Il gap corre sul web: ragazzi iperconnessi, genitori promossi con riserva. Internet sempre più uno spazio ‘a prova di adulto’

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Pubblichiamo di seguito un estratto del 9° Rapporto Nazionale sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza Telefono Azzurro – Eurispes.

Italia


Internet

Per i bambini e i ragazzi nati negli anni Novanta e in quelli successivi, vivere connessi alla Rete rappresenta uno stile di vita, ma questa passione per tutto ciò che è “digitale” crea tra genitori e figli un vero e proprio divario generazionale.

I dati raccolti dall’Osservatorio Banda Larga mostrano che, a giugno 2006, per gli italiani, il bene di largo consumo per eccellenza rimane il cellulare (oltre l’80%), mentre la diffusione del pc è ancora limitata a meno della metà delle famiglie italiane (47%), anche se si registra una crescita di oltre tre punti percentuali rispetto a giugno 2004.

Apparati Ict, cellulari Umts e banda larga hanno mostrato i tassi di crescita più elevati: la banda larga, in particolare, ha registrato un incremento di 20 punti percentuali rispetto a giugno 2004.

 

Inoltre, nel periodo compreso tra ottobre-dicembre 2002 e ottobre-dicembre 2005, la percentuale delle famiglie con accesso Internet da casa è cresciuta di ben 9 punti percentuali passando dal 34% (2002) al 43% (2005), pari a circa 9,2 milioni di famiglie online e a 27,9 milioni di utenti potenziali.

 

L’analisi del divario generazionale, in questo caso, passa in primo luogo dalla comprensione delle differenze che genitori e figli dimostrano di avere sia in termini di accesso alla Rete sia per ciò che riguarda le attività svolte on-line. L’Istat ha rilevato che in media, nel 2007, il 36,9% della popolazione di sei anni e più ha l’abitudine di navigare su Internet. Il dato appare ancora più consistente se si pensa che di questa percentuale ben il 23,8% dichiara di farne un uso quotidiano.

Tra gli “heavy users” della Rete spiccano i ragazzi che hanno tra i 15 e i 24 anni (mediamente il 71,1%). Tuttavia, come per l’uso del personal computer, il valore rilevato decresce sensibilmente all’aumentare dell’età. Infatti, tra le persone di 35-44 anni l’uso del web è molto più contenuto (48,5%) e supera di poco il 26% nella fascia d’età compresa tra i 55 e i 59 anni.

 

I progressi della tecnologia hanno permesso di avere accesso a Internet anche attraverso nuove piattaforme. Sia che si utilizzino gli hotspot pubblici sia che si cerchi di catturare il segnale del vicino di casa, i maggiori consumatori di connessioni senza fili sono presenti nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni, il 16,4% delle volte. Meno diffusa è la pratica di collegarsi alla Rete attraverso un computer palmare: la percentuale più alta si ferma al 5,5%, rilevata tra coloro che hanno tra i 18 e i 19 anni.

Riguardo ai genitori, l’unica modalità di connessione alternativa alla rete fissa è il Wi-Fi, (preferito in media dal 16,6% degli utenti), mentre la tecnologia Gprs o Umts non sembra essere apprezzata dagli adulti (per il Gprs non si va oltre il 7,5% rilevato tra coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni, mentre per l’Umts la stessa classe d’età non supera il 6,3%).

 

Il gap appare più marcato per quelle attività che richiedono una maggiore conoscenza delle applicazioni: creare pagine web dove inserire contenuti personali, ad esempio, è estremamente diffuso tra i giovani (in media 23,1% contro 17,4% degli adulti-genitori).

Un’altra attività che conquista i bambini e gli adolescenti italiani è il P2P, ossia la condivisione di file con altri utenti del Web. Secondo l’Istituto Einaudi nel 2006, l’internauta tipo ha un’età compresa fra i 15 e i 24 anni, è maschio, studente e residente in prevalenza in città di medie e grandi dimensioni del Sud del nostro Paese. La cultura del file sharing non ha però conquistato gli utenti più maturi (in media 17,8% contro 35,8%).

Colmare il divario digitale costituisce quasi un dovere per i genitori: è tra i loro compiti quello di conoscere e avere pratica delle funzioni che cellulari, computer e Internet mettono a disposizione.

 

Il 33,8% degli adolescenti ha incominciato ad utilizzare Internet tra i 9 e gli 11 anni, l’8,9% addirittura tra 6 e 8 anni. Il 45,9% dei ragazzi afferma di aver incominciato ad utilizzare Internet quando aveva un’età compresa tra 12 e 15 anni.

