Rapporto Aitech-Assinform: si intravede la luce all’uscita del tunnel

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Ennio Lucarelli: 'Ora, scelte coraggiose che puntino su produttività, innovazione e riduzione della presenza dello Stato imprenditore'. Per Capitani hanno pesato i fattori di natura congiunturale

Italia


Information Technology

“Forse non siamo ancora all’uscita del tunnel, ma almeno se ne intravede la luce”.

Questo il messaggio entro cui il Presidente di Aitech-Assinform, Ennio Lucarelli, ha voluto inquadrare i dati emersi dal Rapporto Assinform sul primo semestre 2006 presentati questa mattina a Milano.

 

“Nel primo semestre 2006 – ha aggiunto – sono cresciuti Pil, investimenti fissi, investimenti in nuovi macchinari e attrezzature. Ma soprattutto è cresciuta l’Information Technology, fattore che, dopo anni di trend negativo, costituisce un segnale di novità da non sottovalutare in questa fase moderatamente positiva dell’economia italiana in cui ci giochiamo le possibilità competitive e di sviluppo dei prossimi anni. Per strutturare la ripresa occorrono scelte coraggiose, puntando su produttività, innovazione e riduzione della presenza dello Stato imprenditore”.

 

A guidare la domanda d’informatica, oltre al mercato delle famiglie, in netta crescita, vi sono i settori più legati ai servizi, come banche, assicurazioni, grande distribuzione, ma è tornata a investire anche la media impresa. Continua invece la frenata delle piccole imprese e della Pubblica Amministrazione centrale, che risente dei pesanti tagli subiti con le passate leggi finanziarie. Non così la Pa locale la cui domanda è tuttavia assorbita in misura crescente, fino ormai a coprirne oltre la metà, dalle società d’informatica controllate da Regioni e altri Enti Locali e sostenute dal ricorso sempre più spinto ai contratti in house.

 

Nello specifico, in base ai dati del Rapporto Assinform, nel primo semestre 2006 il mercato aggregato (informatica + telecomunicazioni) ha raggiunto i 31.708 milioni di euro, con un incremento dello 0,8% rispetto al primo semestre dell’anno scorso (quando era risultato più che doppio, pari al 2,1%).

 

Il mercato italiano delle telecomunicazioni (infrastrutture, terminali e servizi) ha raggiunto invece i 21.950 milioni di euro, evidenziando un rallentamento della progressione avvenuta negli ultimi anni. La crescita del primo semestre dell’anno in corso è infatti risultata pari allo 0,6% contro il 2,9% registrato nei primi sei mesi del 2005.

“Il rallentamento della crescita è dovuto principalmente a fattori di natura congiunturale – ha dichiarato Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di NetConsulting e presidente dell’Advisory Board di Key4Biz – sul fronte della telefonia mobile, hanno inciso in modo significativo gli effetti del provvedimento dell’Authority delle Comunicazioni relativo alla riduzione delle tariffe di terminazione fisso-mobile, che ha determinato un complessivo rallentamento della dinamica dei servizi e la riduzione di risorse finanziarie per effettuare investimenti in infrastrutture”.

 

Questi ultimi sono infatti risultati pari a 2.290 milioni di Euro, in calo del 4,4% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente (- 1,8%).

Per contro, e sempre nel primo semestre 2006, la domanda di terminali fissi e mobili è risultata pari a 2.510 milioni, con una dinamica apprezzabile (+6,6%) anche in rapporto agli andamenti del primo semestre 2005 (+1,1%). Positivo anche il fatto che alla buona dinamica abbiano contribuito quasi in pari misura sia i terminali fissi (1.110 milioni, +6,2%) che quelli mobili (cellulari, 1400 milioni, +6,9%).

 

L’effetto combinato della maturità del mercato e dei provvedimenti tariffari dell’Authority sulle connessioni fisso-mobile, si è tradotto in una riduzione della spesa per la fruizione dei servizi. Nel primo semestre 2006, i servizi di telecomunicazione si sono infatti attestati a quota 17.150 milioni, mostrando una crescita molto modesta (+0,5 %), quando nel primo semestre del 2005 crescevano del 3,9%.

