Pc low-cost: l’Uruguay fa il primo ordine ufficiale di laptop XO

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XO Laptop

Saranno gli scolari uruguaiani tra 6 e 12 anni e i loro insegnanti, i primi al mondo a ricevere i laptop XO, realizzati dalla OLPC (One Laptop Per Child), l’associazione nonprofit di Nicholas Negroponte che si pone l’obiettivo di offrire Pc portatili dotati di connessione internet e sistema operativo Linux ai bimbi nati dal lato sbagliato del digital divide.

 

I notebook XO andranno al Laboratio Tecnológico del Uruguay (LATU), che acquisterà entro il 2009 un totale di 400 mila Pc, con l’obiettivo di implementare il progetto CEIBAL (Conectividad Éducativa de Informática Básica para el Aprendizaje en Línea), lanciato nel 2006 con l’obiettivo strategico di garantire a tutti i bambini del Paese l’accesso alle conoscenze informatiche.

 

Dall’aspetto molto simile a un giocattolo, l’XO è di fatto un vero e proprio computer, in grado di resistere alle peggiori condizioni climatiche e con un fabbisogno di energia ridotto al minimo. Se un tipico laptop richiede infatti 40 watt di potenza, XO riesce a navigare il web con 3 watt e a visualizzare un libro elettronico con appena un watt di potenza.

L’enfasi sullo scarso fabbisogno di energia è più che naturale se si pensa che l’alimentazione è…umana! L’XO è infatti dotato di un generatore, azionabile a mano o a pedale, in grado di garantire 5 minuti di autonomia per ogni minuto passato a generare energia.

 

Certo, per mantenere il costo ai livelli più bassi, qualche compromesso lo si è dovuto trovare: il laptop lavorerà a una velocità di 366 MHz, avrà un processore a 500Mhz e 128MB di DRAM, con 500MB di memoria flash e non avrà un disco rigido, ma avrà quattro porte USB.

Altro elemento su cui si è dovuto lavorare per abbassare i costi è il display che però funzionerà in doppia modalità: in bianco e nero (leggibile anche in piena luce, con risoluzione tre volte più grande) e a colori.

 

Basati sul sistema operativo Open source Linux, i laptop XO potranno comunque fare tutto quello che si può fare con un normale computer – tranne archiviare grandi quantità di dati – e avranno inoltre una connessione wireless a banda larga che permetterà loro di formare una rete mesh: ogni portatile in pratica, si connette automaticamente agli altri nella stessa area (circa 600 metri ) creando una rete mobile ad hoc.

 

Attualmente il costo di ogni Laptop si aggira intorno ai 200 dollari, con l’obiettivo di raggiungere i 100 dollari entro il 2008.

 

Per quanto riguarda invece il metodo di distribuzione, in un primo tempo si era pensato di affidare ai governi il compito di acquistare lotti da 250 mila unità da distribuire nelle scuole come una sorta di libro di testo di nuova generazione, ma appurata la gravosità di questo modello per molti Paesi, si è pensato a nuovi processi di distribuzione.

Negli Usa, ad esempio, è partito il progetti “prendi 1, dai 1″ che permette ai privati di acquistare 2 XO a 399 dollari per utilizzarne uno donare l’altro a un bambino di un Paese svantaggiato.

I laptop possono anche essere donati singolarmente per 200 dollari l’uno. Prezzo che include anche i costi di spedizione.

 

Commentando il contratto uruguaiano, Negroponte si è detto soddisfatto dell’impegno del Paese sudamericano, il primo “a fare un passo concreto per fornire un laptop a tutti i suoi bambini e insegnanti”.

 

Presentato ufficialmente nel 2005 al World Economic Forum di Davos, il progetto di Negroponte ha subito riscosso l’appoggio di Nortel (socio fondatore del progetto OLPC) AMD, News Corporation, Google e Red Hat. Più recentemente anche l’UNDP (United Nations Development Program) e Intel hanno comunicato di voler dare il loro sostegno al sogno di Negroponte.

 

Il cammino del progetto, ha però spiegato Negroponte in un’intervista al New York Times, non è stato affatto facile: “Ho in un certo senso sottostimato la differenza tra la stretta di mano di un capo di Stato e un accordo scritto”.