 

Internet è utilizzato soprattutto per la ricerca di informazioni di proprio interesse (90,5%) e di materiale per lo studio (80%). Diffusi inoltre, il download dal web di musica, film, giochi o video (72,5%) e la fruizione di filmati su You Tube (69%). Abbastanza marcata la consuetudine di chattare (69,4%). Un intervistato su due (50%) comunica tramite posta elettronica; il 51,9% preferisce la lettura dei blog. Meno frequenti la partecipazione ai giochi di ruolo (16,6%) e la partecipazione ai forum (18,3%). Internet viene poi usato dai ragazzi per giocare con i videogiochi (38,9%) e per fare acquisti on-line (21,7%). I due sessi si differenziano in misura consistente in relazione all’utilizzo di Internet per cercare materiale didattico: lo fa ben l’86,6% delle femmine a fronte del 71,2% dei maschi.

Le ragazze cercano soprattutto informazioni di proprio interesse (93,8% contro

l’86% dei maschi) o utilizzano il web per comunicare tramite chat (71,8% contro il 66,1% dei maschi) o tramite eMail (52,5% a fronte del 46,6% del dato maschile). I maschi al contrario, si distinguono per un uso più ludico della Rete: il 55,3% dei ragazzi gioca con i videogiochi contro il 26,5% delle ragazze, mentre il 25,8% dei ragazzi partecipa ai giochi di ruolo contro il 9,7% delle coetanee.

 

Gli adolescenti affermano inoltre di fare acquisti on-line con maggior frequenza rispetto alle loro coetanee: lo fa il 26,8% dei maschi a fronte del 17,9% delle femmine.

 

Quando il rischio corre sul Web. L’11,5% degli adolescenti è stato molestato o ha dichiarato di aver ricevuto proposte oscene da un coetaneo; nel 7,7% dei casi l’autore delle molestie era un adulto conosciuto in Rete. L’8% degli adolescenti ha incontrato in chat un adulto che si dichiarava suo coetaneo.

Al 18,5% degli intervistati è capitato di incontrare dal vivo coetanei conosciuti in Rete, mentre al 3,6% è successo di conoscere dal vivo adulti conosciuti su Internet. Frequentare chat e community per conoscere persone è il modo utilizzato dal 42,9% degli adolescenti, contro il 55,2% che non l’ha mai fatto.

 

Ma come reagiscono i ragazzi se qualcuno conosciuto in Rete li infastidisce o li molesta? Il 58,4% degli adolescenti, per troncare ogni contatto con il soggetto

conosciuto in Rete, evita la chat, il forum o il sito dove l’ha conosciuto (13%) o

comunque decide di non rispondere (45,4%). La soluzione adottata dal 19,8% del campione è quella invece di invitare il “molestatore” a non dare più fastidio.

Modesta la percentuale del campione che preferisce parlarne con un adulto (3,1%) o con un coetaneo (1,9%). Il 2,2% è invece convinto che non possa accadere nulla e continua la conversazione.

 

Mamme e papà promossi in informatica, con riserva. Nella sfera familiare, i padri (“abbastanza” e “molto” rispettivamente nel 25% e 17,3% dei casi) risultano, rispetto alle madri (“abbastanza” e “molto” rispettivamente nel 19,7% e 9,2% dei casi), più preparati in tema di computer e Internet.

Per questioni generazionali è comprensibile che siano i nonni (“per niente” nell’84,9% dei casi) a non essere pratici di computer e Internet e che invece siano gli amici quelli che ne sanno di computer e Internet (“abbastanza” e “molto” rispettivamente nel 38,9% e 46,8% dei casi). Anche il corpo docente risulta preparato “abbastanza” e “molto” nel 48,1% e nel 10,2% dei casi.

 

Le caratteristiche della Rete “sono contraddittorie. Se da un lato è lo spazio dello scambio, della conoscenza, dell’incontro, dall’altro rischia di essere un luogo di solitudine, di persone che sole stanno davanti al proprio pc o al display del telefonino. La si potrebbe definire una forma di socializzazione solitaria”.

Lo ha sottolineato Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes, commentando i risultati del Rapporto.

“Consapevoli del fatto che i propri genitori non capiscono bene o non conoscono affatto l’utilizzo di internet – ha spiegato Fara – i giovani trovano in esso uno spazio ‘a prova di adulto’. Ciò fa sì che l’utilizzo delle tecnologie tracci, all’interno delle mura domestiche, una sorta di ‘zona franca’ il cui accesso ai genitori è spesso precluso’.

“Quello che occorre riattivare – ha concluso il Presidente dell’Eurispes – sono i comportamenti fuori dal coro, intesi come la capacità di elevarsi da una certa propensione all’omologazione. E’ necessario che siano gli adulti, intesi in una concezione più ampia come le Istituzioni, la politica, il corpo sociale ad appropriarsi di nuove conoscenze e dotarsi degli strumenti più adatti per aprire il dialogo con le nuove generazioni”.

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