3G: l’assalto di web e media company una minaccia per i profitti degli operatori? Studio The Shosteck Group

di Alessandra Talarico |

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Il passaggio alla multimedialità mobile, considerata l’ultimo traguardo dell’industria tlc, potrebbe rivelarsi un boomerang secondo un nuovo report di The Shosteck Group, lo stesso che ha recentemente proclamato la morte di Internet mobile in favore del più ampio ‘personal Internet’.

 

La società ha spiegato che il pericolo, “chiaro e presente” rappresentato dalla rapida adozione delle strutture tariffarie Internet e dal rallentamento della crescita degli abbonati in molti mercati, potrebbe portare l’industria verso un modello di business ‘bit pipe’, che garantirebbe profitti molto inferiori al previsto.

 

La crescita della concorrenza su molti dei mercati più avanzati ha infatti spinto gli operatori ad abbandonare le tariffe usage-based e ad adottare tariffe flat per incoraggiare l’uso dei servizi di terza generazione.

 

Un altro potenziale pericolo è quello rappresentato dagli sviluppi nelle tecnologie di accesso wireless a banda larga alternative e nel segmento consumer electronics, che potrebbero permettere agli utenti di bypassare gli operatori tlc per arrivare ai contenuti mobili. 

Un esempio su tutti, il Wi-Fi, che già fornisce una valida alternativa alle reti cellulari per l’accesso in mobilità ai contenuti Internet e presto anche per la trasmissione vocale.

 

“C’è effettivamente il pericolo che a lungo termine i profitti legati al download di musica e video non siano quelli sperati”, ha dichiarato Jane Zweig, CEO di The Shosteck Group.

“Troppe forze stanno remando contro: scaricare contenuti da e per il Pc attraverso connessioni sia fisse che wireless è relativamente semplice e le memorie rimovibili sono sempre più utilizzate per il trasferimento dati”, ha aggiunto la Zweig, sottolineando come a tutti questi fattori è da aggiungere la competizione dei lettori musicali come l’iPod.

 

I meccanismi alternativi avranno, dunque, un impatto maggiore del previsto sul premium economico legato ai servizi multimediali mobili.

In parole povere: perchè pagare di più per accedere a servizi che non hanno necessariamente bisogno delle reti mobile per essere fruiti?

 

Lo studio suggerisce inoltre che, anche quando gli agognati profitti del mobile Internet si materializzeranno, gli operatori potrebbero non esserne i maggiori beneficiari.

Sviluppi al di fuori del loro controllo stanno infatti determinando lo spostamento del pubblico dai portali controllati dagli operatori verso un modello più aperto.

“Escluse alcune eccezioni, i walled gardens creati fin dalla nascita di Internet mobile, sono una cosa del passato”, ha spiegato la Zweig.

 

L’industria mobile sta così cominciando a conoscere l’Internet Effect, in cui i contenuti e i servizi sono forniti da un numero di fonti pressoché infinito.

“Sebbene gli operatori forniscano i servizi e le infrastrutture che rendono possibile l’Internet mobile, i contenuti e i servizi sono forniti da content provider e da aggregatori indipendenti”, ha aggiunto la Zweig.

 

La rapida crescita del mercato “direct-to-consumer” – in cui i consumatori possono acquistare contenuti mobili direttamente da terze parti – ha dunque fatto crescere il mercato Internet mobile, ma a discapito dei portali degli operatori.

 

Questi sviluppi potrebbero essere considerati un’opportunità ma anche una minaccia per gli operatori, che sono alla strenua ricerca di metodi per recuperare gli ingenti investimenti nelle reti e nelle licenze 3G.

 

Lo studio analizza infine l’impatto dell’ingresso nel mercato di player esterni all’industria tlc in senso stretto, come i portali web e le compagnie media e consumer electronics.

 

Nel 2005, ad esempio, Google, Yahoo!, MSN e AOL si sono tutti buttati su applicazioni come il VoIP e i servizi di Instant Messaging, oltre che sullo sviluppo di servizi di ricerca per il mercato mobile.

 

Anche i portali, infatti, stanno tentando di allargare la loro portata, creando nuovi flussi di guadagno dalla convergenza delle comunicazioni e dalla fornitura di tutti quei servizi per cui la gente è disposta a pagare.

 

In ragione della natura personale dei servizi mobili, le web company sono ansiose di sviluppare una forte presenza in un settore finora appannaggio dei soli operatori tlc, con i quali ora bisognerà lavorare o competere.

 

Insieme ai portali, anche i principali brand e molte media company si stanno spostando nel territorio delle telco: molti hanno in cantiere o hanno già lanciato iniziative come MVNO, fornitori di servizi Wi-Fi o portali mobili indipendenti, nell’intento di arrivare primi nella corsa al “quadruple play“, fatto di telefonia, Tv, Internet e mobile.

 

“Il coinvolgimento dei maggiori portali Internet e delle media company potrebbe trasformare l’attuale modello di business in un nuovo modello trainato dall’advertising e dalle promozioni, oltre che dai profitti generati dall’uso dei servizi e dai contenuti”, ha spiegato ancora la Zweig.

 

In sostanza, lo scenario prossimo venturo di Internet Mobile non è proprio come se l’erano aspettato gli operatori che si trovano ora a competere con molti più player del previsto.

 

La domanda, a questo punto è: telco, media player, web company, si faranno la guerra o si alleeranno?

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