 

Più in particolare si è dimezzata la spinta dei servizi mobili. Questi ultimi hanno espresso nel primo semestre del 2006 un volume d’affari di 8.440 milioni di Euro, in crescita del 2,1% sul primo semestre del 2005 (quando risultavano ancora in crescita del 5,6%, dopo i tassi di crescita a due cifre agli anni precedenti).

Tutto questo anche se è ancora cresciuto il numero delle linee attive (pari a 75,6 milioni a giugno 2006 e cresciute del 13% sul giugno dell’anno prima). E questo perché è calata la spesa media mensile per singolo utente (pari a 31,5 Euro contro i 32,1 dell’anno prima), anche se (nota positiva) la componente di servizi a valore aggiunto (dati, XMS e Web) è cresciuta del 20%, raggiungendo un’incidenza del 23%.

 

I servizi su rete fissa sono calati dello 0,9%, con un mercato complessivo di 8.710 milioni, vanificando la ripresa del primo semestre 2005 (+2,3%). La componente voce è risultata di 7.015 milioni (-2,4%), mentre la restante componente, relativa ai servizi a valore aggiunto, ha raggiunto i 1.695 milioni, con una crescita pari al 5,9%, apprezzabile, ma inferiore a quella dello corso anno (19,6%) e comunque non sufficiente a compensare il calo sul fronte voce.

A contenere la flessione dei servizi su rete fissa hanno sicuramente contribuito in misura apprezzabile le connessioni Internet a banda larga (xDSL e su fibra ottica). Queste ultime sono passate dai 5,5 milioni di utenze attive del primo semestre del 2005 ai 7,5 milioni e più del primo semestre del 2006, con una progressione del 37,2%, sicuramente apprezzabile ai fini degli sviluppi di nuovi servizi alle famiglie e alle imprese.

 

Per quanto riguarda invece il mercato dell’informatica, nei primi sei mesi di quest’anno è cresciuto dell’1,1%, a quota 9.758 milioni, anche per effetto della lieve ripresa congiunturale.

 

“E’ andata meglio, rispetto al primo semestre 2005 (0,4%). – ha dichiarato Giancarlo Capitani – Si è verificato un riallineamento tra la domanda in unità di PC delle famiglie (+13,5%, contro il +40,9% dell’anno prima) e delle imprese (+12,4%, contro il +9,6% dell’anno prima), che peraltro hanno arrestato la tendenza al calo della domanda di servizi (+0,2%, contro il calo dello 0,5 dell’anno prima)”.

 

Più in particolare, nel primo semestre 2006, le vendite di hardware sono risultate di 2.759 milioni di Euro, in crescita del 2,9 % sul primo semestre 2005, nonostante l’incremento multiplo in volumi delle principali componenti; quelle dei servizi di assistenza tecnica, pari a 394 milioni sono ancora calate (-3,7%); quelle di software e servizi, pari a 6.605 milioni sono rimaste sostanzialmente al palo (0,6%) come già l’anno prima.

La crescita del 2,9% in valore del mercato dell’hardware sintetizza una buona progressione in volumi e un continuo calo dei prezzi unitari, anche i ragione del crescere del peso della grande distribuzione sul fronte del PC (che nel primo semestre del 2006 ha espresso ben l’82.8% del mercato in valore dell’hardware) e delle apparecchiature perferiche.

 

Le vendite in unità, sempre nel primo semestre 2006, sono cresciute del 12,7% per i personal computer (PC) e del 3,5% per i server di media potenza.

Nel caso dei PC, la domanda delle famiglie è risultata pari a 438mila unità (+13,5%), quella delle imprese a 1.680.000 unità (12,4%), su un mercato complessivo di 2.118.000 unità (+ 12,7%). E ancora nel caso dei PC, è il segmento dei portatili a mostrare il dinamismo più marcato in volumi, con 1.055.000 unità vendute (+18,5%), contro le 965.000 unità desktop (+6,,6%) e i 98.000 PC server (+16,6%). La quota di mercato dei portatili a fine semestre è risultata pari al 52,2% in unità, e quindi doppia rispetto a due anni fa.

