3GSM Congress: le strategie dei vendor per conquistare la leadership sui mercati emergenti

di Alessandra Talarico |

Europa


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Barcellona – I costruttori mobili, riuniti al 3GSM World Congress, hanno fatto il punto sulle prospettive del mercato della telefonia mobile, sottolineando l’immenso potenziale di crescita dei mercati emergenti e le peculiarità dei mercati occidentali, la maggior parte dei quali prossimi alla saturazione.

 

Entro il 2008 il numero di utenti di rete mobile sarà doppio rispetto a quelli di rete fissa, raggiungendo i 3 miliardi. Se però, sui mercati europei l’industria punta sulla trasmissione dati come driver di nuova crescita, su quelli emergenti la forza dirompente è rappresentata dalla diffusione dei cellulari low-cost.

 

In Europa occidentale la spesa media mensile per la trasmissione dati nel corso dei prossimi 4 anni crescerà da  8 a 15 euro al mese e, secondo Thomas Gandswindt – CEO mondiale di Siemens COM – “…ad affermarsi saranno quegli operatori di telefonia mobile in grado di rinnovare le proprie reti per supportare l’elevato volume di traffico dati e di offrire servizi interessanti”.

 

Se Siemens punta sulla crescita dello scambio dati sui mercato occidentali, per Motorola e Alcatel la priorità degli anni a venire è rappresentata dai Paesi emergenti.

 

Il costruttore americano, che lo scorso anno si è aggiudicato la gara d’appalto per i telefonini low-cost, ha annunciato che entro la fine dell’anno ne consegnerà più di 20 milioni, destinati a incrementare la penetrazione della telefonia mobile in Paesi come l’India e la Cina.

 

In queste regioni ogni giorno vengono aggiunti 31 mila nuovi utenti mobili, ha spiegato il  presidente della divisione mobile di Motorola Ron Garriques, sottolineando come la quota di mercato del gruppo nel sud est asiatico, in India soprattutto, sia aumentata ormai al 20-25%.

 

Anche Alcatel sta investendo molto sui mercati emergenti, seppure con strategie che esulano dal low-cost. Il direttore generale della divisione mobile Marc Rouanne ha infatti dichiarato che la soluzione non sta per forza nel basso costo dei telefonini.

 

“Non bisogna scendere a compromessi con la tecnica”, ha spiegato Rouanne, raccomandando invece l’installazione di reti super veloci nelle regioni a più alta densità di popolazione, come nelle città di Rio de Janeiro o il Cairo.

 

Alcatel, come molti dei suoi concorrenti, ha installato in queste regioni dei centri di ricerca e sviluppo e ha costruito degli stabilimenti per produrre in loco a un prezzo più accessibile.

 

L’India è tra i principali beneficiari di questi investimenti: attirati dai bassi costi del lavoro – un ingegnere indiano costa circa il 40% in meno di un collega occidentale – big del calibro di Intel, Microsoft, Cisco Systems, Samsung e AMD hanno annunciato investimenti che superano in totale i 5 miliardi di dollari e che fanno dell’India la nuova Mecca degli investimenti hi-tech.

 

La sudcoreana Samsung investirà 15 milioni di dollari in un centro di produzione di cellulari a Gurgaon, vicino Nuova Dehli, dove già molte aziende occidentali hanno concentrato le loro operazioni; Microsoft ne spenderà 1,7 miliardi per portare il numero totale degli effettivi nel Paese a 7 mila unità dalle attuali 4 mila; Intel investirà 1 miliardo di dollari e Dell e Cisco dovrebbero annunciare a breve le proprie strategie.

 

Secondo la società Strategy Analytics, nel 2006 verranno venduti 930 milioni di telefonini e più di 1 miliardo nel 2007.

Sempre secondo Strategy, il  2005 ha segnato il boom della telefonia mobile nei Paesi emergenti: in Cina, ad esempio, i nuovi utenti nel 2005 sono stati 58 milioni, contro i 52 milioni di India e Russia.