Cda Rai: per Romani, ‘Una governance forte’. Ma secondo Di Pietro, ‘Solo un inciucio con spartizione per trombati della vecchia politica’

di Raffaella Natale |

Italia


Rai sede

Ieri in tarda serata, la Commissione parlamentare di vigilanza ha nominato i sette consiglieri del Cda di Viale Mazzini.

Soddisfazione da parte del Sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, convinto che “…questa elezione assicurerà finalmente al servizio pubblico una governance forte”, consentendo di affrontare “…la sfida tecnologica rappresentata dal passaggio dall’analogico al digitale”.

 

Non è dello stesso avviso il leader di Idv, Antonio Di Pietro, che stamani a ‘Omnibus’ su La7 ha commentato: “…Nella nomina del nuovo Cda Rai, ritengo sia stata fatta una cosa sconcia”.

Ieri i rappresentati di Idv non hanno infatti partecipato alla riunione della Vigilanza in quanto, secondo il partito, era “l’ultimo di veltrusconismo”.

“…Se tu mandi al Consiglio d’amministrazione della Rai ex parlamentari, trombati della vecchia politica, sodali di partito, se non d’ombrellone – ha spiegato Di Pietro – e te li spartisci tra maggioranza e opposizione, hai fatto un inciucio di comunicazione. Se si mettono d’accordo maggioranza e opposizione, allora nel paese l’opposizione non c’è più. Io mi sento meno opposizione e più resistente. Io non credo che in questo momento ci sia una maggioranza al governo, io credo che ci sia una dittatura in costruzione e una resistenza in azione”.

 

E in merito al processo Mills: “…L’altro ieri le telecamere di La7 stavano in tribunale a Milano per seguire la sentenza del processo in cui l’avvocato Mills è stato condannato – ha dichiarato Di Pietro – la Rai non c’era, c’erano tutti i giornali e le televisioni internazionali, perché è un fatto importante se un signore viene corrotto dai fondi che provengono da imprese del capo del governo. Però se ‘Porta a Porta’ fa dieci volte il processo di Cogne – ha poi concluso – si è scordato di questo. Questa è la Rai”.

 

Ha parlato infatti di “sfida culturale” per la Rai, il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli. Quella della qualità della programmazione “…non è una questione puramente intellettuale, esornativa o estetica, ma – ha proseguito – è una questione di educazione civile per la crescita culturale della società”.

Per il presidente della Vigilanza inoltre la Rai intende restare nel mercato perché “…stare fuori dal mercato sarebbe un suicidio“, ma deve farlo a modo suo “…senza inseguire altri modelli, bensì riuscendo a competere distinguendosi. Si può competere – ha concluso – distinguendosi, senza cercare modelli in casa altrui”.

 

Ieri la Vigilanza ha, quindi, votato i consiglieri Rai di sua competenza: cinque novità e due riconferme.

Si tratta di Giovanna Bianchi Clerici, Alessio Gorla, Guglielmo Rositani, Antonio Verro per il centrodestra e Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten per il centrosinistra.

 

‘…Il Parlamento si è riappropriato dei propri diritti e ha dato alla Rai gli strumenti per riprendere in mano l’azienda“, ha detto Zavoli al termine della votazione alla quale hanno partecipato 36 dei 40 componenti.

Non ha votato Marco Beltrandi che ha accusato il presidente di essersi prestato ad un’operazione di lottizzazione.

 

Martedì prossimo 24 febbraio, in seconda convocazione, l’assemblea dei soci Rai nominerà ufficialmente i sette consiglieri e sarà probabilmente in quella occasione che il Ministero dell’Economia indicherà il consigliere mancante e il presidente.

Si va verso la riconferma di Angelo Maria Petroni e anche di Claudio Petruccioli, anche se circolano i nomi di Giuliano Amato, Andrea Manzella e Sergio Mattarella per la presidenza.

 

Sarà poi la Vigilanza a ratificare il presidente con voto a maggioranza di due terzi e la data della convocazione sarà decisa dall’ufficio di presidenza in calendario per mercoledì 25 alle 14. Ma per il Pd non c’è fretta e il capogruppo in Vigilanza Fabrizio Morri sottolinea che l’importante non sono i tempi ma trovare una figura di garanzia.

Già alla fine della prossima settimana comunque il nuovo vertice Rai potrebbe essere al completo con il suo nuovo direttore generale nominato alla prima riunione: il candidato è sempre Mauro Masi. Si mette così fine all’attesa che dura dal giugno dell’anno scorso, quando è scaduto l’attuale Cda che ancora oggi era al lavoro.

 

Entra nel consiglio di Viale Mazzini per la prima volta lo scrittore Giorgio Van Straten (Pd) considerato vicino a Veltroni, il cui è stato scelto al termine di una lunga riunione del Pd nel giorno delle dimissioni del segretario, mentre una parte del partito voleva anche la riconferma di Carlo Rognoni. Entrano in Cda anche Antonio Verro, deputato di Forza Italia nella scorsa legislatura, l’attuale sindaco di Varapodio (Reggio Calabria) ed esponente di An Guglielmo Rositani e l’ex deputato Udc Rodolfo De Laurentiis. Naviga invece da molti anni in acque televisive Alessio Gorla, uomo Mediaset poi dirigente in Rai fino alla pensione nel 2006, e in seguito nella tv pubblica come consigliere d’amministrazione di Rai International.

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