L’Ipo di 3 Italia ottiene l’Ok di Consob. Sale l’attesa per il prezzo di collocamento

di Alessandra Talarico |

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3 Italia

E’ giunta ieri l’approvazione da parte di Consob alla quotazione in Borsa di 3 Italia, anche se il cda dell’operatore deve ancora stabilire il prezzo di collocamento delle azioni.

 

3 Italia, guidata da Vincenzo Novari e controllata al 95,4% dal conglomerato Hutchison Whampoa Limited di proprietà del tycoon Li Ka Shing, ha dunque vinto le perplessità degli analisti e ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni per l’Ipo.

 

Il via libera della Consob segue infatti quello di Borsa Italiana che aveva disposto già il 3 febbraio scorso l’ammissione alle quotazioni sul mercato telematico.  

 

Bisognerà adesso aspettare che il consiglio di amministrazione fissi il prezzo delle azioni, in base – come ha spiegato il gruppo in una nota – “alle condizioni di mercato nel periodo di riferimento”.

 

Il gruppo, pioniere dell’Umts in Italia e in Europa, è stato valutato circa 9 miliardi di euro e intende quotare circa il 30% del capitale.

 

A seguire l’operazione saranno Lazard in qualità di advisor e cinque banche internazionali e due italiane come joint global coordinator: Goldman Sachs, Hsbc Bank, Jp Morgan, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Banca Imi e Banca Caboto – Gruppo Intesa.

 

Sul mercato verranno immessi probabilmente 625 milioni di azioni, ma il via libera, secondo fonti di stampa, è subordinato a precise che condizioni: la società dovrà infatti evidenziare i rischi connessi alla situazione patrimoniale e finanziaria della società e del gruppo, i piani industriali e il reperimento di capitali necessari all’attuazione delle attività industriali.

3 Italia, infine, dovrà procedere alla pubblicazione sulla stampa nazionale del riepilogo dei fattori di rischio connessi alla quotazione e dovrà ricevere comunque il via libera della capogruppo Hutchison Whampoa, la cui assemblea è fissata per il prossimo 27 febbraio.

 

Hutchison Whampoa si fregia di aver effettuato il più veloce rollout della storia delle tlc – costato circa 25 miliardi di dollari – e offre un’ampia gamma di servizi di telecomunicazione in 17 Paesi, inclusi anche sistemi mobili di seconda generazione, servizi di linea fissa, reti a banda larga in fibra ottica e radio broadcasting.

 

Per quanto riguarda nello specifico il business italiano, la quotazione di 3 Italia avverrà proprio in virtù dello “sviluppo eccellente” che ha permesso di raggiungere un’Ebitda positivo nell’agosto del 2005, comprensivo dei costi per l’acquisizione dei clienti.

La quotazione ha spiegato il managing director del gruppo, Canning Fok, “sarà uno stimolo per 3 Italia e porterà indubbi vantaggi anche ad Hutchison”, che diventerà un chiaro e definito benchmark di mercato per la misurazione del valore di tutte le attività del 3G.

 

Il gruppo, unico operatore 3G in odore di quotazione, ha saputo imporsi in tutti i maggiori mercati europei, grazie all’introduzione di “prodotti e servizi innovativi”, quali l’accesso a Internet mobile a banda larga e i servizi dati, puntando sul mercato dei contenuti media piuttosto che sul lato prettamente telecom. 

 

Alcuni giorni fa, tra l’altro, 3 ha ricevuto l’ok dell’Antitrust per l’acquisizione dal Gruppo Profit di Raimondo Lagostena dell’emittente Canale 7,che controlla il network Odeon, ed è titolare di licenza di operatore di rete per la diffusione televisiva in tecnica digitale su frequenze terrestri in ambito nazionale.

 

Grazie a queste operazioni, 3 Italia potrà implementare una rete DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld) e diventare così la prima “mobile media company” italiana in grado di offrire servizi di mobile Tv attraverso una rete di proprietà.

 

Nell’azionariato della società, oltre a Hutchison Whampoa, anche NHS Investments S.A. (San Paolo IMI), RCS Media Group, Gemina e 3G Mobile Investments (Franco Bernabé Group).