Google testa nuovi strumenti di ricerca mobile ‘find&buy’, per trovare e acquistare contenuti via cellulare

di Alessandra Talarico |

La società riduce anche il tempo di validità dei cookies a due anni, ma non accontenta i difensori della privacy.

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Google, il motore di ricerca internet più famoso al mondo, è sempre più orientato alla conquista di nuovi spazi nel settore della telefonia mobile.

Secondo il Wall Street Journal, la società di Mountain View sarebbe a lavoro per la realizzazione di un motore di ricerca che faciliterebbe ai consumatori la ricerca e l’acquisto di contenuti quali suonerie, giochi e quant’altro.

 

Google ha già lanciato una versione del suo motore di ricerca adattata ai cellulari ma – ben consapevole che la navigazione dal telefonino presenta connotati ed esigenze molto diverse da quella tradizionale – vuole andare oltre la mera ricerca per diventare uno strumento ubiquo e utile sia per trovare che per pagare i contenuti mobili.

Mentre infatti dal Pc si va alla ricerca di qualsiasi informazione, la ricerca via cellulare è limitata a dati quali i risultati delle partite, al numero di telefono di un locale, al download di loghi e suonerie. Per questo, e anche a causa delle ridotte dimensioni dei display, i motori di ricerca mobile devono essere molto precisi e concisi nel fornire i risultati.

 

Il profitto si baserebbe sempre sulla filosofia dei ‘link sponsorizzati‘, ossia risultati a pagamento che permettono all’inserzionista di comparire in testa, pagando un corrispettivo al motore di ricerca per ogni click fatto dagli utenti.

 

Google, spiega il quotidiano, sta lavorando da mesi con i fornitori di contenuti – grandi media company ma anche piccoli aggregatori – per indicizzare i loro prodotti e renderli disponibili per la ricerca mobile.

Un progetto, viene sottolineato, non semplice da realizzare e già costellato da diverse difficoltà tecniche. Non si sa dunque quando il nuovo motore find&buy verrà lanciato, né se includerà anche una componente di social networking che permetterebbe agli utenti del servizio Gmail di scambiarsi contenuti.

 

La mossa di Google, comunque, non mancherà di spiazzare gli operatori mobili, specialmente se la società abiliterà pagamenti tramite PayPal o il suo servizio Checkout.

Molti operatori statunitensi hanno lanciato – o stanno per farlo – servizi di vendita via cellulare e certo preferirebbero mantenere questo canale sotto il loro controllo.

 

Sebbene il mercato dei contenuti mobili sia ancora poco sviluppato, secondo Yankee Group la vendita globale di musica, video, suonerie, giochi e altri contenuti – che ha raggiunto un valore di oltre 27 miliardi di dollari lo scorso anno – crescerà a circa 60 miliardi nel 2011.

 

I big di internet sono tutti pronti a lanciarsi nel mercato mobile con servizi che spaziano dalla pubblicità, alla ricerca e ai contenuti: Yahoo! ha lanciato la versione beta localizzata di Yahoo! Go Mobile 2.0 – che sarà disponibile su più di 200 diversi modelli di cellulari entro la fine di luglio e verrà estesa a più di 400 modelli  entro la fine dell’anno – e la versione beta del servizio di mobile search Yahoo! oneSearch, accessibile attraverso il sito Web mobile di Yahoo! su qualsiasi cellulare provvisto di un browser e di un accesso Internet.

 

Yahoo!, inoltre, ha recentemente acquisito anche una piccola società chiamata Actionality, attiva nell’intermediazione pubblicitaria per applicazioni e giochi scaricabili sul cellulare, mentre AOL ha acquistato a maggio il provider di pubblicità Third Screen Media.

 

Google è impegnato anche su un altro fronte: quello della privacy. Sono in molti a considerare un ‘nemico della privacy’ la società di Mountain View, che per stemperare le polemiche ha già deciso di  rendere anonime le informazioni relative alle ricerche effettuate dai propri utenti dopo un periodo massimo di 18 mesi dai precedenti 24.

 

Ora, il gruppo ha deciso di limitare a due anni il periodo di validità dei cookies, cioè quei dati che vengono inviati dal sito che l’utente sta visitando e vengono registrati nel Pc, affinché in una seconda navigazione all’interno di questo sito il terminale venga identificato e riconosciuto.

 

Attualmente, i cookies – che vengono utilizzati principalmente per costruire profili di marketing – sono programmati per durare fino al 2038.

 

Google ha precisato tuttavia che i cookies scadranno entro due anni solo se l’utente non visiterà più il sito legato al cookie in questione.

Per questo i detrattori della società spiegano che non c’è niente di nuovo né di positivo nell’annuncio.