Tv pubblica: dal 2010 i polacchi non pagheranno il canone. E in Italia? Per i consumatori il Governo fa troppo poco

di Raffaella Natale |

Europa


Tv interattiva

Dal gennaio 2010 la radio e la Tv pubblica polacche saranno finanziate dal tesoro dello Stato e non più con il canone obbligatorio degli utenti. Lo ha deciso il Parlamento accogliendo la nuova legge sui media pubblici.

Il nuovo sistema prevede che ogni anno, su richiesta del Comitato per la radio e la televisione, i fondi per finanziare i media pubblici dovranno essere garantiti nella legge finanziaria per l’anno corrente. Mercoledì scorso, poco prima di approvare col voto la legge proposta dal premier liberale Donald Tusk, la Camera aveva respinto l’emendamento delle forze di sinistra all’opposizione secondo cui ogni anno dovrebbe essere garantita “per legge” ai media pubblici una somma minima di 900 milioni di zloty (200 milioni di euro circa). Secondo Tusk, con la crisi economica, impegni del genere tuttavia non sarebbero giusti nei confronti delle esigenze di altre categorie del pubblico impiego come ad esempio gli insegnanti.

La nuova legge entrerà in vigore solo dopo la firma del presidente Lech Kaczynski, che l’ha già criticata. Contro la legge la sinistra ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale. La nuova legge è stata oggetto di critiche dell’episcopato che però ha apprezzato che fra gli obbiettivi dei media pubblici sia stato inserito anche quello di ‘sostenere i valori cristiani”.

Secondo Vincenzo Donvito, presidente Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), il canone/imposta delle Tv di Stato è un problema per tutti i Paesi, visto che ovunque i contribuenti non digeriscono questa imposizione che deve essere pagata per il solo fatto di possedere un apparecchio tv, anche se non si guardano mai i programmi di Stato.

Ma non tutti i Paesi europei la pensano allo stesso modo.

Tra i Paesi che hanno abolito il canone/imposta ci sono Olanda, Ungheria, Bulgaria, Spagna, Belgio fiammingo, Lussemburgo, Portogallo, Lituania, Lettonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Turchia. Pagano invece il canone, ma non hanno pubblicità commerciale: Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia.

Il presidente dell’Associazione evidenzia che in Italia, dove il problema è molto sentito, questa gabella risulta essere la più odiata dagli italiani e – secondo la Rai – oltre il 30% dei presunti possessori di apparecchi tv risulta evasore.

“La situazione è ovviamente a livelli paradossali e tragico-ridicoli: la materia è disciplinata da una legge del 1938 (quando non c’era neanche un tv in Italia) e il Governo non risponde da anni a diverse interrogazioni parlamentari che cercano di fare il punto sulla controversa campagna della Rai per esigere la gabella e su metodi di applicazione della stessa che partono dal presupposto che non tutti sono uguali di fronte alla legge”.

“Non solo, ma in Italia – ha aggiunto Donvito – ci portiamo dietro il fardello – inattuato – di un referendum che nel 1995 aveva visto la maggioranza degli italiani chiedere che la tv di Stato fosse privatizzata. Tutto questo oltre a pareri della Corte dei Conti, del Garante del Contribuente e petizioni popolari firmate da centinaia di migliaia di cittadini che condannano l’attuale sistema del canone/imposta. Diversi soldati polacchi vennero in Italia negli anni ’40 per liberarci dal nazi-fascismo, dobbiamo sperare che arrivino anche per liberarci dal monopolio e contribuire alla nostra libertà d’antenna e di informazione?”.

Per la sola giornata del 29 giugno le pubblicazioni sono sospese e verranno riprese la mattina del 30 giugno.

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