Tv mobile via satellite: si estende la sperimentazione di Alcatel. Europei e francesi uniti sotto lo standard ibrido

di Raffaella Natale |

Francia


Alcatel

La Tv mobile sta prendendo sempre più forma e il Centro Nazionale di Studi Spaziali (Centre National d’Etudes Spatiales – CNES), Alcatel e l’operatore mobile Orange stanno contribuendo massicciamente per trasformare in realtà quello che fino a poco tempo era solo un piano.

Questo obiettivo è naturalmente al centro del progetto Alcatel “Tv mobile senza limiti” (TVMSL), che ha adesso esteso la sperimentazione alla città di Tolosa e alla Regione Midi-Pyrénées. Si tratta della prima realizzata in ambiente esterno, che testa le principali caratteristiche tecniche della trasmissione della Tv mobile in S-band, che utilizza le frequenze satellitari su protocollo DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld).

 

Janine Langlois-Glandier, presidente del Forum della Tv mobile, ha sottolineato il proprio sostegno all’adozione dello standard DVB-H, quello maggiormente usato in Europa e che garantisce l’interoperabilità, ma anche alla sua evoluzione in S-band.

Siamo convinti – ha spiegato Langlois–Glandier – che la soluzione ibrida in banda S sia garanzia di coesione tra europei e francesi”.

“E’ per questo – ha quindi aggiunto – che siamo soddisfatti della sperimentazione avviata a Tolosa dal CNES con Alcatel e Orange”

 

Questi nuovi test riguardano soprattutto la parte terrestre del progetto, cosa che renderà possibile il sostegno accordato dall’Agenzia dell’Innovazione Industriale (Agence de l’Innovation Industrielle – AII).

 

La Tv mobile viaggia già sulle reti 3G, cosa che potrebbe creare dei problemi di sovraffollamento quando saranno sviluppate tutte le offerte: con diversi milioni di clienti, le reti potrebbero in effetti essere rapidamente sature.

Il DVB-H sembrava la soluzione pronta a sistemare ogni cosa ma, per alcuni, si tratta di una tecnologia che presenta dei limiti legati agli alti costi, ma anche alla qualità, che diventa scarsa quando ci si trova all’interno degli edifici.

 

L’idea, alla base del progetto “Tv mobile senza limite”, è quindi quella di adattare il DVB-H alle frequenze satellitari in S-band (2,17 – 2,22 GHz), per evitare il problema del sovraffollamento nella banda televisiva UHF che molti carrier europei pensano di usare nella Tv mobile. La banda UHF oltretutto è adiacente alla banda S satellitare.

L’obiettivo è di fornire la possibilità di ricevere programmi Tv sui terminali mobili attraverso un sistema di trasmissione ibrido satellitare e terrestre, che dovrebbe prevedere anche la definizione di uno standard ad hoc.

 

Questi primi test sono condotti da CNES, Alcatel e Orange, a cui successivamente si unirà Eutelsat, collaborando dal punto di vista tecnico per la fornitura di servizi in S-band. Inizialmente la sperimentazione doveva chiudersi dopo l’estate, ma secondo le ultime disposizioni continuerà ancora fino alla fine del 2006.

L’operazione si inscrive nelle attività permanenti del CNES che riguardano la parte spaziale, ma anche nella continuità dei lavori preparatori specifici condotti dal Centro e Alcatel sui concetti architettonici e sulla debolezza delle diverse soluzioni tecniche di un sistema ibrido satellitare e terrestre destinato alla Tv mobile.

 

Alcatel, Orange e il CNES spiegano che “…l’obiettivo di questa sperimentazione è valutare tecnicamente, a completamento dei lavori in corso, alcuni parametri chiave del concetto di trasmissione ibrida satellitare e terrestre in S-band, come la diversità d’antenna, i codici di correzione degli errori e l’uso di una frequenza comune per le parti satellite e terrestre della soluzione”.

 

La dimostrazione comprende ciascuno degli elementi di soluzione proposti: il satellite simulato da un trasmettitore su S-band, completato da ripetitori al suolo installati in una decina di sedi dell’operatore mobile Orange; infine anche un terminale e degli strumenti che consentono di misurare e registrare il segnale in tempo reale.  

 

In questo contesto, il satellite, ideale per coprire le zone rurali e quelle più difficili da raggiungere, sarà associato in città a trasmettitori terrestri che usano la Banda S.

Una volta integrati alle stazioni radio delle reti 3G, riutilizzando al massimo le infrastrutture esistenti (in particolare le antenne, vista la vicinanza delle bande di frequenza utilizzate), questi trasmettitori dovrebbero garantire la qualità di ricezione fino all’interno degli edifici e offrire una capacità aggiunta per la diffusione dei programmi su Tv mobile.

 

In pratica, a livello europeo il progetto TVMSL si sarebbe già visto riservare tre frequenze 5 MHz su banda S. Attribuendo un solo canale per la trasmissione diretta via satellite sulla Francia (artificio che consente di usare le altre due frequenze per coprire i Paesi limitrofi come Germania o Spagna), i due canali restanti potrebbero essere messi a vantaggio dai trasmettitori terrestre per distribuire sulle città programmi supplementari.

 

Per i programmi trasmessi via satellite e digitale terrestre, i rischi di interferenze sarebbero tra l’altro ridotte, grazie alla modulazione OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplex). Per migliorare la qualità del segnale captato, i partner del progetto puntano anche a integrare la ricezione in diversità nei futuri terminali mobili. L’uso della banda S consente, infatti, di sistemare due antenne (e due circuiti di ricezione) nello stesso terminale.

 

Le frequenze, elemento cruciale di questa futura Tv mobile, devono essere ancora essere assegnate dal Consiglio superiore dell’audiovisivo. 

Adesso che le sperimentazioni via satellite sono in corso e che il problema della copertura potrebbe essere regolamentato, l’uscita e soprattutto la data di lancio ufficiale della Tv mobile in broadcasting dipende più che mai dal Consiglio superiore dell’audiovisivo e dalla classe politica, che deve rivedere la legge sugli obblighi dei player in materia.

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