Rete: il rapporto Caio sul tavolo di Romani. Pronta la ricetta per la banda larga ‘all’italiana’

di Alessandra Talarico |

Italia


Franesco Caio

È attesa per domani la consegna al sottosegretario Paolo Romani del rapporto preparato da Francesco Caio per la diffusione della banda larga in Italia che, secondo quanto riferito in mattinata dallo stesso Romani, sarà poi ‘‘presentato al ministro Scajola, al premier Berlusconi e al sottosegretario Letta, perché su un tema così importante come la rete infrastrutturale il governo deve essere perfettamente consapevole’.

 

Il responsabile per le comunicazioni del governo ha preferito non entrare nel merito dei contenuti del rapporto, ribadendo che, vista la delicatezza del tema, non ci si possono permettere “parole sbagliate”, ma c’è piuttosto bisogno di muoversi con “delicatezza e circospezione”.

Detto questo, Romani ha spiegato che “c’è un patrimonio del Paese, che è la rete di Telecom, e c’è la volontà del Governo per una rete infrastrutturale importante per il Paese, non più di una. Ci sono inoltre tanti altri protagonisti, gestori ed enti locali coinvolti”.

Francesco Caio, ha dichiarato ancora Romani, ‘‘ha lavorato benissimo, sentendo tutti più di una volta”

 

Anche se ancora non si conosce il contenuto del rapporto, sembra scemare l’ipotesi di uno scorporo della rete in mano a Telecom Italia, soluzione invisa alla società – Bernabè l’ha definita ‘fantasiosa’ – ma non al governo, che sembra ritenerla la mossa migliore, anche alla luce degli investimenti che saranno intrapresi nel prossimo futuro.

Secondo quanto anticipato stamani da Il Sole 24 Ore, Caio potrebbe indirizzare il governo verso un modello basato sulla condivisione delle infrastrutture (il cosiddetto ‘network sharing’), attraverso una società mista di emanazione pubblica, che si occupi degli scavi per la posa della fibra e coinvolga altri operatori e nuovi soggetti, sul modello di Metroweb, la società che ha realizzato la rete in fibra ottica per la Città di Milano per un totale di 5.100 Km di cavi.

Secondo le valutazioni di Caio, l’obiettivo sarebbe quello di garantire a tutti una banda di 2 megabit (attraverso tecnologie fisse e wireless) e di coprire in fibra ottica solo le zone dove sarà più conveniente, dal momento che garantire una velocità di 20 megabit al secondo appare un progetto sproporzionato, a fronte del livello ancora troppo modesto della domanda di banda larga, che in Italia è tra i più bassi d’Europa.

 

Quale che sia la ricetta proposta da Caio, questa – ha dichiarato pochi giorni fa Romani – non sarà automaticamente recepita dal governo, che in alcun caso imporrà dall’alto una decisione senza il consenso di Telecom Italia.

 

Nel dibattito sul futuro assetto della rete è intervenuto nei giorni scorsi anche l’ad di Wind, Stefano Gubitosi, secondo cui “la rete non deve essere uno strumento competitivo ma uno strumento comune al servizio di tutti”.

“Immagino che Francesco Caio individuerà il modo per trovare un rapporto equilibrato tra Telecom e i competitor e suggerisca una soluzione in grado di garantire l’upgrade della rete ed un sistema competitivo”, ha aggiunto sottolineando come Telecom resti ancora dominante nel settore della telefonia fissa.

 

Restano dunque poche ore prima di conoscere il verdetto del superconsulente, che aprirà la strada a quella che viene considerata un’infrastruttura di primaria importanza per lo sviluppo del sistema-Paese.

Oltreoceano, intanto, il governo Obama ha stanziato 7,2 miliardi di dollari per lo sviluppo della banda larga nelle zone rurali.

I fondi verranno assegnati alle società che si occuperanno della realizzazione delle infrastrutture entro il 30 settembre (ma con i primi stanziamenti già ad aprile) e il governo vigilerà affinché i lavori siano completati entro due anni.

 

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