L’ICT alla base del 50% della crescita Ue. Italia leader nella telefonia 3G e nella fibra ottica

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Gli investimenti pubblici e privati nelle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) stanno dando i loro frutti: è ciò che emerge dalla relazione annuale della Commissione sui programmi dell’iniziativa i2010, la strategia digitale per la crescita e l’occupazione. La tecnologia favorisce l’innovazione e la produttività e sono evidenti segni di cambiamenti radicali nei mercati e nei comportamenti degli utilizzatori, mentre l’Europa si muove verso un’economia basata sulla conoscenza.

 

“La nostra strategia europea integrata per la crescita e l’occupazione comincia ora a dare frutti” ha affermato Viviane Reding, Commissario europea per la Società dell’informazione e i media “ma non dobbiamo adagiarci. Le imprese di TIC in Europa non sono ancora in grado di approfittare delle economie di scala a causa della frammentazione normativa che blocca lo sviluppo di servizi paneuropei e limita le possibilità che gli operatori di comunicazioni elettroniche e le imprese di software hanno di competere sul mercato mondiale. In particolare, l’Unione europea e gli Stati membri devono impegnarsi maggiormente per rimuovere gli ostacoli ai servizi in linea che sono ancora presenti nel mercato interno”

 

A livello nazionale, la relazione indica che l’Italia è al primo posto nella telefonia cellulare di terza generazione (3G) e nello sviluppo della fibra ottica, mentre il Regno Unito può vantare il maggior numero di nuclei familiari ad avere accesso alla televisione digitale.

Sei paesi – Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Belgio – presentano tassi di penetrazione della banda larga superiori a quelli degli Stati Uniti e del Giappone.

Questi livelli di penetrazione della banda larga hanno effetti secondari positivi. Ad esempio, il livello di adozione dell’ICT nelle scuole danesi è il più elevato d’Europa e le imprese danesi sono le prime utilizzatrici di internet e del commercio elettronico nell’UE; i lavoratori britannici e svedesi sono i più qualificati nell’ICT; gli olandesi sono i più avidi consumatori di giochi e musica in linea; da ultimo, la Finlandia è al primo posto per quanto riguarda l’utilizzo di punti d’accesso destinati al pubblico ed è il paese che investe maggiormente nella ricerca sull’ICT (il 64,3% della spesa di R&S da parte delle imprese), mentre la Svezia e la Finlandia investono, rispettivamente il 3,9 e il 3,5% del loro PIL nella ricerca, percentuali superiori all’obiettivo comunitario del 3%.

 

Ogni anno, la relazione annuale su i2010 – la strategia politica dell’UE volta a promuovere l’economia digitale combinando la ricerca, gli strumenti normativi e i partenariati pubblico-privato – valuta l’impatto economico delle attività degli Stati membri della Ue a favore dell’ICT e costituisce un’indicazione affidabile dell’efficacia della politica della Commissione intesa a dar vita a una crescita economica sostenibile in tali tecnologie.

 

In base alla seconda relazione annuale sull’iniziativa i2010, il settore continua a crescere più rapidamente dell’economia europea nel suo complesso. Tra il 2000 e il 2004 l’ICT ha contribuito alla crescita della produttività nella Ue per quasi il 50%, con il software e i servizi delle tecnologie dell’informazione che costituiscono, al momento, il settore di crescita più dinamico (il 5,9% per il periodo 2006-2007).

 

La relazione indica inoltre che le imprese investono in soluzioni ICT nuove e più mature e che i cittadini europei adottano rapidamente i nuovi servizi in linea. Tale tendenza è confermata dal numero record di nuove connessioni in banda larga: 20,1 milioni di nuove linee a banda larga attivate durante l’anno fino a ottobre 2006, con tassi elevati di penetrazione della banda larga nei Paesi Bassi (30%) e nei paesi nordici (25-29%). Secondo le previsioni, il mercato dei contenuti in linea crescerà rapidamente nel corso dei prossimi cinque anni, una tendenza già evidenziata dall’esplosione delle vendite di musica in linea e dei contenuti creati dagli utenti.

 

La ricerca europea ha beneficiato di un notevole impulso con l’avvio del Settimo programma quadro di ricerca, la cui voce più importante è costituita dagli oltre 9 miliardi di euro destinati alla ricerca sull’ICT. Tuttavia, nonostante si preveda che gli investimenti a livello nazionale porteranno la spesa per la ricerca al 2,6% del PIL entro il 2010, la Ue dovrà realizzare un ulteriore sforzo per raggiungere l’obiettivo del 3% che si è data.

 

Il piano d’azione eGovernment (amministrazione in linea) della Commissione ha aiutato gli Stati membri a promuovere i servizi pubblici in linea, che sono sempre più sofisticati e utilizzati da un numero crescente di cittadini europei. Si rileva inoltre una forte crescita del sostegno apportato dall’ICT alla sanità e all’istruzione in Europa. Quando introducono tali servizi, tuttavia, le amministrazioni devono assicurarsi che tutti i cittadini possano accedervi e trarre vantaggio dalla società dell’informazione in generale; tale punto di vista è stato condiviso da 34 ministri riunitisi a Riga nel giugno 2006.

 

La relazione di quest’anno sull’iniziativa i2010 illustra inoltre le questioni strategiche fondamentali per il futuro che saranno discusse durante un riesame della strategia i2010 nel corso del 2007. Tali questioni comprendono la valutazione delle conseguenze politiche delle tendenze emergenti nelle reti e in internet; il rafforzamento della prospettiva dell’utilizzatore nell’innovazione dell’ICT e l’impulso alla crescita attraverso la rimozione delle “frontiere nazionali” artificiali per i servizi in linea. Tale riesame inizierà con una tavola rotonda sulle reti e su internet della prossima generazione che si terrà in autunno.

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