Mediaset: alleanza con Murdoch per il DVB-H? Berlusconi ‘Non ne ho mai sentito parlare’

di Raffaella Natale |

Italia


Rupert Murdoch e Silvio Berlusconi

Grande alleanza tra Mediaset e il magnate dei media Rupert Murdoch? Non è la prima volta che circolano indiscrezioni di questo tipo, ma non se ne parlava più da quando le due società hanno cominciato a farsi un’agguerrita concorrenza, che tra l’altro è quella che riguarda il mercato della Tv digitale terrestre e Tv digitale via satellite.

Nella sua ultima visita in Italia, il tycoon aveva dichiarato chiaramente: “E’ un bene poter offrire al pubblico una scelta più ampia. Ma la crescita del digitale terrestre non sarebbe quella che è se si dovesse pagare“, sottolineando che “in qualsiasi parte del mondo i governi hanno adottato politiche per favorire la sua diffusione”. Da qui l’auspicio che anche nel nostro Paese “chiunque operi nel digitale, quindi anche nella Tv via satellite, possa essere trattato allo stesso modo”.

Parole aspre dalle quali trapelava il risentimento di Murdoch per non aver trovato nell’ex governo un forte sostegno alla sua Pay TV, Sky Italia.

A questo va aggiunta anche la forte competizione per i contenuti premium, in modo particolare il Calcio trasmesso sulla TDT.

 

Adesso si torna a parlare nuovamente di questa possibile unione, subito, però, Silvio Berlusconi ridimensiona: “Non ne ho mai sentito parlare“, ha dichiarato l’ex premier ai cronisti.

E’ vero? Lo vedremo nei prossimi giorni, ma cosa potrebbe esserci dietro? Forse la possibilità che Sky Italia decida di investire nella Mobile Tv su tecnologia DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld)? Ricordiamo che Mediaset gestisce un bel pacchetto di frequenze e in Gran Bretagna la Pay TV del magnate (BSkyB) ha già stretto un accordo con l’americana Qualcomm per la trasmissione su dispositivi mobili con tecnologia MediaFlo (Media Forward Link Only).

 

Al momento l’unica cosa confermata è che Mediaset ed Europa Tv hanno perfezionato l’accordo annunciato il 21 dicembre 2005 relativo all’acquisizione delle infrastrutture e delle frequenze digitali che verranno integralmente dedicate alla nuova rete DVB-H attiva entro l’estate.

Ricevute le necessarie autorizzazioni dalle Autorità competenti, Elettronica Industriale (controllata al 100% Mediaset) ha acquisito il ramo d’azienda “Impianti e frequenze di trasmissione” di Europa Tv per un corrispettivo di 186,8 milioni di euro.

Dopo gli accordi già raggiunti con Tim e Vodafone, procedono i contatti di Mediaset con gli operatori tlc con l’obiettivo di offrire un servizio di Tv mobile aperto, efficiente e ricco di contenuti per tutti i telespettatori.

Europa Tv è partecipata dalla Holland Italia dell’imprenditore franco-tunisino Tarak Ben Ammar e dalla società televisiva francese TF1.

Il mese scorso, l’Antitrust ha dato il proprio OK all’accordo, fissando però una serie di limiti ai quali Mediaset dovrà attenersi, pena l’immeditato intervento delle Autorità competenti. 

L’operazione di concentrazione conferisce al gruppo Mediaset ulteriori risorse frequenziali che, a seguito della loro conversione dalla tecnica analogica a quella digitale, costituiranno un terzo multiplex nel mercato del broadcasting digitale.

Il nuovo multiplex si aggiunge, infatti, ai due che il gruppo televisivo già utilizza sul digitale terrestre. Mediaset ha sempre detto di “voler riservare porzioni di capacità trasmissiva” di questo nuovo multiplex, “agli operatori tlc che ne faranno richiesta“.

 

L’Antitrust temeva che con l’acquisizione di Europa Tv si accrescesse ulteriormente la capacità trasmissiva dell’impresa acquirente e si accentuasse la posizione competitiva, in particolare nel mercato delle reti di trasmissione del segnale televisivo in tecnica digitale. L’operazione avrebbe potuto costituire in capo al gruppo Mediaset, che già detiene un peso di rilievo nel mercato a monte delle infrastrutture, una posizione dominante nel mercato delle reti per la trasmissione del segnale televisivo terrestre in ambito nazionale. Ma che le cose sono andate diversamente e dagli accertamenti è emerso che l’operazione non rappresenta questi rischi.

