Legge sull’editoria: i blog pronti a emigrare. Gentiloni ammette, ‘Allarme giustificato, la norma sulla registrazione al Roc va corretta’

di Raffaella Natale |

Nicola D’angelo (Agcom): ‘Bisogna evitare regole che restringano le caratteristiche di apertura e libertà della rete’.

Italia


Beppe Grillo

“L’allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato: il disegno di legge sull’editoria, proposto dalla Presidenza del Consiglio e approvato una settimana fa in Consiglio dei Ministri, va corretto perchè la norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive”. Direttamente dal suo blog, è così che il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, riapre la discussione su un argomento molto dibattuto che ha sollevato non poche proteste.  

“Naturalmente – ha scritto ancora Gentiloni – mi prendo la mia parte di responsabilità, come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog, per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri”.

 

E ha spiegato: “Pensavo che la nuova legge sull’editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione, ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche online, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull’editoria. Va bene applicare anche ai giornali online le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog”.

Il Ministro ha sottolineato di aver sempre sostenuto questa tesi, sia in parlamento che nei dibattiti pubblici, come ha avuto modo di precisare anche recentemente al convegno di apertura di Eurovisioni, rispondendo a una domanda di Fiorello Cortiana.

 

Secondo Gentiloni, “…il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l’errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Riccardo Levi a volerlo fare”.

 

Al centro della disputa, sollevata soprattutto dai blogger, la nuova norma che prevede anche l’iscrizione dei siti Internet al Roc, un registro apposito presso l’Autorità delle comunicazioni.

“…Regole anti-storiche e che vanno contro la filosofia della rete e la libertà d’informazione sul Web“, lamentano gli autori di questi liberi spazi virtuali, ormai largamente diffusi.

“…L’iscrizione dei siti in un apposito registro con il pagamento di un relativo bollo, così come previsto dal provvedimento che tuttavia dovrà essere approvato dal Parlamento, potrebbe – affermano i blogger – limitare le attività sulla rete”.

 

Esprime perplessità sull’argomento anche il commissario dell’Agcom Nicola D’Angelo, che invita a “….contemperare le esigenze di garanzia con la libera apertura della rete”. “Comprendo l’esigenza di garanzia che ha mosso il governo a proporre questa norma – ha sottolineato D’Angelo – ma penso che non possa tradursi nell’imposizione di procedure burocratiche per l’apertura dei blog. Il grande valore della rete consiste nel fatto che è aperta, pluralista e gratuita nella fruizione: è giusto che chi la usa rispetti la legge, ma bisogna evitare regole che restringano le caratteristiche di apertura e libertà che la rete consente a chi la vuole utilizzare”.

D’Angelo ha ricordato che “…la rete è stata ed è un grande strumento di informazione, a livello nazionale e globale, che ha riempito vuoti spesso evidenti in tema di pluralismo. Non deve essere un mezzo per commettere reati, come la diffamazione, ma ci sono già gli strumenti per reprimere gli abusi”. Altrimenti, ha concluso, “…finirà che i blog si faranno dall’estero”.

 

Parole dure anche da Beppe Grillo, che grazie al suo blog ha organizzato il V-Day, un vero e proprio movimento di contestazione alla politica italiana.

Grillo ha commentato: “Ricardo Franco Levi ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet”.

“…Nessun Ministro – ha scritto ancora sul sito – si è dissociato (…) I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi – ha aggiunto – limita, di fatto, l’accesso alla rete“. E a suo avviso “…il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi , risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura”.

 

Il disegno di legge inizierà il suo iter alla Commissione Cultura della Camera mercoledì 24 ottobre e Grillo fa già sapere: “…Se passa la legge sarà la fine della rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico”.

 

Rassicurazioni al mondo di questi operatori online arrivano dallo stesso Levi, che ha delega per l’Editoria: “…le norme si rivolgono non a ragazzi che realizzano blog ma a chi crea su Internet un vero e proprio prodotto editoriale”. Staremo a vedere cosa succederà.

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