Il VoIP nella PA: convegno Microsoft e studio Isimm. La mancanza di formazione, uno dei maggiori ostacoli per l’innovazione

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Enrico Manca

Riportiamo di seguito l’intervento di Enrico Manca, presidente di Isimm (Istituto per lo Studio dell’Innovazione), in occasione della presentazione dello studio “Il Voip nella Pubblica amministrazione centrale – Pratiche, esperienze, opinioni” avvenuta nell’ambito del convegno sulla Unified Communication organizzato da Microsoft. 

 

 

Mai come in questi giorni il tema della Pubblica Amministrazione è al centro dell’interesse della pubblica opinione e del Governo. Sostenitori o critici che siano, nessuno nega che il Ministro Brunetta abbia toccato un nervo scoperto accendendo i riflettori su una struttura vitale per ogni Stato, per ogni Paese, come quella della Pubblica Amministrazione.

Nel convegno di oggi discutiamo una delle questioni essenziali per affrontare il tema dell’ammodernamento della Pubblica Amministrazione, di cui il Voice over IP costituisce uno snodo di grande rilievo, all’incrocio tra innovazione tecnologica e dinamica dei processi istituzionali. Ma  la questione non riguarda solo la Pubblica Amministrazione. La tecnologia VoIP è, infatti, ormai matura per una diffusione di massa.

 

Milioni di utenti privati e di imprese nel mondo stanno migrando al VoIP, sia nella versione che possiamo definire “base” – cioè le cuffiette collegate al personal computer -, sia nella versione “evoluta”, dove le comunicazioni avvengono su un apparecchio telefonico in tutto e per tutto simile a quello tradizionale. Progressivamente i grandi operatori di telecomunicazione – con la realizzazione delle nuove reti all-IP a larghissima banda – stanno in tutto il mondo sostituendo la tradizionale telefonia di commutazione a circuito con il nuovo sistema, che permette notevoli risparmi in termini di costi di gestione del traffico telefonico, oltre che di manutenzione.

Ma se questo è vero per i privati, è ancora più vero per la Pubblica Amministrazione anche per perseguire uno tra i suoi obiettivi fondamentali: il contenimento della spesa pubblica. Ma se è pur vero che, al pari dei sistemi digitali in via di introduzione nella macchina amministrativa, il VoIP consente significativi risparmi, è altrettanto vero che considerare il processo di migrazione della PA verso il VoIP come un passaggio dettato esclusivamente da ragioni economiche, sarebbe riduttivo.

 

Rinnovare i sistemi di comunicazione all’interno della PA significa innanzitutto modificare le procedure attraverso cui tradizionalmente l’amministrazione agisce, rivedendone al contempo organizzazione e natura. Sarebbe, infatti, contraddittorio, e con un risultato a somma zero, se si applicassero le nuove tecnologie a processi e a procedure concepiti in un contesto diverso e ormai alle nostre spalle.

 

Una riflessione valida non solo per quanto attiene al VoIP ma anche per l’insieme dei servizi e delle procedure di eGovernment. Servizi e procedure che debbono mirare non solo a rendere più efficiente e trasparente i processi all’interno della PA, ma anche a creare un “nuovo modello di amministrazione”, in grado di rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini e delle imprese. Le nuove tecnologie devono essere soggetti costitutivi del processo di produzione dell’atto amministrativo, perché solo a questa condizione potremmo parlare di una reale innovazione nel modo di funzionamento della macchina amministrativa.

 

Il tema – dell’introduzione dell’ICT nei processi produttivi in Italia –  ci vede indietro rispetto ad altri paesi europei. Secondo l’ultimo rapporto di Assinform, nel 2007 abbiamo speso in tecnologie dell’informazione una quota pari all’1,7% del Pil, a fronte di una media europea del 2,8%. Per fare un esempio, la Francia spende per questa voce il 3,1% del Pil e il Regno Unito il 3,5%. A prima vista queste cifre in sé possono anche dire poco. Ma quando le si rapporta all’aumento della produttività dei rispettivi sistemi economici esse svelano tutta la loro drammatica importanza.

 

Chi negli ultimi anni ha investito di più in tecnologie informatiche ha ottenuto anche importanti ritorni sulla produttività. Tra il 2000 e il 2007, per Francia, Germania, Usa e Gran Bretagna la produttività è aumentata con ritmi tra il 7% e il 14%, sostenuta da una crescita cumulata degli investimenti in tecnologia dell’Informazione altrettanto elevata. Nello stesso periodo la media europea di crescita annua della produttività è stato dell’8%, mentre in Italia l’aumento della produttività non è riuscito a superare il 2%.

Ancora, per quanto riguarda gli investimenti in ICT nella pubblica amministrazione, altre statistiche (dell’ISTAT) dimostrano come gli stessi servizi di governo elettronico già attivi abbiano subito nel 2007 una flessione nell’uso da parte degli Italiani connessi ad Internet, rispetto all’anno precedente.

 

A tale proposito, va segnalato come lo scorso anno vi sia stata una significativa riduzione dei finanziamenti pubblici destinati al complesso delle attività di eGovernment.

L’introduzione del VoIP, se da un lato si presenta come “semplice” rinnovamento di uno strumento noto e ampiamente utilizzato come il telefono, è radicato, tuttavia su una piattaforma costruita in modo da  consentire integrazioni con servizi aggiuntivi che vanno dalla messaggistica, alla posta elettronica, a servizi multimediali complessi.

La ricerca che sarà ora presentata e che ha dato origine a questo convegno costituisce un tassello importante della collaborazione di Microsoft con ISIMM. Il nostro Istituto ha allargato i suoi interessi e il suo campo di iniziativa e di ricerca dedicando una sempre maggiore attenzione che ai temi dell’economia, dell’economia della comunicazione e delle molteplici problematiche della società in rete.

 

Dallo studio che ISIMM ha realizzato emerge una questione nodale, che è quella della formazione, la cui inadeguatezza appare anche in questo campo uno degli ostacoli maggiori per lo sviluppo dell’innovazione nella Pubblica Amministrazione.

Mi auguro che dalla discussione che si svolgerà nel convegno in rapporto alla ricerca che sarà ora presentata, emergano contributi e suggerimenti che consentano di sviluppare iniziative adeguate ed incisive attorno agli obiettivi del convegno.

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