 

Per l’Autorità, “elemento essenziale dell’operazione è il fatto che il Gruppo Mediaset non effettui, direttamente o indirettamente, attività di raccolta pubblicitaria mediante la rete oggetto di acquisizione”. Inoltre l’Agcm chiede che la rete venga dedicata esclusivamente alla fornitura di contenuti televisivi su terminali mobili in tecnologia DVB-H.

 

Terza condizione: “La rete sarà aperta agli operatori di telecomunicazioni che ne faranno richiesta e la capacità trasmissiva sarà concessa a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie”.

Il Garante spiega che sulla rete stessa potranno essere trasportati anche contenuti di fornitori terzi, oltre a quelli di RTI; il modello di business previsto dalla società nella fornitura di servizi di trasmissione televisiva digitale su terminali mobili in tecnologia DVB-H implica la piena responsabilità degli operatori telefonici in relazione all’offerta e alla gestione dei contenuti, secondo il modello compiutamente evidenziato e, di conseguenza, Mediaset non offrirà servizi di DVB-H direttamente al consumatore finale. Ed infine “la raccolta pubblicitaria sarà di esclusiva competenza e profitto degli operatori mobili”.

 

L’Autorità, infine, considerato che la concentrazione ha per finalità la destinazione della capacità trasmissiva esclusivamente allo sviluppo di una rete di trasmissione in tecnologia DVB-H per la fornitura di contenuti televisivi su terminali mobili, in un mercato in via di formazione, e che potrà essere nuovamente oggetto di valutazione ai sensi dell’art. 16, comma 7, della legge antitrust, ha deliberato di autorizzare l’operazione.

 

Mediaset potrà entrare nella nuova tecnologia del DVB-H, la Tv sui telefonini, ma lo dovrà fare come semplice operatore di rete, senza poter vendere direttamente il servizio al consumatore finale, e senza utilizzare i nuovi canali per la sua raccolta pubblicitaria.

 

I paletti posti dall’Antitrust a Mediaset, per dare il suo via libera all’acquisizione degli impianti e delle frequenze di Europa Tv, sono destinati a incidere profondamente sul progetto DVB-H del gruppo milanese.

L’Autorità per la Concorrenza ha voluto innanzitutto separare l’acquisto di queste frequenze e dei circa 450 impianti di trasmissione, dal resto dello infrastrutture nelle mani di Mediaset: quelle di Europa Tv “saranno destinate esclusivamente alla fornitura di servizi su terminali mobili con tecnologia DVB-H“.

 

In altre parole, questo divieto implica che Mediaset non potrà mai produrre telefonini o fare pubblicità per servizi sulla Mobile Tv

Significativo anche il divieto “di raccolta pubblicitaria” volto a non incrementare la posizione dominante di Mediaset nella pubblicità che già è stata oggetto di sanzioni da parte dell’Autorità per le Comunicazioni. Anche l’Agcom aveva dato parere favorevole all’ operazione Europa Tv trovandosi d’accordo con l’Antitrust sui limiti da imporre.

 

A vendere il DVB-H saranno gli operatori di tlc che transiteranno sulla rete Mediaset. Saranno loro a gestire l’offerta anche dal punto di vista dei contenuti. Potranno acquistare programmi di Mediaset ma anche di altri fornitori, senza impedimenti di transito sulla rete.

E anche la cessione di capacità trasmissiva agli operatori tlc dovrà avvenire “a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie”.

 

L’Antitrust si è, comunque, riservata la possibilità di “riesaminare” la posizione di Mediaset nel DVB-H, alla luce di quella che sarà l’evoluzione del mercato in questa nuova tecnologia a cavallo tra telefonia e televisione.

 

Mediaset ha comprato 940 frequenze in tre anni, ma per l’Authority solo una parte delle frequenze può raggiungere porzioni ampie del territorio, essendo le altre residuali. In ogni caso Mediaset non utilizzerà le 450 frequenze di Sport Italia in prima persona, ma le affitterà a operatori telecom che vogliono lanciare  la Mobile Tv su standard DVB-H.

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