Media & Communication: da Endemol a Magnolia si profila un nuovo trend, il futuro è nella diversificazione dei canali distributivi

di Raffaella Natale |

Europa


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Continua a muoversi sul mercato il gruppo De Agostini, dopo aver portato a casa il 53,5% di Magnolia. La società non esclude di arrotondare il proprio 2% delle Generali.

Lorenzo Pellicioli, amministratore delegato di De Agostini, ha spiegato che il gruppo “…ha oggi 600-700 milioni di euro di liquidità dopo aver speso il denaro del 2% di Generali”.

Allo stato “…non c’é alcuna allocazione prevista – ha aggiunto – vedremo“. Pellicioli ha quindi escluso un interesse per Alitalia, parlando con la stampa a margine della presentazione dell’acquisizione del controllo di Magnolia.

 

Pellicioli esclude, invece, l’interessamento per Telecom Italia, su cui c’era stato un susseguirsi di rumor.

A riguardo, l’Ad ha risposto: “…La convergenza ci sarà, ma trasformare le società telefoniche in media company, mi sembra complicato e azzardato. E Telecom non ci interessa”.

 

Diverso il discorso per Endemol, la società di produzione del ‘Grande Fratello’ controllata dalla spagnola Telefonica, da mesi al centro di indiscrezioni su un possibile passaggio di mano. Si parlava del forte interessamento di Mediaset.

Pellicioli ha, quindi, chiarito: “…Non posso dire che non mi interessa, ho appena finito di dire che i contenuti sono importanti”, riferendosi alle motivazioni date per l’acquisto della Magnolia di Giorgio Gori.

L’Ad ha comunque definito quelli attorno a Endemol come “scenari importanti“, senza parlare espressamente di una volontà di acquistare la società di diritto olandese. Il manager ha poi definito “molto cara” l’attuale valutazione in Borsa dell’azienda. Praticamente escluse, invece, mosse nel settore televisivo.

“…Non abbiamo mai negato interesse per la Tv – ha spiegato -. Bisogna vedere se c’é la disponibilità di Tv in vendita, che abbiano già un brand, io al momento non ne vedo”.

 

Dalla sua, John De Mol, fondatore insieme a Joop van den Ende della società olandese di format Tv, ha chiarito che al momento non ha stretto alcun accordo per prendere il controllo di Endemol assieme a società italiane, comprese Mediaset e De Agostini.

Questa settimana De Mol è rientrato con una quota del 5% nel capitale di Endemol. La partecipazione non è stata acquistata direttamente, ma dalla Cyrte, società di investimenti di cui De Mol figura tra i principali azionisti

 

Proprio ieri, è stato ufficializzato l’accordo che prevede la cessione del 53,5% di Magnolia a De Agostini.

In particolare, dopo il perfezionamento dell’operazione in questione, Giorgio Gori resterà azionista con circa il 25% del capitale e continuerà a ricoprire la carica di amministratore delegato della società, mentre Lorenzo Pellicioli verrà nominato presidente.

 

Come ha spiegato De Agostini, l’acquisizione del controllo su Magnolia rappresenta una mossa importante nel quadro di un complessivo sviluppo e rafforzamento a livello internazionale della propria strategia nel settore Media & Communication.

Magnolia, tra i leader italiani nella produzione di contenuti di intrattenimento per la televisione e più in generale nel settore dei contenuti digitali, affiancherà le altre attività già attualmente possedute dal gruppo nel broadcasting e nel settore cinematografico.

 

“…Eravamo già nell’intrattenimento, mentre non eravamo nella fiction, perciò – ha spiegato Gori – se lavoreremo bene, avremo una nuova fetta di mercato”. Per questo, Magnolia ha fondato al suo interno una nuova sezione dedicata alla fiction, chiamando a dirigerla il produttore Rosario Rinaldo.

I primi risultati di questo nuovo impegno sono la sit-com ‘Piloti’, in onda in primavera su Raidue, e una commedia in 16 puntate da 50 minuti l’una, per otto prime serate su Canale 5, la cui messa in onda è prevista per il prossimo autunno.

 

Anche se in cinque anni Magnolia è diventata il primo produttore indipendente italiano di intrattenimento leggero e ha chiuso il 2006 con un valore della produzione di circa 67 milioni di euro, Gori ha sentito il bisogno di un partner per “…consolidare le posizioni sul mercato italiano, far crescere il segmento della fiction rispetto a quello dell’intrattenimento, aumentare l’attività internazionale in Spagna e Francia“.

Ma anche, grazie all’appoggio di De Agostini, a nuovi mercati mediterranei come Grecia e Portogallo.

 

Per quanto riguarda la Spagna, Gori ha precisato “…abbiamo avuto garanzie da Telecinco che continueremo a lavorare con loro, anche se De Agostini controlla Antena 3”.

In questo senso, “…ci siamo preoccupati anche di non avere controindicazioni per quanto riguarda il mercato italiano”.

Sebbene abbia lavorato a lungo in Mediaset, infatti, quando ha fondato Magnolia, nel 2001, Gori è stato bene attento a mantenere rapporti con tutti, non solo con la Tv generalista, ma anche con quella satellitare.

Nel 2005-2006, per esempio, ha prodotto oltre 30 programmi, spaziando dalle reti generaliste a quelle pay, fino all IPTV, per cui ha prodotto ‘Radio sex’, su commissione di Telecom.

Con l’acquisizione di Neo Network, specializzata in digital entertainment, Magnolia si è votata anche a questo settore, attraverso servizi di participation Tv e sviluppo e gestione di community.

“De Agostini in Italia ci può aiutare nel settore editoriale e – ha aggiunto Gori – in quello del gaming, dove potremmo sviluppare giochi ad hoc, lavorando con Lottomatica e Neo network”.

 

La ragione sta nel fatto che, come spiega l’Ad di Magnolia, “…oggi una società non può star ferma sulla fornitura ai canali generalisti, è un mercato troppo ristretto, mentre il futuro è tutto nella diversificazione dei canali distributivi”.

Poi, “…non è importante sapere se prevarrà il digitale terrestre o la Tv sul web, il nostro lavoro – ha concluso – è creare contenuti ed essere flessibili“.

 

In ogni caso, sia Gori che Pellicioli dichiarano di non aver nessuna intenzione di far nascere, dalla loro unione, un nuovo polo televisivo: “…oggi – ha detto l’Ad di De Agostini – ha più senso investire in contenuti che in sistemi distributivi, non ci sono Tv forti a prezzo buono”.

Sulla stessa linea anche Giorgio Gori che ha commento: “Non ci sono condizioni per un terzo polo televisivo”.

 

Da tempo Giorgio Gori cercava un partner per far crescere a livello internazionale  la sua Magnolia, la società di produzione fondata nel 2001 dopo l’addio a Mediaset, ma “…mi spaventavano – ha spiegato – le offerte di tipo troppo finanziario”. Alla fine, ha trovato un accordo con il gruppo editoriale De Agostini, che ha acquistato il 53,5% della società, di cui il fondatore mantiene il 25% e la carica di amministratore delegato.

 

Da parte sua, De Agostini ha scelto Magnolia per “…la coerenza rispetto al nostro portafoglio, la capacità di creare valore attraverso i contenuti e – ha dichiarato Lorenzo Pellicioli – per il management forte, ma non perché siamo co-azionisti della spagnola Antena 3, visto che i due mondi devono vivere separati. In questo caso, l’integrazione verticale non funziona, mentre – ha detto ancora – la vediamo più facile nel mondo del ‘gaming’, dove la parola chiave è convergenza”.

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