Tutti pazzi per Yahoo! Il business della pubblicità fa scendere in campo anche Murdoch. Due giorni per presentare un’irresistibile offerta

di Raffaella Natale |

Stati Uniti


Rupert Murdoch

Ennesimo colpo di scena nella battaglia per impadronirsi del secondo motore di ricerca del mondo. Del resto c’era da aspettarselo, che il potente Rupert Murdoch non sarebbe rimasto a guardare. E così, secondo fonti attendibili, in questi giorni potrebbe avanzare un’interessante offerta a Yahoo!. Un’offerta difficile da rifiutare che sicuramente sarà maggiore di quella da 44,6 miliardi di dollari di Microsoft respinta dal Cda di Sunnyvale.

La notizia arriva dal blog TechCrunch, lo stesso che aveva anticipato la riunione straordinaria del board di Yahoo! in cui è stato appunto deciso di rinviare al mittente l’offerta di Redmond.

 

Quale l’obiettivo del tycoon?

Secondo indiscrezioni citate dal blog, avrebbe intenzione di fondere con Yahoo! le attività della consociata Fox Entertainment Media, che include il sito di social networking MySpace. Oltre a questo, la stessa holding di Murdoch assieme a un fondo di private equity investirebbero in Yahoo! circa 15 miliardi di dollari. Come conseguenza, Murdoch e il fondo salirebbero fino al 20,0% del nuovo gruppo mediatico, assumendone il controllo effettivo. Accordo che potrebbe concludersi in un paio di giorni.

Del negoziato parlano i blog di Silicon Valley e il Wall Street Journal, che scrive di “…trattative per combinare MySpace e altre proprietà online di News Corp con Yahoo!”.

 

Il 4 febbraio scorso lo stesso Murdoch aveva detto di non essere interessato a Yahoo!, ma poi è successo qualcosa. Microsoft si è fatta avanti con un’opa sicuramente perché a conoscenza dei rumor che parlavano di colloqui riservati tra il tycoon e Yahoo! per entrare nel settore dei motori di ricerca. Un’eventualità questa che metterebbe Microsoft fuori gioco nella partita in cui si decide la futura leadership di internet e scalzare così Google.

 

Che fare?

Fermare subito Murdoch offrendo 31 dollari per azione, ma lasciando anche spazio per una revisione al rialzo del prezzo.

Yahoo! avrebbe un’enterprise value di 50 miliardi di dollari, somma superiore a quella di Microsoft. Che però, sempre in base alla ricostruzione di TechCrunch, potrebbe decidere di rilanciare con 35 dollari per azione, portando così il valore complessivo dell’operazione a 50 miliardi.

Ma il magnate non si farà mettere nell’angolo così facilmente, la posta in gioco è troppo alta, in ballo anche le nuove opportunità nel mercato delle pubblicità online.

 

Un’intesa, tuttavia, non è facile. In passato simili trattative si sono arenate davanti alla diversità di opinioni nel valutare i reciproci asset. Murdoch stima MySpace e la divisione online Fox Interactive Media almeno tra i 6 e i 10 miliardi di dollari. Ma Murdoch è considerato forse l’unico magnate dei mass media che per determinazione è in grado di tener testa al CEO di Microsoft Steve Ballmer.

Anche Google era scesa in campo per fermare l’avanzata della società di Bill Gates, proponendo un patto nella pubblicità online che garantisse a Yahoo! nuove entrate. Ma alla fine non se n’è fatto nulla, per timore che un qualunque patto sollevasse obiezioni antitrust e provocasse severi controlli delle autorità di regolamentazione.

Anche la posizione di Murdoch potrebbe sollevare qualche obiezione da parte delle Authority viste le recenti grandi acquisizioni di News Corp che ha sborsato circa 5 miliardi di dollari per il colosso dei mass media Dow Jones, che controlla anche il Wall Street Journal. Ma il magnate è uno a cui piacciono le sfide, lo ha dimostrato negli anni passati con MySpace, acquistata per poche centinaia di milioni di dollari, criticata come troppo cara, ma che alla fine si è rivelata lungimirante quando l’esplosione del web ha enormemente valorizzato le società online. Adesso ha l’opportunità di combinare assieme significativi asset che gli garantiscano un’ulteriore salto di qualità sul mercato ICT.

 

In questa partita, a favore di Microsoft gioca però la posizione espressa dal fondo Legg Mason, secondo maggiore azionista di Yahoo! con il 9% circa del capitale, vale a dire più di 80 milioni della web company (i soci fondatori David Filo e Jerry Yang detengono il 10% del capitale). Bill Miller, gestore del fondo, ha scritto una lettera ai soci in cui sostiene di “…sperare che Microsoft faccia il necessario per acquisire Yahoo!” e di ritenere “…che dovrà aumentare l’offerta, se vuole raggiungere un accordo”. (Leggi articolo).

Altri azionisti hanno fatto pressioni perchè la società accettasse la proposta del colosso di Redmond. Addirittura la Wayne County Employee ‘s Retirement System of Michigan, che detiene 13.600 azioni di Yahoo!, ha depositato una causa nel tribunale di Michigan chiedendo alla corte di costringere Yahoo! a considerare l’offerta di Microsoft.

 

Ma perché tanto interesse per Yahoo?

Oggi la rete è un insieme di circa un miliardo di utenti, con grosse potenzialità di crescita future, specie con il coinvolgimento delle tlc.

Google ha da sempre un obiettivo preciso: arrivare a essere il centro di una supercomunità che conti almeno mezzo miliardo di membri. Per far questo, ha riempito il pianeta di fibre ottiche, in modo da realizzare una propria rete broadband, mettendo centinaia di server in tutti i punti strategici del mondo.

E non solo, ha messo a punto una tecnica per le ricerche online che oggi è la migliore, arrivando a nuove fasce di utenti. Google ha inoltre sviluppato un invidiato sistema di pubblicità personalizzata, che consente di schedare gusti, interessi, abitudini di chi usa il motore di ricerca. Un potente sistema, quindi, per gli inserzionisti, pronti a investire miliardi in questo business.

Adesso si pensa anche a un servizio che consenta di scaricare i software direttamente online, che in altre parole significa la fine dei programmi sugli hard disk. Comprensibile, quindi, la paura di Microsoft.

Senza tralasciare il boom del video-sharing dove Google mantiene il primato grazie alla furba acquisizione di YouTube.

 

Questo dovrebbe spiegare almeno in parte il perché di questa battaglia tecnologica, che si profila già come molto difficile e senza esclusione di colpi. E si sa, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!

Chissà cosa riserverà il futuro.

 

 

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