e Orange – per formare il maggiore operatore mobile del Regno Unito.

La notizia è stata riportata da Dow Jones Newswires, che cita fonti secondo le quali l’accordo verrà reso noto martedì prima dell’apertura dei mercati.

Cala dunque il sipario sull’affaire T-Mobile, intorno al quale si rincorrevano da giorni ipotesi e suggestioni. Fino a stamattina, molti davano per certa l’uscita di scena di France Telecom: secondo il Sunday Times, a contendersi la filiale mobile britannica del colosso tedesco erano rimaste Telefonica – presente sul mercato britannico con O2 – e Vodafone.

La joint-venture, definita “una fusione tra pari” dalle fonti citate dall’agenzia, avrà una base utenti combinata di 30 milioni di utenti e controllerà il 38% del mercato mobile britannico, dove operano anche Vodafone, O2 e H3G.

La Gran Bretagna è di fatto uno dei più popolosi mercati europei, con 4 operatori importanti e alcuni outsider molto attivi, tutti alla ricerca di nuovi metodi per ottimizzare i costi in tempi di crisi.

Molti hanno deciso ad esempio di condividere le infrastrutture: T-Mobile ha siglato un accordo in questo con 3 e Vodafone con O2.

T-Mobile UK ha sofferto in particolar modo della fluttuazione dei cambi e degli effetti della crisi: il suo margine operativo è significativamente inferiore alla media del 31% delle altre divisioni di Deutsche Telekom e anche l’Arpu (19 sterline) è inferiore a quello degli altri operatori britannici.

All’inizio di quest’anno l’ex monopolista tedesco ha quindi deciso di svalutare le attività britanniche per 1,8 miliardi di euro.

Da una vendita della divisione, il gruppo di Renè Obermann contava di guadagnare intorno ai 4 miliardi di euro.

L’accordo dovrà essere ora vagliato dall’antitrust britannico e, considerando che la nuova entità andrà a controllare una fetta superiore al 25% del mercato potrebbe attrarre l’interesse anche dell’Antitrust europeo.