Telefonia fissa: via libera della Ue alle misure Agcom a sostegno della concorrenza. Soddisfazione degli operatori

di Alessandra Talarico |

Unione Europea


Telefonia

La Commissione europea ha confermato in via transitoria le misure adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per incoraggiare l’ingresso dei nuovi operatori nel mercato della telefonia fissa in Italia.

Lo ha reso noto l’esecutivo Ue, che ha inviato all’Agcom, una lettera di commenti alle misure regolamentari per assicurare la concorrenza nel settore.  

I nuovi entranti – ha spiegato la Commissione in una nota – “possono far pagare tariffe di terminazione all’ingrosso più alte rispetto alle tariffe dell’operatore dominante, Telecom Italia, ma solo per un periodo transitorio di quattro anni“.

 

La terminazione è il servizio grazie al quale un operatore “consegna” la chiamata ad un proprio cliente quando questa arriva dalla rete di un altro operatore.

Ad aprile, Agcom aveva proposto di imporre misure regolamentari sia all’incumbent sia agli operatori alternativi – come ad esempio Fastweb, Wind, BT Albacom – data la posizione dominante di ciascun operatore sulla propria rete.

 

Tuttavia Agcom ha proposto l’imposizione di obblighi regolamentari più leggeri sugli operatori alternativi rispetto all’operatore dominante, attuando i cosiddetti “obblighi regolamentari asimmetrici“.

 

In sostanza, mentre le tariffe di terminazione di Telecom Italia sono regolate in vista del raggiungimento del livello di orientamento al costo nel 2009, gli operatori alternativi sono autorizzati a far pagare tariffe di terminazione più alte – 1,54 euro cent al minuto contro 0,41 euro cent al minuto – nei prossimi quattro anni fino al raggiungimento della simmetria con le tariffe di Telecom Italia.

La Commissione Ue, da canto suo, rileva che alla base della decisione dell’Agcom c’è il fatto che i new entrant non godono delle stesse economie di scala dell’operatore storico ed è dunque giusto consentire loro di applicare tariffe di terminazione più alte dell’incumbent.

D’altro canto però i nuovi entranti dovrebbero “divenire più efficienti dopo un certo periodo di tempo, in particolare se guadagnano quote di mercato. Di conseguenza, tariffe più alte possono essere mantenute in loro favore per un periodo di tempo limitato”.

 

Nella lettera inviata all’Agcom, la Commissione europea ha inoltre richiesto all’Authority di “specificare il percorso regolamentare nell’adozione delle misure finali dell’attuale analisi di mercato” e, per  meglio tutelare i consumatori, l’Autorità è invitata a “sviluppare al più presto un modello di costi per il calcolo del valore di terminazione degli operatori alternativi che tenga in considerazione la necessità degli stessi di divenire efficienti nel tempo”.

 

Una decisione, quella della Ue, accolta con favore dagli operatori del settore: per Fastweb, che ha speso più di 3 miliardi di euro per realizzare la propria rete IP, la conferma delle misure adottate dall’Agcom è adatta a incoraggiare gli operatori che investono in infrastrutture alternative e, quindi, a promuovere una concorrenza basata sulle infrastrutture.

 

La Commissione Europea – ha commentato in una nota Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb – ha infatti riconosciuto il diritto dei nuovi entranti di farsi pagare tariffe di terminazione all’ingrosso più elevate rispetto alle tariffe dell’operatore dominante prevedendo, nel caso di superamento di una soglia minima, l’obbligo da parte dei nuovi entranti di giustificare, attraverso la predisposizione di un sistema di contabilità dei costi, che i propri prezzi di terminazione siano allineati ai costi sostenuti”

 

Resta da approfondire, ha precisato Parisi, legata alla necessità per gli operatori alternativi “di diventare efficienti nel tempo” perché prezzi di terminazione più alti si impatterebbero sui consumatori finali.

“Nella telefonia fissa – ha concluso Parisi – l’applicazione di tariffe di terminazione diverse non presenta ripercussioni sul cliente finale a differenza di quanto avviene, invece, nella telefonia mobile”.

 

La decisione della Commissione è basata sull’Articolo 7 della Direttiva Quadro sulle comunicazioni elettroniche (2002/21/EC) che conferisce alla Commissione il compito di assicurare l’applicazione dei principi di diritto della concorrenza in modo conforme da parte delle Autorità nazionali di regolamentazione in questo settore.

 

“Sono decisa ad aprire, con la collaborazione delle autorità di telecomunicazioni nazionali, i mercati nazionali alla concorrenza effettiva”, ha dichiarato il Commissario europeo per i media e la società dell’informazione Viviane Reding. “Al fine di promuovere la concorrenza basata sulle infrastrutture, è giustificato consentire ai nuovi entranti di far pagare tariffe di terminazione più alte. Tuttavia, tale misura dovrebbe essere giustificata da costi più elevati e dovrebbe avere dei precisi limiti temporali per incoraggiare i nuovi entranti a diventare efficienti. Efficienza che dovrebbe progressivamente riflettersi in tariffe di terminazione più basse e di conseguenza prezzi al consumo più bassi”.

 

In nessun caso, ha puntualizzato ancora la Commissione, “può essere richiesto all’incumbent o agli operatori alternativi di vendere i loro servizi al di sotto dei costi di un operatore ragionevolmente efficiente”.

 

La Commissione ha inoltre chiesto di ritirare gli obblighi regolamentari fino ad oggi presenti sui mercati della terminazione Internet dial-up e della terminazione internazionale data la constatata effettiva competitività di tali mercati. “Quando l’applicazione delle norme europee di telecomunicazione ha portato al raggiungimento della concorrenza effettiva – ha sottolineato la Reding – ciò significa che il loro obiettivo è stato raggiunto e di conseguenza si deve procedere alla eliminazione della regolamentazione”.

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