Terminazione: la Ue bacchetta la Germania per l’omessa notifica delle tariffe e esorta il regolatore a seguire l’esempio dell’Agcom

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Telefonia mobile

La Commissione europea ha espresso in una lettera al regolatore tedesco delle telecomunicazioni, la Bundesnetzagentur (“BNetzA”), la propria preoccupazione per la mancata notifica delle tariffe di terminazione degli operatori mobili tedeschi.

 

Le tariffe di terminazione, che in Germania sono più alte rispetto agli altri Paesi Ue, sono quelle tariffe che gli operatori si praticano l’un l’altro per la connessione delle chiamate sulle rispettive reti e che, ovviamente, influenzano i prezzi finali dei sevizi.

Tutti gli Stati membri sono tenuti a notificarle alla Commissione in base alla procedura conosciuta come “ex articolo 7“ , varata nel 2002 per garantire un regime tariffario uniforme e trasparante nella Ue ed evitare distorsioni della concorrenza tra uno Stato e l’altro.

 

È tra l’altro la seconda volta che il regolatore tedesco non comunica le tariffe di terminazione alla Commissione, che ha quindi minacciato di lanciare una procedura d’infrazione per violazione delle norme europee.

 

Raccomandando “caldamente” di notificare le tariffe di terminazione mobile, il Commissario Viviane Reding ha esortato il regolatore tedesco a seguire l’esempio “di altre autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni, le quali non solo notificano le misure di controllo dei prezzi, ma che in alcuni casi, come avviene in Italia, adottano tempestivamente i provvedimenti regolamentari necessari per ridurre le tariffe di terminazione a livelli più competitivi in risposta alle preoccupazioni espresse dalla Commissione”.

 

“Le tariffe di terminazione mobile – ha detto ancora il Commissario – costituiscono un elemento fondamentale del controllo dei prezzi e hanno una funzione essenziale nell’assicurare una concorrenza efficace sul mercato Ue delle telecomunicazioni. La Germania non può essere esentata dall’obbligo imposto dalle norme UE in materia di telecomunicazioni, che è prassi comune in altri Stati membri.”

 

La Commissione sta attualmente lavorando a una raccomandazione volta a eliminare la disomogeneità dei prezzi medi della terminazione e degli approcci normativi dei vari Stati membri, che non si giustifica solo nella diversità delle situazioni nazionali, ma che va attribuita alle differenze nella regolamentazione dei prezzi.

Al momento, in Europa, le tariffe di terminazione mobile sono comprese tra i 2 centesimi di Cipro e i 18 centesimi della Bulgaria e risultano di parecchio più alte di quelle praticate nella telefonia fissa (0,0057 euro al minuto in media per una chiamata urbana).

 

L’Italia si trova nella fascia ‘alta’ insieme a Slovacchia, Estonia, Portogallo, Repubblica ceca e Polonia.

Nella bozza di raccomandazione elaborata dalla Commissione europea, emerge dunque la necessità di un intervento regolamentare che garantisca una maggiore coerenza e una migliore coordinazione tra gli Stati membri per far scendere le tariffe di almeno il 70% rispetto ai livelli attuali, ossia fra 1 e 3 centesimi di euro al minuto.