Programmazione Tv e Rai: dov’è finita la qualità? E’ questo il servizio pubblico per cui paghiamo il canone?

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Riceviamo da una lettrice e volentieri pubblichiamo la lettera al direttore che ci è pervenuta.

Italia


Tv e minori

Egregio Direttore,

ho letto sul vostro sito l’articolo del Mago Zurlì e le lettere collegate all’argomento in oggetto di Del Grosso e del sig. Marco Grilli.

Condivido pienamente ciò che tutti e tre dicono.

Io e la mia famiglia guardiamo ormai molto poco la Tv.

 

La Tv è veramente scivolata in basso, tranne qualche programma valido che viene trasmesso ad ore spesso poco indicate per chi ha lavorato tutto il giorno e deve tornare a lavorare il giorno dopo!

Certo, gli adulti possono scegliere quello che vogliono o non vogliono vedere, ma i bambini?

Spesso come mamma indirizzo le mie bambine verso programmi che seleziono, ma spesso capita che in orari diurni (e quindi nella fascia protetta) compaiano spezzoni di film o sceneggiati violenti o quant’altro non adatto ai bambini, per non parlare dei telegiornali che a sentirli sembrano un bollettino di guerra: omicidi e tragedie famigliari con tanto di particolari!

 

Io mi rifiuto di vedere e ascoltare questo genere di notizie, ma non sempre posso tutelare completamente i miei bambini, anche perché alcune volte ci sono dei flash che appaiono quando meno te lo aspetti!

Lasciamo stare Mediaset e reti private che veramente fanno pena e ribrezzo per non dire altro (a parte qualche rara eccezione).

 

Ma la RAI?

Il servizio pubblico di cui paghiamo il canone?

E l’ultima trovata della RAI che ho visto annunciare in uno spot?

Cambiare il simbolo della farfalla rossa, verde o gialla con altri simboli similari.

E’ questa l’innovazione che ci porta?

 

Che pensino invece a tutelare di più i nostri bambini lasciando libere le fasce protette da spot, telegiornali o quant’altro che possano turbare la loro suscettibilità.

 

Grazie per l’attenzione.

P.S. Non sono riuscita a trovare il link a cui indirizzare questa mail oltre a voi tipo il Direttore RAI e l’Autorità per la Garanzia nelle comunicazioni. Potete indicarmelo o eventualmente girare questa mail voi stessi?

 

Una mamma “arrabbiata”!, Lecco

 

Gentile Signora, la ringrazio. La sua testimonianza è condivisa da una grande moltitudine di persone. Me compreso. Stia pur tranquilla che la sua lettera perverrà in un modo o nell’altro sulle scrivanie da lei citate.

E non demorda. Scelga sempre liberamente. E scelga anche di spegnere la tv per far fare cose più interessanti ai suoi figli. Rimane il problema irritante di un canone pagato per un servizio di qualità scadente, quale quello fornito dalla RAI (per non parlare di Mediaset, come ella stessa sottolinea). Ma questo è un problema politico di cui prima o poi ci si dovrà occupare. Le private non sono per definizione peggiori della RAI e la RAI non è migliore delle private per definizione. Il problema è che manca il mercato, la competizione. Eppure in questo Paese c’è stato un referendum che ha fato esprimere la maggioranza dei cittadini a favore della privatizzazione di parte della RAI, per spezzare l’oligopolio, l’accordo tra i due contendenti. In 3 o 4 o più soggetti, sarebbe più difficile accordarsi ai danni del telespettatore.

Speriamo che qualcuno si indigni per lo stato immondo della programmazione tv e per la pessima qualità di telegiornali zeppi di sangue, pettegolezzi, necrofilie di ogni genere e del tutto privi di politica estera, eccetto Iraq e Palestina e, cosa ancor più grave, di Europa. (R.B.)

 

 

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