OLPC cerca un Ceo che la renda più simile a Microsoft. Firenze prima città d’Europa ad aderire al progetto di Negroponte

di Alessandra Talarico |

Mondo


Laptop XO

Nicholas Negroponte, deus ex machina del progetto umanitario-tecnologico ‘One Laptop per child‘ (OLPC) sta cercando un Ceo che prenda in mano le redini dell’organizzazione e la traghetti verso il successo.

Il progetto è stato infatti afflitto da numerosi ritardi e contrattempi – il prezzo che è lievitato dagli originali 100 dollari, un’inaspettata competizione e una causa per violazione di brevetto – e rischia di non poter produrre gli attesi benefici per l’alfabetizzazione digitale dei bambini svantaggiati.

 

Innanzitutto pesa su OLPC la concorrenza del progetto parallelo di Intel – Classmate – che potrebbe competere col programma di Negroponte su diversi mercati.

Intel, che dopo un lungo periodo di esitazione aveva deciso di aderire al progetto, ha infine lasciato il board del consorzio OLPC a causa della presunta richiesta di abbandonare lo sviluppo della piattaforma Classmate.

Negroponte si è difeso dichiarando che non avrebbe mai avanzato una simile richiesta al Ceo di Intel Paul Otellini, considerando anzi positivo il lavoro sui pc low-cost Classmate, dal momento che più computer a basso costo vengono messi in circolazione, maggiore è la possibilità che essi vadano a finire nelle mani di chi realmente ne ha bisogno, cioè i bambini dei Paesi poveri e quelli maggiormente disagiati pure residenti in Paesi industrializzati.

 

E non si tratta certo di una disputa dell’ultima ora, dal momento che prima che Intel decidesse di entrare nel board del progetto, più volte Negroponte aveva accusato il gruppo di concorrenza sleale, perché a suo dire la società di Santa Clara – attraverso la distribuzione ai governi dei Paesi in via di sviluppo di documenti comprovanti la superiorità dei suoi Pc – voleva solo sabotare il progetto XO, che utilizza i processori della rivale AMD, mascherandosi dietro un intento umanitario.

 

Su OLPC pesa anche la causa intentata dalla società Nigeriana LANCOR, che accusa Negroponte di violazione di brevetto e le speculazioni sul cambio di direzione del progetto, ora anche alla ricerca di un Ceo come le migliori aziende a caccia di profitto.

 

Quel che sembra certo è che molte persone coinvolte nel progetto hanno iniziato a cercare nuove prospettive commerciali per portare al successo i Pc a basso costo.

La ex chief technology officer di One Laptop Per Child, Mary Lou Jepsen, ad esempio, ha lasciato OLPC con l’intento di commercializzare le tecnologie da lei inventate all’interno del consorzio attraverso la società Pixel Qi. Sarebbe lei l’ideatrice, ad esempio, del display a basso consumo energetico utilizzato per il laptop XO.

Secondo la Jepsen, il mercato dei Pc low-cost è molto ampio e i prezzi continueranno a scendere grazie agli avanzamenti della tecnologia.

 

OLPC ha tentato anche di sollecitare grandi donazioni, con la formula “Un Pc acquistato, un Pc offerto” (G1G1 – Give one, get one), ma anche quest’iniziativa non ha dato i frutti sperati a causa di forti ritardi nelle consegne.

Per questo Negroponte cerca ora un nuovo leader per il suo progetto, riconoscendo le proprie debolezze in fatto di “management, amministrazione e altri dettagli”.

Il guru del MIT cerca comunque qualcuno che “veda il mondo come una missione, non come un mercato”, ma che, allo stesso tempo, renda OLPC “più simile a Microsoft”.

 

Negroponte ha assicurato comunque di voler continuare a mantenere la sua posizione di presidente e guida del progetto, al quale ha aderito nei giorni scorsi anche Firenze, prima città europea a unirsi alla vision OLPC.

 

Il capoluogo toscano si candida ad essere la prima città, su scala internazionale, ad adottare OLPC promuovendo G1G1: ogni studente italiano che acquisterà un laptop XO, ne donerà un altro ad un suo coetaneo che vive in uno dei paesi in via di sviluppo gemellati con la città di Firenze e che sono i seguenti: Lima (Perù), Hebron (Territori Palestinesi), Nazareth (Israele), Salvador Bahia (Brasile), Bucarest (Romania), India e Benin.

 

“A partire dal Comune di Firenze, OLPC Italia intende costruire una rete nazionale di solidarietà per la diffusione e il trasferimento di conoscenza, ovvero un ponte virtuale tra enti, scuole, strutture nazionali e i paesi in via di sviluppo”, ha sottolineato l’assessore all’informatica del comune di Firenze.

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