TDT e decoder: l’Antitrust sospende il procedimento contro il Premier. Zanda, ‘Rispetto totalmente la decisione’.  La parola al Tar Lazio

di Raffaella Natale |

Italia


Silvio Berlusconi

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella sua riunione del 15 febbraio 2006, ha deliberato di sospendere il procedimento avviato il 22 dicembre  2005, in applicazione della legge sul conflitto di interessi, nei confronti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di Paolo Berlusconi e delle società Mediaset, Rti e Solari. L’Autorità ha deciso di “attendere l’esito del ricorso presentato al Tar dal Senatore Luigi Zanda contro il diniego di accesso agli atti oppostogli secondo il vigente regolamento di procedura”.

 

“Rispetto totalmente le decisioni delle Autorità, al contrario di quanto ho visto fare da uomini di governo molto importanti nelle ultime settimane”. Questo il commento di Zanda (Margherita) a proposito della decisione dell’Antitrust.

Rilevo che adesso quella del Tar – continua Zanda – diventa una decisione di grande rilievo istituzionale, perché i giudici amministrativi dovranno pronunciarsi su una questione di principio, e cioè se i procedimenti davanti all’Antitrust possano vedere o meno la partecipazione di chi li ha promossi”.

Per Zanda, è “fondamentale la questione dell’accesso agli atti, perché riguarda la democrazia e la trasparenza del procedimento. Come ho fiducia nell’Antitrust, ho anche fiducia che il Tar del Lazio giudicherà secondo giustizia”.

La pronuncia del Tar “riguarda non solo il giudizio sui decoder, ma tutti i giudizi futuri davanti all’Antitrust. Del resto – commenta Zanda – tutta questa vicenda verte su un problema che travalica il caso dei decoder, che sono un aspetto nemmeno di grande rilievo di una questione istituzionale rilevantissima”.

 

Il senatore della Margherita non crede affatto alle argomentazioni del premier, che ha sostenuto varie volte di aver immediatamente chiesto al fratello, appena avuta notizia della situazione, di intervenire in modo da non sollevare critiche.

“Questa affermazione non è credibile e non è rilevante. Quello che sappiamo -insiste Zanda – è che l’impresa di Paolo Berlusconi ha dichiarato che avrebbe cessato di commercializzare i decoder quando fossero finite le scorte di magazzino. Quindi, cessava di vendere decoder solo perché non ne aveva più, non perché aveva rispetto della legge sul conflitto di interessi”.

Zanda dichiara poi: “Credo che nella prossima legislatura, se il centrosinistra vincerà le elezioni, il conflitto di interessi andrà regolato in modo obiettivo, senza acrimonia, ma senza alcuna indulgenza”.

 

Molto duro il commento di Vincenzo Vita (Ds), assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma ed ex sottosegretario alle Comunicazioni del governo di centrosinistra. Vita dice: “Ma allora è proprio vero che la legge non è uguale per tutti. Così parrebbe leggendo la notizia della sospensione del procedimento dell’Autorità antitrust sul conflitto di interessi”.

“E’ bene – sottolinea Vita in una nota – ricordare che le frequenze e il decoder sono gli strumenti attraverso i quali si esercita (o non si esercita) la libertà di informazione nell’era digitale”.

Il procedimento in questione è stato aperto dopo che Zanda aveva intravisto un conflitto di interessi in capo al premier per i fondi a sostegno dell’acquisto dei decoder per la Tv digitale terrestre (TDT), stanziati in Finanziaria.

Secondo il centrosinistra il premier avrebbe sostenuto gli incentivi alla TDT per favorire il fratello Paolo, che possiede un’azienda, la Solaris.com, che distribuisce in Italia i decoder della Amstrad.

 

Zanda è ricorso al Tribunale amministrativo nei giorni scorsi, contro la decisione dell’Antitrust di non rendere accessibile la documentazione del procedimento in atto.

Aveva, infatti, chiesto all’Autorità di intervenire nel procedimento istruttorio e di vedere gli atti e i documenti acquisiti nel corso del procedimento, in quanto promotore della denuncia. L’esponente della Margherita aveva anche sollecitato l’apertura di una seconda istruttoria relativa alla recente approvazione del decreto legislativo sulla nuova disciplina dei fondi pensione “il cui contenuto – aveva detto – è destinato a produrre effetti positivi rilevanti nei confronti della società Mediolanum di proprietà del presidente Berlusconi”. Su quest’ultima vicenda, Zanda aveva chiesto all’Antitrust di svolgere accertamenti sulla sussistenza o meno del conflitto, “non potendosi considerare sufficiente a escluderlo, la circostanza che il presidente abbia abbandonato il Consiglio dei ministri per il breve tempo in cui veniva approvato un provvedimento di interesse di una sua azienda”.

Di fronte al No oppostogli dall’Antitrust alla richiesta di accedere agli atti del procedimento, Zanda ha presentato nei giorni scorsi ricorso ai giudici amministrativi.

 

La questione del conflitto d’interessi del premier è stata sollevata per la prima volta, il 14 dicembre scorso, nell’Aula di Montecitorio, dal capogruppo Ds, Luciano Violante, che ha sottolineato come Berlusconi abbia partecipato al Consiglio dei ministri che il 29 settembre ha varato la Finanziaria e ha deciso di porre la fiducia sul provvedimento. Al momento del varo della manovra, la norma di incentivazione dei decoder non ne faceva parte (è stata inserita in prima lettura al Senato), ma il fatto che il presidente del Consiglio abbia partecipato al voto sulla questione di fiducia in Cdm, configurerebbe il conflitto di interessi.

 

Anche quest’anno, come nei due precedenti, la Finanziaria ha, infatti, stanziato fondi per quanti acquistano decoder per passare dall’attuale sistema televisivo analogico a quello digitale. Nella manovra 2006, peraltro, i finanziamenti sono stati decisamente tagliati: si è passati da fondi per 110 milioni di euro stanziati nella Finanziaria  2005 a soli 10 milioni di euro per la manovra 2006. Peraltro i contributi sono limitati agli utenti delle due regioni “pilota”, Sardegna e Val d’Aosta, che saranno le prime di Italia a diventare interamente all digital entro quest’anno. Lo switch-off per i capoluoghi delle due regioni è fissato per il prossimo 16marzo.

 

L’Antitrust, dopo aver acquisito una serie di documenti, tra i quali anche quelli del Ministero delle Comunicazioni sul sistema di incentivazioni in vigore, ha deciso l’avvio di un procedimento per verificare l’esistenza del conflitto di interessi, in base all’articolo 3 della legge 215 del 2004, che configura il conflitto anche quando l’atto governativo (nella specie la posizione della questione di fiducia) concede vantaggi ai “parenti entro il secondo grado, ovvero a Imprese o società da essi controllate”.

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