IDATE Conference: si apre l’era dell’egocasting, ovvero la Tv fatta dai telespettatori per i telespettatori

di Raffaella Natale |

Europa


Mercato Tv

Una televisione ultrapersonalizzata, accessibile a tutti da ogni luogo, da internet o dal cellulare: questa è la sfida che si preparano a raccogliere broadcaster e telcos, riuniti in questi giorni al DigiWorld Summit 2006 (IDATE International Conference, Montpellier 14-16 novembre 2006).

Proprio ieri in calendario il Tv Forum, realizzato in collaborazione con il Media Club, il Forum internazionale della Tv a Montpellier.

Al workshop gli operatori hanno fatto il punto sui nuovi scenari che caratterizzano il mercato audiovisivo. Il settore è in piena effervescenza: boom dell’IPTV, sviluppo dei servizi VoD, contenuti televisivi distribuiti in modalità P2p, podcasting, contenuti video prodotti dai telespettatori, successo dei PVR e PC Media Centre, prossimo lancio in Europa delle offerte commerciali di Tv mobile su standard DVB-H.

 

La Tv entrerà più rapidamente di quanto immaginiamo nell’era dell’egocasting?

 

Tenendo come linea maestra l’evoluzione dell’industria Tv nel medio termine, questa giornata di riflessione ha proposto un confronto sul punto di vista dei player tradizionali della Tv, ma anche quello dei new entrant che spesso arrivano dal mondo internet e delle telecomunicazioni.

I lavori sono stati introdotti da Laurence Meyer, Direttrice d’Etude Média IDATE. Presenti anche Gerry O’Sullivan, Direttore Product Management BSkyB, Olivier Millies-Lacroix Direttore Commerciale Eutelsat.

 

“Il consumatore vede ciò che vuole, quando vuole e dove vuole, sulla Tv, davanti al pc o sul cellulare“, sottolinea Julie Cruyt, responsabile Area Contenuti di Belgacom.

 

L’egocasting, opposto al broadcasting, è il termine inventato da IDATE (Institut européen de l’audiovisuel et des télécoms) per indicare questo nuovo tipo di televisione.

Laurence Meyer ha sottolineato “Adesso si mette davanti l’ego, che comporta un’iper-personalizzazione dei media e un’importanza minore ai media di largo consumo”.

 

Internet gioca un ruolo essenziale in questa evoluzione, consentendo di creare video, di diffonderli online, ma anche di guardare la televisione e comporre i programmi adatti ai propri gusti.

“Oggi si può, con un pc e una connessione internet, accedere a un’esperienza video fuori dal comune“, ribadisce con entusiasmo Stefan Lechère, responsabile Area Contenuti Video per Google France.

 

Google resta protagonista di questa nuova tendenza, avendo acquistato il popolare sito di video-sharing YouTube per 1,65 miliardi di dollari.

 

“Il downloading di video – ha commentato Meyer – è ormai una pratica corrente, tant’è che quest’anno in Francia il 48% degli utenti ha visto la Tv su internet”.

Si tratta di programmi Tv tradizionali, che sempre più spesso vengono messi online dopo la loro trasmissione, ma anche di contenuti o canali, creati appositamente per andare su internet.

Questa Tv può essere guardata su tutti i dispositivi: computer, iPod, cellulare.

 

I media tradizionali moriranno?

“Sicuramente no!”, ha risposto Anne Bouisset, Direttore allo Sviluppo di TVMI, società di consulenza esperta di audiovisivo, “…anzi, al contrario, abbiamo sempre più contenuti, la loro valorizzazione è essenziale e i canali Tv tradizionali hanno la legittimità per farlo”.

 

In Gran Bretagna, la Pay TV di Rupert Murdoch, BSkyB ha pensato a format molto brevi, personalizzati e meno cari. In questo senso, ha inviato ai propri abbonati un questionario per conoscere i loro gusti e adattare meglio le offerte.

Diversi canali, come la BBC o LCI, convertono i podcast video i propri programmi e i Tg.

In Francia, TF1 lancerà, sabato 18 novembre, una trasmissione realizzata con video inviati dagli utenti e raccolti sul proprio sito. Dopo il web 2.0 ci si prepara all’avvento della Tv 2.0.

 

La Tv via Adsl rappresenta un’altra opportunità di personalizzazione, grazie ai box sempre più perfezionati.

“I telespettatori diventano programmatori della loro televisione“, sottolinea con soddisfazione Marie-Christine Levet, CEO di Club Internet.

Alcuni box consentono di “costruire” i propri canali, con programmi registrati in modo automatico, secondo i propri gusti: nei Paesi che usano già questo sistema, il 30-40% del tempo passato davanti alla Tv corrisponde a programmi registrati.

 

Altra sfida è quella che riguarda gli operatori telecom, che dovranno lanciare commercialmente i programmi adatti alla fruizione su dispositivo mobile.

Personalizzazione e interattività, saranno queste le caratteristiche che guideranno il mercato della Tv mobile.

Gli utenti potranno ricevere contenuti anytime, anywhere, scegliendo tra quelli più adatti alle proprie esigenze, e potranno scaricare anche video on demand.

Dall’altro lato, provider e inserzionisti potranno predisporre le offerte più conformi al profilo degli utenti.

Importante elaborare e fornire canali adatti alla fruibilità in movimento, oltre che consentire la possibilità di navigare internet.

La Tv mobile diventerà un’esperienza multimediale con grande spazio per personalizzazione, interattività e contenuti generati dagli stessi utenti.

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