WiMax: gli operatori mobili sviluppino fin da ora le adeguate contromosse

di Alessandra Talarico |

Mediacoop: 'il Governo non assegni le licenze con un’asta, favorirebbe solo i grandi gruppi tlc'.

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L’impatto del WiMax sull’industria della telefonia mobile non è attualmente prevedibile, ma gli operatori devono cominciare fin da ora ad elaborare delle strategie adeguate per far fronte all’arrivo della tecnologia sul mercato.

Lo dice la società In-Stat la quale spiega che per gli operatori cellulari il WiMax potrà rappresentare molte cose: un grande competitor, un grande alleato, o anche un fattore minore.

È chiaro tuttavia che una strategia per il WiMax  è la decisione più importante che i carrier dovranno prendere da quando hanno pianificato l’ingresso nel 3G.

 

“Il WiMax dovrà affrontare molti ostacoli, inclusa l’incompatibilità degli standard, la diversa allocazione delle frequenze in ogni Paese e il prezzo – troppo alto – dei dispositivi consumer”, ha spiegato l’analista Allen Nogee.

 

Il WiMax fisso è già arrivato e la sua versione mobile arriverà nei prossimi anni ma quest’ultima, secondo In-Stat, non sarà probabilmente utilizzata in maniera massiccia fino al 2009.

 

I dispositivi WiMax opereranno probabilmente in maniera diversa a seconda del Paese e bisognerà vedere se i costruttori saranno disposti ad affrontare spese extra per realizzare un dispositivo WiMax che supporti tutti i diversi profili.

 

Quando il WiMax arriverà nella fase commerciale – dice ancora In-Stat – gli operatori di telefonia mobile saranno costretti ad abbassare drasticamente i prezzi dei servizi dati e “anche se poi il WiMax fallirà, è improbabile che i carrier potranno di nuovo aumentare le tariffe”.

 

Una recente ricerca ha inoltre evidenziato il fatto che gli operatori mobili, in un futuro non troppo lontano, saranno costretti a integrare nelle loro reti tecnologie ‘alternative’ come WiMax e Wi-Fi a causa dell’inefficienza delle reti 3G dal punto di vista energetico.

 

Da una prospettiva puramente di copertura – spiega il direttore della ricerca ABI, Stuart Carlaw – “il WiMax è due volte più efficiente dal punto di vista energetico rispetto a WCDMA. Il Wi-Fi lo è per 50 volte”.

 

Per quanto riguarda infine il mercato italiano, l’associazione Mediacoop ha chiesto al governo di “predisporre una normativa che garantisca il massimo accesso possibile alla tecnologia WiMax, sia per quanto riguarda gli operatori di rete sia per i futuri produttori di contenuti”.

“Soltanto con condizioni di accesso eque ed economicamente sostenibili – ha spiegato il presidente di Mediacoop, Lelio Grassucci – sarà infatti possibile abbattere i costi, favorendo così il pluralismo dell’informazione e lo sviluppo di nuove Imprese impegnate nella produzione di contenuti”.

 

Soffermandosi sulla nuova dimensione “mobile” di accesso alla rete posta in essere dal WiMax, Grassucci auspica che il Governo non scelga di assegnare le frequenze attraverso aste pubbliche simili a quelle usate per appaltare il servizio Umts. Una simile eventualità farebbe incassare molti soldi allo Stato, ma arrecherebbe gravi danni ai consumatori, sui quali sarebbero in ultima analisi scaricati i costi delle licenze “rendendo i nuovi servizi, potenzialmente accessibili a tutti, appannaggio di una minoranza privilegiata”.

 

Percorrere la via dell’asta, inoltre, favorirebbe i grandi gruppi tlc, i soli in grado di spendere somme ingenti per l’acquisto di una concessione e che – conclude Grassucci – “già ora premono sul Governo per ottenere il controllo del servizio WiMax”.

 

Le licenze per il WiMax dovrebbero essere assegnate entro l’estate e consentiranno all’Italia di allinearsi col resto d’Europa nello sviluppo della tecnologia di accesso wireless più accreditata per superare il digital divide.

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