Convergenza dei media: uno studio Ofcom per valutare l’impatto. Italia tra i primi per IPTV e downloading di musica e podcast

di Raffaella Natale |

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Convergenza dei media e trend futuri al centro di uno Studio dell’Ofcom su media e tecnologie dell’informazione e comunicazione.

Un processo in atto che secondo l’Autorità britannica delle comunicazioni, corrispondente alla nostra Agcom, incide su televisione, tlc e internet, modificando in profondità comportamenti e consumo dei contenuti audiovisivi, ma anche modelli di distribuzione ed entrate.

Lo Studio dell’Ofcom analizza i cambiamenti in atto in Europa, Stati Uniti e Giappone, raffrontando le diverse realtà e le modalità di fruizione.

 

Emerge che i contenuti audiovisivi sono i primi beneficiari della convergenza, in termini di diversificazione dei canali di distribuzione. Il video on demand su internet ne è un chiaro esempio. Il modello del “download to own” (DtO), che consente di acquistare un contenuto in modo definitivo, non è molto diffuso negli Usa dove rappresenta circa un terzo del mercato. Il VoD è più sviluppato in Francia che nel 2006 si attesta all’1,49% per i film, seguono Germania (1,26%), Usa (1,06%), Paesi Bassi (0,50%), Italia (0,33%), Regno Unito (0,04%). Gli Usa sono molto più forti se consideriamo anche il DtO.

 

Nei Paesi considerati, 33-56% degli internauti hanno già visto o scaricato video online. Questa proporzione è relativamente debole in Francia, dove gli utenti guardano o scaricano più facilmente film o programmi lunghi.

In questa categoria, si piazzano dietro gli italiani che risultano grossi consumatori di video online (46% clip brevi e 34% film e programmi Tv). Una particolarità d’oltralpe che potrebbe spiegarsi con il tasso di penetrazione della banda larga sul territorio.

 

Con 1,5 milioni e 6,1% di abbonati a un servizio su IP, la Francia rappresenta il primo mercato mondiale per la distribuzione della Tv su internet. L’Italia è al secondo posto con 750 milioni di utenti, c’è da sottolineare che le prime offerte di IPTV sono apparse proprio nel nostro Paese e in Gran Bretagna, ma la Francia è riuscita ad accelerare grazie alla qualità delle proprie infrastrutture, all’ambiente concorrenziale e alla relativa debolezza della penetrazione di cavo e satellite.

Nel secondo trimestre 2007, France Télécom contava 873.000 abbonati all’IPTV e Free 680.000. Neuf Cegetel è il terzo operatore con 300.000 clienti.

 

Nei Paesi studiati dall’Ofcom, il consumo di contenuti audiovisivi in modo  non tradizionale ha avuto un impatto importante sul consumo dei mezzi televisivi.

Da quando usano il web, il 22-36% degli utenti dice di guardare meno la televisione. E ‘ negli Usa che il consumo della Tv è diminuito meno, mentre in Francia si è ridotto più marcatamente.

 

Sul consumo della radio online, i nostri cugini d’oltralpe si distingue ancora una volta: in media, sui Paesi considerati, un terzo degli internauti ascoltano la radio via web, contro il 46% dei francesi.

In Italia il 35% e in Giappone solo il 18%, ma è anche vero che quest’ultimo dispone di meno emittenti radiofoniche e in generale ha un basso consumo di questo medium.

Riguardo all’ascolto e al downloading di musica e podcast, l’Italia e il Canada sono in avanzata con il 51% e il 50% degli utenti, davanti alla Gran Bretagna  con il 45%. Molto debole la Germania con il 21%.

 

I servizi voce, come per la televisione, sono ormai accessibili dalle reti IP. Nel 2006, in Francia e Giappone più del 10% degli internauti era anche abbonato al VoIP. Solo il 2,3% per l’Italia.

In Giappone, il VoIP si è sviluppato grazie a Softbank. In Francia tutti gli operatori propongono questo tipo di offerta. Lo sviluppo rapido di questo comparto ha, infatti, avuto come effetto di far passare il VoIP da poco più del 5% del mercato del traffico telefonico (in volume) nel 2005 a più del 25% all’inizio del 2007.

E mentre le reti IP adesso si usano anche per telefonare, i cellulari consentono oggi di trasportare altre cose a parte la voce, come foto o video. In questo i giapponesi risultano all’avanguardia (82%) e i canadesi ultimi (37%). Per contro in Giappone il telefonino si usa poco per registrare video (9%), diversamente da quanto avviene in Gran Bretagna (23%) e in Italia (22%).

 

Passando invece all’uso di internet, l’Ofcom ha evidenziato che i motori di ricerca figurano trai siti più visitati.

Google è il più cliccato, salvo in Giappone dove il primato spetta a Yahoo!, con una leadership più forte in Europa che non negli Stati Uniti. MSN è al secondo posto in Francia, Gran Bretagna, Italia e Spagna, ma risulta al terzo posto negli Usa e al settimo in Germania.

Yahoo! è il quarto sito più visto in Gran Bretagna e Spagna, il sesto in Francia e Italia, il secondo negli Usa e il decimo in Germania.

 

I giovani sono quelli che consumano maggiormente contenuti audiovisivi online, che contribuiscono alla creazione di contenuti e usano di più le funzionalità multimediali del proprio cellulare.

Interessante, quindi, considerare la ripartizione per età della popolazione internet nei Paesi analizzati dallo Studio dell’Ofcom.

Gli Usa sono il Paese dove risulta più ampia la base degli internauti con meno di 18 anni (20%). L’altra punta della piramide è rappresentata dai senior che però sono una parte veramente piccola nei Paesi latini. Spagna (39%) e Italia (33%) sono i Paesi dove la fascia di età 18-34 anni risulta quella più connessa al web rispetto agli altri Stati.

 

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