Apple: la malattia di Jobs manda in tilt il mercato. Qual è il limite del diritto alla riservatezza quando di mezzo ci sono i soldi degli investitori?

di Raffaella Natale |

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Steve Jobs

I mercati finanziari non hanno ben risposto alla notizia che il presidente di Apple, Steve Jobs, lascerà il gruppo per sei mesi per motivi di salute.

Ieri Wall Street ha mandato giù il titolo (-9,97% a 78,80 dollari) della società subito dopo aver saputo che i problemi del manager erano più gravi di quanto si credesse.

L’uomo, 53 anni, non ha dato informazioni precise sul tipo di malattia che l’ha colpito e nei giorni scorsi era arrivato a dire che il dimagrimento improvviso ed eccessivo dipendeva da uno squilibrio ormonale.

Una bugia in nome della riservatezza che però non è risultata gradita agli investitori.

Le indiscrezioni sulla salute di Jobs si sono moltiplicate dal giugno scorso, quando in diverse occasioni si era notata l’eccessiva perdita di peso del presidente di Apple. Alcuni temevano un ritorno del cancro al pancreas per il quale era stato operato nel 2004.

 

In assenza di Jobs, le sue funzioni saranno svolte direttore operativo del gruppo Tim Cook, ma nessuna decisione strategica di rilevanza sarà presa senza il coinvolgimento del presidente.

 

Per Charles Smulders, analista di Gartner, l’assenza di Jobs non pone alcun problema nel medio termine, visto che “Tim Cook è molto competente nelle sue funzioni”. 

La questione riguarda invece un altro aspetto: la Apple incarna in tutto e per tutto Steve Jobs, alla quale l’uomo ha dato la sua personale impronta.

Apple è identificabile in Jobs, come lui in Apple. Mentre Bill Gates in Microsoft aveva lentamente spianato la strada alla sua successione, dando spazio ai dirigenti che avrebbero poi preso le redini, Apple ha continuato a essere l’incarnazione di Jobs. Perderlo significherebbe lasciare una società alla deriva.

 

Sul sito di informazioni finanziarie 247wallst.com, l’analista Jon Ogg ha detto di aspettarsi che tra oggi e domani molti metteranno in dubbio anche il ritorno in giugno di Jobs.

Su Thestreet.com, James Rogers ha criticato l’impatto finanziariamente negativo della notizia di Jobs, ricordando che ai vertici di Apple lavorano brillanti dirigenti.

 

Nella lettera scritta ai propri dipendenti, Jobs ha ribadito che “la curiosità per il suo stato di salute crea turbamento a lui, alla sua famiglia, ma anche al mondo intero”.

“Nei giorni scorsi – ha poi spiegato – ho appreso che i miei problemi di salute erano più complessi di quanto avessi inizialmente creduto”.

“Per questa ragione – si legge ancora – ho preferito prendere un congedo di sei mesi che mi consentirà di concentrarmi sulla mia salute e permetterà a tutto il mondo di Apple di concentrarsi sulla fabbricazione di prodotti straordinari”.

“Rientrerò a fine giugno – ha poi concluso – e sono già impaziente di rivedervi tutti quest’estate”.

 

La scorsa settimana, Jobs, alla testa della società da 11 anni, aveva assicurato che il trattamento “relativamente semplice” prescritto dai suoi medici per intervenire su uno “squilibrio ormonale” gli consentiva di restare al suo posto.

Il mese scorso la notizia della sua assenza al MacWorld, il tradizionale salone annuale fissato agli inizi di gennaio, avevano moltiplicato i rumor, incalzanti da giugno quando alla presentazione dell’iPhone era apparso molto dimagrito.

A settembre ha saltato anche la conferenza per il lancio del lettore digitale iPod, e in quell’occasione aveva smorzato i toni con l’ironia citando Mark Twain: “Le notizie sulla mia morte sono un’esagerazione”.

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