 

L’andamento delle componenti chiave del mercato dell’informatica, quello del software e dei servizi, pari nell’insieme a 6.605 milioni di Euro (67,7% dell’intero mercato dell’informatica), ha fatto segnare una crescita dello 0,6%. Delle due componenti, quella del software, pari a 1.918 milioni, è cresciuta dell’ 1,7%, mentre quella dei servizi, pari a 4.687 milioni è aumentata solo dello 0,2%, ma si distacca la crescita dei servizi in outsourcing +2,5% che, rappresentano spesso la più razionale alternativa all’investimento interno in risorse e competenze IT.

 

“Se pur ancora distante dal trend mondiale che vede l’Information Technology alla testa del nuovo ciclo di espansione economica, con tassi medi di crescita che superano il 5% annuo, l’Italia sembra voler cogliere il momento favorevole: Pil a + 1,6% nel primo semestre del 2006 (a fronte del – 0,1% rilevato nello stesso periodo del 2005), +3,3% gli investimenti fissi (-1,3% nel 2005), + 2,4% gli investimenti in macchinari e attrezzature (-1,7% nel 2005)”, ha spiegato ancora Ennio Lucarelli.

 

“Intendiamoci – ha precisato – sono cifre ancora modeste, ma comunque significative, perché vuol dire che, se pur timidamente, l’economia italiana sta tentando di risalire sul treno dello sviluppo, cavalcando anche l’innovazione”.

 

Secondo il presidente di Aitech-Assinform, ora è il momento delle scelte di fondo per consolidare la ripresa: “Per risanare la finanza pubblica occorre ridurre inefficienze, diseconomie, sprechi, monopoli, interventi nei quali l’Information Technology va chiamato a giocare un ruolo fondamentale di razionalizzazione: basti pensare ai sistemi informativi, che permettono alle amministrazioni il controllo di gestione della spesa corrente in tempo reale. Per creare le condizioni di una nuova fase di sviluppo, bisogna operare scelte politiche a favore della concorrenza e della trasparenza di regole e ruoli. Lo Stato imprenditore deve fare un passo indietro, dando con ciò concretezza alle indicazioni già contenute nel programma di Governo e ribadite dallo stesso Presidente Prodi anche nel corso delle sue ultime dichiarazioni”.

 

In questa chiave vanno cercate le risorse per l’innovazione e lo sviluppo. “Da una parte la domanda pubblica deve tornare ad avere una funzione di stimolo e qualificazione dell’offerta – ha sostenuto Lucarelli – dall’altra le imprese IT vanno chiamate a investire in servizi e infrastrutture che servono all’innovazione del Paese, secondo chiare modalità, in cui il pubblico regola e controlla, mentre il settore delle imprese investe, rischia, ma si rafforza e cresce in qualità, oltre a rendere migliori prodotti e servizi”.

 

La politica sull’Information Technology va completamente rinnovata. Il sostegno all’alfabetizzazione digitale, com’è stato finora, non è più sufficiente. Ora occorre far crescere l’efficienza del pubblico e la competitività delle tantissime imprese private italiane, ricche di creatività e imprenditorialità, ma spesso mancanti di valide risposte tecnologiche per affrontare le nuove esigenze imposte dalla globalizzazione. Occorrono progetti ben definiti in settori critici, quali la sanità, l’ambiente, il welfare, i rapporti tra Pa e cittadini, l’energia, la sicurezza.

 

In favore delle piccole imprese, dove ancora sussiste la frammentazione della domanda, si rende necessario sviluppare soluzioni mirate a superare il digital divide, modernizzare filiere e distretti produttivi, introdurre quelli virtuali, spingere sulle specializzazioni territoriali. Da qui, oltre a contributi al rinnovamento del Paese, nasceranno nuove competenze e opportunità di lavoro qualificato, capaci di coinvolgere anche i giovani nella creazione di nuovi prodotti e servizi IT, che, sperimentati sul mercato italiano, siano poi esportabili.

“Per questo – ha concluso il Presidente di Aitech-Assinform – guardiamo con grande attenzione ai programmi sullo sviluppo economico e sulla modernizzazione della Pa che sta impostando il Governo, al quale chiediamo che il settore IT sia coinvolto a partecipare, fin dalla progettazione, allo sviluppo delle linee e architetture per l’innovazione tecnologica e l’infrastrutturazione Ict del Paese”. (a.t.)

 

Mercato ICT – 1° semestre 2006

Presentazione di Giancarlo Capitani, Amministratore delegato NetConsulting

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