Mediaset e mercati azionari: Merlo (Vigilanza), ‘I problemi in Borsa non dipendono dal Ddl Gentiloni’

di Raffaella Natale |

Italia


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A fronte dei problemi in Borsa per Mediaset dei giorni scorsi, il vicepresidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo, ha commentato che “…Il presidente del gruppo Fedele Confalonieri accusa il Ddl Gentiloni di essere la causa del minimo storico toccato il 14 settembre dalle quotazioni del titolo in Borsa. Il cattivo andamento delle azioni Mediaset è, in realtà, il risultato concreto della strategia industriale perseguita in questi anni dal gruppo multimediale di Berlusconi, arroccato pervicacemente in Italia sui suoi privilegi televisivi in ragione dei quali ha cercato di piegare gli interessi generali del Paese”.

 

Parole dure quelle di Merlo che ha aggiunto “…Guarda caso Mediaset guadagna bene all’estero, vedi in Spagna con Telecinco. In Italia Mediaset si è invece sostanzialmente seduta: gli investitori la stanno punendo in Borsa non per il progetto di legge che liberalizza l’assetto Tv nella transizione al digitale. Le stesse accuse di Confalonieri a Gentiloni svelano come il vero obiettivo degli attacchi della Cdl alla maggioranza non siano né la Rai, né, tanto meno, la riforma elettorale, ma il Ddl Gentiloni perché elimina finalmente le strozzature che da anni impediscono a qualunque altro editore di fare veramente concorrenza a Mediaset”.

 

A giudizio del vicepresidente della Vigilanza “…serve dunque una iniziativa politica capace di spezzare definitivamente questa anomalia tutta italiana. Le forze che sostengono il Governo di centrosinistra, i cui Ministri nell’ottobre scorso hanno approvato all’unanimità il Ddl Gentiloni, dovranno contrastare con assoluta determinazione il tentativo della Cdl di affossare il Ddl Gentiloni. E ciò per ragioni di libertà di pluralismo e di rilancio del mercato e della concorrenza”.

 

Il presidente della società televisiva non ha del resto mai fatto mistero della propria avversità al Ddl Gentiloni.

 

“…Spero non entri mai in vigore“, ha detto in modo diretto alcuni giorni fa, spiegando che “…così come è sarebbe veramente una grossa punizione per un’azienda come la nostra, che dà lavoro a migliaia di persone e che in 27 anni di vita ha legittimato la sua posizione nel Paese, nel panorama dell’informazione e in quello dell’industria”.

 

Confalonieri ha osservato che il provvedimento gli sembra “…un fatto più politico: colpire Berlusconi attraverso un’azienda di cui lui però ha solo un terzo e gli altri due terzi sono in mano a 250 mila investitori, la metà dei quali sono stranieri”.

“…Mi sembra – ha concluso – che questa proposta Gentiloni, che spero non diventi legge, sia un’arma impropria nella lotta politica: colpisce Berlusconi attraverso Mediaset”.