Separazione rete: Gentiloni, ‘Necessaria una rapida approvazione del Ddl Bersani per rafforzare i poteri Agcom’

di Alessandra Talarico |

Italia


Paolo Gentiloni

Il rafforzamento dei poteri dell’Agcom, affinché l’Authority possa procedere allo scorporo della rete Telecom Italia, è un obiettivo che dovrebbe essere portato a termine con l’approvazione del Ddl Bersani attualmente in Senato.

L’approvazione del Ddl è fondamentale per poter procedere con la separazione funzionale della rete di Telecom Italia e dopo che anche la Commissione europea ha deciso di ammettere la separazione tra i remedies a disposizione dei regolatori nazionali, il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni ha dichiarato di augurarsi una chiusura dell’iter in tempi brevi.

 

A margine dei lavori del Salone internazionale della filatelia di Roma, il ministro Gentiloni ha spiegato che “…l’art. 52 del Disegno di Legge Bersani, che è in discussione al Senato, prevede di assegnare all’Autorità garante delle comunicazioni, di intesa con l’Unione europea, il potere di scorporo gestionale della rete. E’ un ddl molto importante che mi auguro venga approvato e, se non sbaglio, è lo stesso auspicio formulato dall’Autorità garante”.

 

I lavori della task force che si occupa di preparare la separazione della rete dovrebbero essere portati a termine entro la fine di quest’anno, nonostante la delicatezza e la complessità della questione e gli ostacoli incontrati sulla strada del riassetto proprietario della compagnia telefonica italiana. La sfida che attende il presidente Agcom si presenta estremamente impegnativa “vista anche – ha sottolineato il ministro Gentiloni – la perdurante vicenda dell’assetto azionario di Telecom. Ma è importante che si arrivi alla conclusione di questo lavoro nei tempi fissati”.

 

L’ampliamento dei poteri dell’Authority è stato inserito con una modifica all’articolo 45 del Codice delle Comunicazioni elettroniche in base alla quale l’Agcom potrà imporre la separazione, ma soltanto nel caso in cui non si riesca a giungere a un’intesa con l’operatore tale da garantire la piena parità di trattamento degli operatori.

 

Anche il presidente Agcom, Corrado Calabrò, ha sottolineato la necessità di approvare il Ddl Bersani in tempi brevi.

Il testo, ha spiegato, “rappresenta una buona base per il rilancio del sistema delle Autorità indipendenti, secondo linee di qualità, rigore, indipendenza, e responsabilità”.

 

La separazione strutturale della rete pubblica di accesso dovrà ovviamente essere realizzata attraverso un iter che rispetti le più recenti disposizioni comunitarie e nazionali e non sarà circoscritta all’ultimo miglio, ma a tutti gli elementi sui quali potrebbe essere necessario intervenire ove si riscontrassero le circostanze eccezionali, incluse le componenti necessarie alla fornitura di servizi a banda larga.

 

L’Autorità potrà dunque definire regole dirette ad assicurare che l’amministrazione e la gestione di tutti gli elementi che compongono la rete di accesso siano sottoposte a un regime improntato, anche attraverso le più appropriate misure organizzative, a criteri di autonomia, di neutralità e di separazione funzionale dalle altre attività dell’impresa, con la piena garanzia della parità di trattamento esterna ed interna per tutti gli operatori che chiedono accesso.

 

Certo, ha aggiunto Calabrò, ci sono ancora diversi punti ‘opachi’ nella proposta di riforma delle Autorità, che andrebbero messi “a fuoco in questa fase di analisi ed aggiustamento del testo”, ma l’inizio può essere considerato positivo.

 

Tra i punti ancora da sviluppare, secondo Calabrò, le previsioni a difesa dell’indipendenza dell’Authority e il rafforzamento del sistema sanzionatorio, ancora poco incisivo.

“Indipendenza – ha tenuto a sottolineare il presidente Agcom – non significa autoreferenzialità”, quanto piuttosto stabilire dei regolamenti di organizzazione tali da garantire un meccanismo di nomina basato sia sulla “autorevolezza e statura morale” dei componenti dell’Authority sia su dispositivi “che evitino fenomeni di cooptazione per appartenenza politica”.

 

Secondo Calabrò sarebbe inoltre opportuno sottrarre al Governo la possibilità di rimuovere i componenti dell’Autorità per le tlc, così come è stato previsto per l’Antitrust, dal momento che i componenti dell’Agcom “occupandosi di un controllo attivo e penetrante dei comportamenti dell’esecutivo in materia di pluralismo, comunicazione politica e conflitti di interesse, non possono vedere nel Governo il soggetto legittimato a proporre la loro decadenza”.

 

Riguardo gli attuali strumenti sanzionatori, il presidente Agcom ha sottolineato che sarebbe opportuno consentire alle Autorità di esercitare i propri poteri “attraverso un procedimento immune da appesantimenti ingiustificati e caratterizzato da maggiore flessibilità e discrezionalità in merito all’entità della sanzione: ad esempio, nel caso del settore delle comunicazioni elettroniche, prevedendo una sanzione che sia compresa tra un minimo prossimo allo zero fino al 10% del fatturato di un’impresa”.

 

I punti, insomma, sono tanti e occorre accelerare il processo di rafforzamento dell’Autorità per trarre il massimo vantaggio dall’evoluzione delle tecnologie e per risolvere problemi regolamentari che possono essere affrontati con più efficacia attraverso una stretta collaborazione tra livello nazionale e livello comunitario.