Relazione Agcom: NGN (Next Generation Networks). Il quadro globale e lo stato dellarte in Europa

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Riportiamo di seguito la parte della Relazione annuale Agcom, nella quale l’Autorità illustra il quadro generale del mercato delle reti NGN.

Italia


NGN

Ovunque nel mondo, le innovazioni tecnologiche e le spinte del mercato stanno

guidando gli operatori di rete e dei servizi di comunicazione elettronica a migrare le loro reti su architetture di nuova generazione (NGN, Next Generation Networks). Negli Stati Uniti si discute più che altro di “convergenza”, ma le tecnologie e i driver di mercato sono essenzialmente gli stessi trattati con l’NGN.

 

Il significativo incremento di traffico sulle reti, che oggi raggiunge una media di

circa 2 milioni di terabyte per mese, l’espansione del numero degli utenti di servizi Internet, grazie anche ad alcune applicazioni dal successo imprevedibile – quali i siti di social network YouTube e MySpace, i blog e l’instant messaging – l’ampio utilizzo privato di strumenti multimediali che agevola la promozione di contenuti personalizzati, la crescente diffusione dei contenuti televisivi ad alta definizione, sono tutti elementi che fanno stimare una crescita del traffico dell’ordine del 200-250% nei prossimi due anni. Tale evoluzione rischia di condurre rapidamente il sistema verso il congestionamento delle infrastrutture tradizionali.

 

Sono state quindi avviate in più parti del mondo iniziative da parte degli operatori di accesso volte alla realizzazione di una sempre più estesa copertura di reti in fibra ottica per rispondere all’accentuato incremento della domanda.

Da un punto di vista tecnico, il tradizionale accesso a larga banda, costituito essenzialmente da un collegamento in rame tra il Main Distribution Frame (MDF) e l’abitazione dell’utente (il cosiddetto “ultimo miglio“) potenziato dalle tecnologie di trasmissione digitale xDSL, viene progressivamente sostituito da diverse possibili architetture di rete che prevedono il rilegamento in fibra fino alla casa del cliente (FTTH, Fiber To The Home), fino all’edificio degli utenti (FTTB, Fiber To The Building), ovvero fino all’armadietto di strada (FTTC, Fiber To The Cabinet) e rame fino all’utente con trasmissioni in tecnologia Very High Speed DSL (VDSL). Ovviamente, le diverse architetture d’accesso prevedono costi e capacità trasmissive diverse e vengono adottate dagli operatori sulla base di business plan basati essenzialmente sulla densità abitativa dell’area da servire, le caratteristiche della domanda potenziale (reddito pro-capite, grado di alfabetizzazione informatica, ecc.), presenza di infrastrutture alternative (essenzialmente infrastrutture via cavo ed in prospettiva reti wireless), sui costi ed i tempi per gli scavi e la posa della fibra.

 

L’area asiatica è la pioniera in questo processo, grazie anche alle strategie degli operatori sostenuti dalle politiche dei relativi governi. I progetti giapponese, coreano ed il più recente piano cinese indicano la strada di un deciso intervento dello Stato, volto a perseguire l’obiettivo dell’ubiquità (non a caso il progetto giapponese è stato denominato Ubiquitous Japan) della larghissima banda (non meno di 100 Mbps), prevalentemente attraverso tecnologie in fibra ottica fino a casa degli utenti (FTTB/H).

 

In particolare, il Giappone è al primo posto, a livello mondiale, come base abbonati ai servizi a larghissima banda offerti in fibra ottica. Su questo mercato, la realizzazione di reti in tecnologia FTTB/H ha avuto un’ampia diffusione ed è stata eseguita non solo dall’incumbent NTT, ma anche da diretti concorrenti, società elettriche, operatori via cavo, fornitori di contenuti, e direttamente da amministrazioni pubbliche, locali e regionali.

 

E’ importante segnalare che, sebbene questo Paese abbia implementato una serie di obblighi regolamentari piuttosto stringenti in tema di unbundling delle reti in fibra, tuttavia sono state date chiare indicazioni per le quali i successivi sviluppi della rete rimarranno a carico degli operatori interessati ad entrare nel mercato.

 

Negli Stati Uniti, la risposta istituzionale e di mercato è stata completamente diversa dagli altri paesi. Il regolatore americano, Federal Communication Commission, ha provveduto a revocare buona parte degli obblighi presenti per la parte di accesso alle reti giudicando, alla luce della presenza di due o più infrastrutture di accesso in concorrenza, il mercato all’ingrosso competitivo anche in assenza di obblighi. L’unico rimedio rilevante per l’accesso a larga banda riguarda il local loop unbundling (LLU), da cui però sono escluse le reti in fibra ottica.

In conseguenza di questi interventi, si è prodotta una situazione di sostanziale duopolio in molte aree del paese, in cui l’incumbent di telecomunicazioni compete con l’operatore locale via cavo. In questo quadro, anche AT&T e Verizon stanno ora puntando sulle nuove tecnologie di accesso, avendo pianificato una serie di investimenti nelle reti in fibra ottica. Verizon sta gradualmente realizzando un’infrastruttura nazionale in fibra, grazie anche a concessioni in franchising da parte di autorità locali.

L’operatore americano ha stanziato 23 miliardi di dollari per un piano di investimenti che si concluderà entro il 2010. Anche AT&T ha avviato, da alcuni anni, il rilascio di reti in fibra sotto il nome di “Lightspeed”.

Il progetto ha finora richiesto investimenti per circa 4 miliardi di dollari.

 

L’Europa si avvia con maggiore prudenza verso la migrazione su reti di nuova generazione, con approcci peraltro diversi. In Francia, non solo  l’incumbent  France Telecom, ma anche Free e Neuf Cegetel stanno investendo nella tecnologia FTTH utilizzando, nei grandi centri urbani (come Parigi), anche i cavidotti municipali ed i sistemi di fognatura; tanto che si sta creando una vera e propria concorrenza infrastrutturale in molte regioni del Paese. France Telecom sta già testando un target di 200.000 sottoscrittori in fibra ottica, principalmente con lo scopo di fidelizzare l’utenza, migliorare la qualità del servizio e commercializzare nuovi pacchetti di servizi, per compensare la contrazione dei ricavi medi dei servizi tradizionali. Free, dopo aver acquisito Citefibre, ha annunciato che investirà, entro il 2012, circa 1 miliardo di euro per la realizzazioni di reti locali in fibra, partendo da una copertura di alcuni quartieri di Parigi. Anche Neuf Cegetel, a seguito dell’acquisizione di Erenis e Mediafibre, offre oggi l’accesso in fibra in due città importanti francesi. Infine, il principale operatore via cavo, Numericable, ha avviato la commercializzazione di servizi ad altissima velocità sulla propria rete e sta investendo anche nelle tecnologie in fibra. In Germania la distanza piuttosto contenuta dei collegamenti dalle centrali alle abitazioni del cliente (mediamente inferiore ai 400 metri ) rende il servizio VSDL di alta qualità, e quindi potenzialmente più redditizio. Deutsche Telekom sta quindi investendo principalmente su tale tecnologia: alla fine di quest’anno, l’incumbent tedesco dovrebbe raggiungere 50 città e più di 25 milioni di potenziali utenti.

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