Pubblicità ingannevole: per Zero9 ‘assolutamente sproporzionata’ la sanzione Antitrust

di Alessandra Talarico |

Multe anche per i 4 maggiori operatori mobili italiani.

Italia


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“Sanzioni assolutamente sproporzionate alla presunta responsabilità”.

Così la società Zero 9, attiva sul mercato italiano nella produzione di servizi e contenuti per la telefonia mobile, ha commentato la multa di 155 mila euro comminata dall’Antitrust per ‘pratiche commerciali scorrette’.

Zero9 non è stata la sola società multata in questa tornata di sanzioni stabilite dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato: a farle buona compagnia vi sono infatti anche i 4 principali gestori mobili italiani.

 

Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G sono state infatti multate rispettivamente per 315 mila euro, 285 mila euro, 265 mila euro e 155 mila euro.

 

Al centro dell’azione dell’Antitrust, la campagna ’10 sms gratis‘, già sospesa in via d’urgenza ad aprile perché, a giudizio dell’Agcm, lasciava intendere che fosse possibile inviare 10 sms gratis, mentre in realtà proponeva l’abbonamento ad un servizio di suonerie, loghi e altri prodotti per cellulari, al quale si aderiva automaticamente con il semplice inserimento del proprio numero di cellulare nel sito internet della società Zero9.

 

Una vera e propria truffa, insomma, che vincolava gli utenti a scaricare contenuti entro un periodo di tempo stabilito dalla società, e che arrivava a costare ben 5 euro a settimana, scalati automaticamente dal credito telefonico.

 

Ovviamente, come spesso avviene per i messaggi pubblicitari inerenti ai servizi telefonici, il carattere vincolante dell’offerta a pagamento era indicato a caratteri minuscoli che non specificavano l’esistenza di costi aggiuntivi per l’invio di sms verso numerazioni speciali e per il traffico generato dal download.

 

Costi che l’utente poteva conoscere soltanto nella sezione ‘Info e costi’ a cui rinvia il messaggio.

Missione impossibile, una volta caduti nel tranello, tentare di sciogliere l’abbonamento e tirarsi fuori dal circolo vizioso dell’invio dei messaggini.

Spiega infatti l’Antitrust che “…Nel sito non sono evidenziate chiaramente le modalità per recedere”.

 

Oltre al danno dunque la beffa, poiché, aggiunge l’Agcm, le modalità di adesione all’offerta sono state formulate in modo da consentire “…l’invio di richieste di attivazione del servizio anche da parte di soggetti che non sono i reali intestatari dell’utenza, attraverso l’inserimento di un numero di cellulare altrui nella casella presente sul sito”.

 

Dal momento che sono spesso i più giovani a usufruire dei servizi che promettono loghi, suonerie e quant’altro, l’Autorità ha quindi ritenuto che “esista  il rischio di danni per i consumatori, compresi gli adolescenti, tra i principali fruitori di queste tipologie di servizi per cellulari, che navigando su Internet possono accedere all’offerta”.

 

Zero9, attualmente l’unica azienda coinvolta a esprimere una posizione ufficiale, ha fatto sapere in una nota di voler presentare ricorso contro la decisione.

“L’Authority – ha spiegato la società – non ha inteso riconoscere che all’inizio di quest’anno Zero9 si è immediatamente attivata alla prima segnalazione per rendere ancora più chiara e completa la comunicazione sul servizio in abbonamento, riguardante l’invio di SMS”.

 

Zero9 sostiene infatti di aver progettato e poi realizzato una campagna a favore della trasparenza fin dal 2007, al fine di rendere facile e immediata per l’utente la disattivazione di un servizio non più desiderato e denuncia “la scarsa chiarezza nella normativa, che causa incertezze e quindi possibili errori”.

 

La società si è comunque detta disponibile a un “confronto aperto” e ha auspicato la costituzione di un tavolo di lavoro specifico con AGCM e tutti gli operatori.

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