Rapporto Ue sulle Tlc: l’Italia supera l’esame di Bruxelles. Mercato trainato da telefonia mobile e banda larga

di Alessandra Talarico |

Ma il Commissario Reding bacchetta l'Agcom: ritardi sull'imposizione di misure correttive

Unione Europea


Telecomunicazioni

Il mercato italiano delle tlc ha superato l’esame di Bruxelles, in particolare per quanto riguarda la telefonia mobile e la banda larga, ma il Commissario Viviane Reding ha sottolineato come in Italia – ma anche in Portogallo, Grecia e Germania – si siano registrati eccessivi ritardi nell’imposizione di misure correttive sulla concorrenza. Ritardi provocati dalle “lunghe procedure giudiziarie di ricorso contro le decisioni delle Autorità di regolamentazione”.  

  

“Non è possibile – ha spiegato  la Reding nel corso della conferenza stampa per la presentazione del Rapporto annuale sul settore delle comunicazioni elettroniche in Europa – che in alcuni Paesi, come nel caso dell’Italia, vi siano procedure che a causa dei ricorsi legali durano anche 4-6 anni, creando incertezza sui mercati e generando condizioni di concorrenza sleale in Europa”.

“In Paesi come la Germania, l’Italia, il Portogallo, la Grecia – ha aggiunto  – si ricorre a lunghissimi ricorsi legali che di fatto ritardano l’attuazione delle misure sollecitate dall’Europa per ristabilire la corretta concorrenza”

Tattiche dilatorie che, conclude il Commissario, “generano naturalmente danni alla concorrenza stessa”.

  

Secondo la valutazione della Commissione europea, in Italia, si sono comunque registrati miglioramenti nella competitività “in tutti i segmento del mercato”.

  

A trainare le performance dell’Italia sono ovviamente i cellulari: gli italiani confermano la loro fama di super appassionati, con un tasso di penetrazione del 134% e una crescita totale che nel 2006 ha sfiorato il 15%. Il numero di utenti 3G, alla fine del 2006, aveva raggiunto quota 12 milioni.

Continua di contro a crescere la quota di mercato di TIM giunta al 40,6% e con 8 punti percentuali di vantaggio rispetto al secondo operatore nazionale.

A livello Ue, la telefonia mobile ha registrato una crescita del fatturato pari al 4,6%, con un tasso di penetrazione dell’103%. L’Italia, in quanto a penetrazione, è seconda soltanto al Lussemburgo, con una penetrazione del 171%. 

  

La quota di mercato degli operatori alternativi della telefonia fissa – nota ancora la Commissione – in termini di entrate è aumentata dell’1,9% dal dicembre 2004 (32,6% nel dicembre 2005) e resta al di sotto della media Ue di circa il 2%. Grazie ai significativi investimenti nelle reti, la percentuale di utenti che utilizza operatori alternativi per l’accesso diretto in luglio 2006 era del 9,2%, in crescita del 3,9% rispetto a luglio 2005.

  

Tornando al ruolo del regolatore nazionale, la Commissione ha valutato l’operato dell’Agcom in tutti i settori rilevanti del mercato delle telecomunicazioni e ha altresì ricordato che entro la fine di marzo l’Autorità dovrà notificare le nuove misure relative al mercato della terminazione su rete fissa, nel rispetto dei commenti Ue.

L’Agcom, ha spiegato la commissione, “è stata efficientemente riorganizzata ed è migliorata l’attività di monitoraggio e imposizione degli obblighi regolamentari è notevolmente migliorata”, ma lo stesso alcuni obblighi devono ancora essere implementati.

La Commissione si riferisce in particolare alle offerte bitstream, all’approvazione dei report dell’operatore dominante, all’assegnazione dello spettro di frequenza, oltre ai problemi per il mancato adempimento della direttiva sui servizi di emergenza. 

 L’Agcom ha inoltre dovuto affrontare diverse sfide relative alla convergenza – VoIP, integrazione dei servizi fisso-mobile, IPTV, Mobile Tv – e all’asimmetria nel mercato di terminazione wholesale,

  

Segnali positivi arrivano comunque dalla crescita della penetrazione della banda larga a livello consumer, giunta al 13,6%. Un livello tuttavia ancora al di sotto della media europea che si attesta al 15,7%. Le connessioni broadband a ottobre dello scorso anno erano oltre 8 milioni, con una crescita del 37%, pari a oltre 2 milioni di linee in un anno.

Gli operatori alternativi – segnala Bruxelles – hanno aumentato la market share dal 30% del 2005 al 32%, una percentuale che sarebbe molto maggiore se fossero incluse anche le connessioni 3G.

  

Dati positivi emergono anche dal mercato dell’unbundling del local loop, segmento nel quale l’Italia ha registrato la migliore performance europea, con 1,8 milioni di linee aperte a ottobre 2006. Bruxelles sottolinea inoltre che anche i prezzi, pari a 8,05 euro al mese, sono fra i più bassi d’Europa.

  

Per quanto riguarda infine l’accesso condiviso (o shared access) – che consente a più provider di accedere al doppino dell’utente e offrire servizi differenti sulla stessa linea – secondo le rilevazioni della Ue nel nostro Paese si è registrata una crescita superiore al 200%, da 100 mila linee nell’ottobre del 2005 a 342 mila ad ottobre 2006.

  

La relazione della Commissione tratteggia un quadro dei mercati europei delle telecomunicazioni, che presentano entrate per quasi 290 miliardi di euro, subito prima della riforma della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni.