Piano triennale CNIPA: per il 2007, prevista spesa di 1,75 mld di euro per ICT  

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Il Piano triennale predisposto dal CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella PA) prevede meno risorse per l’Innovazione tecnologica nella macchina burocratica pubblica, sulla base delle esigenze definite dagli stessi apparati centrali, ma anche dagli enti pubblici economici.

Rispetto al triennio precedente, si sta, infatti, riducendo del 4,6% il fabbisogno finanziario della Pubblica amministrazione centrale per il periodo 2007/2009.

Si tratta di quelle risorse necessarie ad assecondare il processo di modernizzazione mediante le tecnologie dell’informazione e comunicazione. Come spiega una nota del CNIPA, nel triennio considerato il fabbisogno di spesa messo in evidenza dalle amministrazioni pubbliche ammonta a 6,2 miliardi di euro, in leggero calo rispetto ai 6,5 miliardi quantificati per il periodo precedente (2006-2008). La previsione di spesa per l’ICT per il 2007 nella Pubblica amministrazione centrale è pari a circa 1,75 miliardi di euro.

 

Nel piano triennale 2006-2008 per il primo anno, ossia il 2006, era stato calcolato un fabbisogno di circa 1,88 miliardi di euro, e quindi da un anno all’altro la contrazione è di circa il 7%, che scende al 4,6% su basi triennali.

Per contro gli enti pubblici non economici hanno incrementato le loro previsioni di spesa nell’ICT per il primo anno del 4% (portandole a 495 milioni di euro) e del 3% per il triennio (attestandole a 1,36 miliardi di euro).

 

Dall’analisi del CNIPA emerge, però, un dato preoccupante: nel fornire le loro previsioni di spesa, le PA centrali hanno rilevato come una parte del fabbisogno di quest’anno non sia al momento coperto da stanziamenti ordinari. Parliamo di circa 110 milioni di euro su 1.759.

Nella Finanziaria 2007, lo stanziamento per l’informatica nella PA è di circa 576 milioni di euro, una disponibilità che storicamente copre circa il 30% del fabbisogno.

Tuttavia, questo stanziamento aumenta di circa il 20% quello iniziale del 2006, ma non recupera ancora la differenza negativa tra il 2006 e il 2005 (-35% rispetto alla legge di bilancio 2005 e -39% in investimenti). Nel raffronto tra il precedente piano triennale (2006/08) con quello vigente (2007/09) emerge che la contrazione maggiore la subisce la spesa del Ministero delle Attività Produttive (-58%), seguito da quello delle Comunicazioni e dai Carabinieri (entrambi -43%), dai ministeri della Salute e delle Infrastrutture (entrambi -36%).

 

In controtendenza l’Agea-Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (+36%), il Corpo Forestale dello Stato (+29%), il dicastero del Lavoro e Politiche Sociali (+28%) e la Corte dei Conti (+7%). Nel triennio appena cominciato la quota maggiore della spesa è destinata allo sviluppo (52%), mentre la restante parte va alla gestione (48%). Per la prima voce il 21% verrà impiegato per il software applicativo, il 15% per l’hardware e software di base, l’11% per lo sviluppo, il 3% per le Reti e il 2% per la formazione; per la seconda voce (gestione) la quota principale, il 22%, va alla gestione pura, seguita dalle Reti con il 12%, software applicativo con l’8%, hardware e software di base con il 6%.

 

Più precisamente, però, le amministrazioni centrali destinano il 55% allo sviluppo e il 45% alle gestione; negli enti, invece, la gestione assorbe il 51% della spesa e lo sviluppo il 49%. Dalla analisi eseguita dal CNIPA, sulla base delle indicazioni degli stessi apparati pubblici, si rileva che la maggior voce di spese è riservata all’acquisto e manutenzione del software applicativo, pari al 30% del fabbisogno, corrispondente a 675 milioni di euro nel 2007.

Ma si evince anche che per la formazione la PA conta di investire quest’anno 35,5 milioni di euro e 2,5 milioni gli enti, per un totale di 38 milioni di fabbisogno.

 

Altro dato da evidenziare è che in quasi tutti i Piani è infatti presente un richiamo al Codice dell’Amministrazione Digitale (che dal 2006 ha armonizzato tutte le norme vigenti per favorire la diffusione e l’uso dell’ICT nella macchina burocratica pubblica, oltre che al proprio interno pure nei suoi rapporti con cittadini e Imprese), anche se con toni differenti.

 

Così c’è chi si limita a focalizzarsi sul protocollo informatico, il primo passo per la dematerializzazione della carta verso il digitale; ma c’è anche ci punta a progetti di ampio respiro, come l’integrazione dei sistemi di posta, il protocollo, la gestione digitale dei documenti e dei procedimenti amministrativi, l’aggiornamento dei siti web per l’erogazione di nuovi contenuti e nuovi servizi online.

Infine, è in atto una accelerazione al ‘dialogo’ digitale e, quindi, ad una maggior cooperazione tra amministrazioni pubbliche: viene dal decollo del Sistema Pubblico di Connettività, la maggior infrastruttura telematica pubblica realizzata in Europa, che consente non solo una più efficiente interoperabilità, ma anche la disponibilità di banda larga a costi molto contenuti. Per la sua implementazione da quest’anno al 2011 l ‘investimento massimo previsto nel quinquennio è quantificato in un miliardo 600 milioni di euro. (r.n.)